L’emergenza legata al Covid-19 è il primo tema affrontato dal numero uno del Consorzio di tutela del Grana Padano, Cesare Baldrighi, durante la relazione all’assemblea generale del consorziati che si è svolta oggi alla Fiera di Verona, la ventunesima e ultima da presidente consortile: «Il quadro è incerto e complicato, con presenze contingentate, l'uso di mascherine e il distanziamento sociale: in questo scenario da film il Covid 19 è senza dubbio la più importante aggressione all’economia mondiale e allo stato sociale degli ultimi anni. La pandemia renderà tutti più poveri e influirà su tutte le categorie di consumi, anche quelli alimentari: dobbiamo farcene un ragione, ma quando finirà dovremo tutti essere pronti alla ripresa, o meglio alla rivincita contro il coronavirus».
Il Grana Padano, in questo periodo di lockdown, ha comunque limitato le perdite: in Italia nei primi cinque mesi del 2020 i conusmi hanno tenuto grazie alle famiglie che hanno recuperato, come ha fatto notare sempre Baldrighi, ciò che si è perso nelle vendite fuori-casa. All’estero non è stato invece possibile raggiungere questa compensazione, perché solo una piccola parte del canale ho.re.ca. è stato recuperato dalle vendite retail per la minore diffusione all’uso del Grana Padano in cucina. I consumi stanno frenando proprio a causa dell’export che resta sempre la carta più importante da giocare per collocare la produzione, soprattutto in Europa.
Il piano produttivo per il 2020
Ai produttori è richiesto ora un ulteriore sforzo con l’obiettivo di salvaguardare la filiera del Grana Padano nella fase post Covid-19: ol piano produttivo per il 2020, approvato durante l’assemblea (con l’88,89% dei voti), prevede una riduzione del 3% delle forme, pari a 150mila forme, e un premio per chi resta al di sotto del proprio punto di riferimento. Tra le altre misure altre 70-80mila forme destinate a sostenere agli enti caritatevoli attraverso i bandi Agea, l’acquisto di 120mila forme da parte del Consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaio-febbraio-marzo 2020 da portare a Riserva 20 mesi e a Riserva Gold 24 mesi. Complessivamente, le forme sottratte al mercato dovranno arrivare a circa 400mila nei prossimi 18 mesi. Un contributo dovrebbe arrivare anche dal Mipaaf per aiutare gli allevatori a ridurre la produzione di latte dai fondi per le filiere in crisi.
«Piano produttivo, un modo per aumentare razionalmente la produzione»
Le perdite in questo periodo ammontano a mancate vendite per 300mila forme, come ha sottolineato il presidente Baldrighi: «E’ necessario per questo far durare il meno possibile l’attuale fase di instabilità. L’eccesso produttivo diventa oggi ingestibile, non solo per il Consorzio di tutela del Grana Padano, ma anche per l’intero settore lattiero caseario. Programmare significa ristabilire il giusto equilibrio tra la domanda e la produzione, quindi il nuovo piano produttivo non è deve essere visto come un modo per contenere la produzione ma per aumentarla in modo razionale.
Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela del Grna Padano per 21 anni
«Dopo 21 anni di presidenza – ha continuato Baldrighi – lascio la guida del Consorzio pieno di soddisfazione per quanto, insieme agli associati e alla grande squadra del Consorzio, abbiamo fatto insieme. La parola d’ordine che ci ha accompagnato in questi anni è stata “coesione”, grazie alla quale siamo riusciti a portare avanti politiche coraggiose e vincenti, come la definizione dei piani produttivi, che soprattutto all’inizio, sono stati strumenti difficili da comprendere ed applicare ma che, grazie alla fiducia da parte di tutto il nostro sistema, abbiamo posto in essere incrementando la produzione in modo razionale, al fine di perseguire il giusto equilibrio fra domanda ed offerta».
Un 2019 pieno di soddisfazioni per il Grana Padano
Il Grana Padano arriva comunque da un’annata 2019 decisamente positiva sotto tutti gli aspetti, come ha sottolineato sempre Baldrighi: un aumento del 4,7 % della produzione che ha raggiunto quota 5.164.759 forme. I consumi nazionali hanno frenato dell’1,3% rispetto all’anno precedente ma si è registrato un incremento del 4,38% dell’export arrivato a quota 2.051.125 forme. Il bilancio finale dell’annata vede crescere i consumi totali dell’1%, un aumento decisamente più basso rispetto all’incremento produttivo come ha fatto notare il presidente.
Il 2019 – ha sottolineato Baldrighi - ha comunque visto margini di trasformazione e valorizzazione del latte alla stalla molto buoni, come lo furono recentemente il 2010 e il 2011. Il 2019 si è chiuso con il 42% di formaggio marchiato esportato e il restante 58% venduto in Italia».
Il Grana Padano resta sempre il formaggio Dop più consumato al mondo. I primi mercati all’estero sono Germania, Francia e Stati Uniti. L’Europa, con 1.697.618 forme, assorbe quasi l’83% delle esportazioni di Grana Padano Dop, con un incremento del 4,54% rispetto al 2018.
In 21 anni la produzione è aumentata del 57%
«Dal 1998 al 2019 - ha spiegato il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni, la produzione è cresciuta del 57%. Entrando nel dettaglio la produzione del 2019 si è divisa per il 37,25% a favore delle industrie e per il 62,75% delle cooperative mostrando un leggero passo indietro da parte della cooperazione che è sempre la parte ampiamente prevalente».
Nel 2019, ha aggiunto il direttore generale, sono state grattugiate porzionate (senza crosta) 1.636.604 forme con una crescita del 7,36% sul 2019, pari al 34% del totale marchiato.
In sintesi, come ha fatto notare sempre Berni, i consumi in Italia hanno frenato nel retail dell’1,8%, perché il prezzo del Grana Padano è cresciuto dell’8,1%. La diminuzione dei volumi è stata comunque compensata da una crescita a valore del 6,2% sempre nello stesso canale retail. Considerando anche gli altri canali di vendita, ad esempio la ristorazione e l’impiego nell’industria, il calo complessivo in Italia è stato limitato all’1,3%.
«Necessario velocizzare i tempi di modifica del disciplinare»
«Il disciplinare di produzione – ha aggiunto ancora il presidente Baldrighi - è la nostra Magna Carta, quella che vincola nella nostra attività quotidiana. Oggi le procedure per modificarla sono spesso molto complesse e molto lente, rispetto alla velocità richiesta dal mondo del commercio. Ci auguriamo che nell’approvazione delle nuove norme sulla Pac da parte della Commissione europea si possa inserire anche una norma che consenta al ministero dell’agricoltura di ciascun Stato membro di approvare direttamente le modifiche».
Il nuovo Consiglio di Amministrazione
Durante l’Assemblea è stato eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio, che resterà in carica fino alla primavera 2024. La categoria caseifici produttori vede l'ingresso di 5 nuovi membri sui 21 eletti: Gianmaria Bettoni, Filippo Colla, Giovanni Guarneri, Andrea Merz e Luigi Giovanni Sala. Restano invariati i 6 consiglieri della categoria stagionatori: Antonio Auricchio, Alberto Dall’Asta, Laura Maria Ferrari, Nisio Paganin, Michele Miotto e Renato Zaghini. Nelle prossime settimane, il Consiglio si riunirà per nominare il nuovo presidente del Consorzio.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE NOMINATO IL 19 GIUGNO 2020
IN BOLD I NUOVI CONSIGLIERI
PRODUTTORI (21) | PROVINCIA | STAGIONATORI (6) | PROVINCIA |
AMBROSI GIUSEPPE | BRESCIA | AURICCHIO ANTONIO | CREMONA |
BETTONI GIANMARIA | BERGAMO | DALL'ASTA ALBERTO | MILANO |
CATTARUZZI PAOLO | BRESCIA | FERRARI LAURA MARIA | MILANO |
CECCHIN GIORGIO | MANTOVA | PAGANIN NISIO | VERONA |
COLLA FILIPPO | PIACENZA | MIOTTO MICHELE | VICENZA |
DALLA ROSA FRANCESCO | VICENZA | ZAGHINI RENATO | MANTOVA |
FINCO FIORENZO | TRENTO | ||
FUGAZZA GIACOMO | PIACENZA | ||
FUSAR POLI TIZIANO | CREMONA | ||
GIACOMELLI BENIAMINO WALTER | BRESCIA | ||
GORNI SILVESTRINI GABRIELE | MANTOVA | ||
GUARNERI GIOVANNI | CREMONA | ||
MERZ ANDREA | TRENTO | ||
PIZZA DAVIDE | CREMONA | ||
PEDRETTI GIANCARLO | PIACENZA | ||
PEZZINI STEFANO | MANTOVA | ||
SALA LUIGI GIOVANNI | BRESCIA | ||
SANTUS GIUSEPPE | BRESCIA | ||
STRADIOTTI LIBERO | CREMONA | ||
TURCATO FAUSTO | MANTOVA | ||
ZANETTI ATTILIO | MANTOVA |