Solidarietà di filiera cercasi. Ora più che mai necessaria a causa dell’emergenza legata all’epidemia di coronavirus che ha acuito le fisiologiche tensioni tra chi produce e chi trasforma il latte. Il buco dei consumi nel canale Ho.re.ca e le difficoltà sull’export hanno fatto il resto mettendo sottosopra il mercato dei prodotti lattiero caseari. L’allarme arriva dal presidente di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, alla vigilia dell’incontro tra le parti, agricola, industriale e cooperativa, al tavolo lombardo sul latte, convocato dall’assessore all’Agricoltura, Fabio Rolfi.
«In questi difficili momenti di emergenza, in cui la filiera zootecnica dovrebbe dare maggiori segnali di solidarietà - ha sottolineato Confagricoltura Lombardia - e mettere da parte le naturali frizioni tra chi vende e chi acquista il latte, alcuni industriali caseari stanno cercando di approfittare della situazione per innestare una spirale ribassista e speculativa sul prezzo della materia prima pagato agli allevatori».
Prezzi dei formaggi stabili o in lieve ribasso
Come ha segnalato l’organizzazione agricola regionale, è quasi totalmente scomparso il canale Ho.re.ca, ci sono difficoltà nelle esportazioni dei prodotti, sono presenti costi maggiori per i trasporti e per mettere in sicurezza i lavoratori nelle stalle e negli stabilimenti; tuttavia, nello stesso tempo, la domanda di prodotto da parte della Gdo e dei negozi di vicinato è notevolmente aumentata, compensando le altre perdite.
Il mercato dei formaggi ha registrato, fa sapere Boselli, prezzi stabili da gennaio, soprattutto per gorgonzola e provolone, ed un ribasso molto contenuto per il grana (-4%, fonte Cciaa Milano); inoltre, nei supermarket sono ormai assenti le promozioni di prodotti caseari in offerta speciale. «Non è giustificabile - spiega - una riduzione del prezzo del latte del 10-12% chiesta da alcuni caseifici. E' vero che valore del latte spot sta flettendo, ma non è insolito in questa stagione dell'anno, caratterizzata da una scarsa domanda di materia prima».
«Basta ai diktat degli industriali»
«Forse – ha commentato semppre il presidente di Confagricoltura Lombardia – si sta giocando sul fatto che l’Italia è autosufficiente solo per un 77% del proprio fabbisogno di latte e in questo momento la materia prima estera, viste le difficoltà di mercato di alcuni paesi, viene offerta a prezzi molto più bassi dei nostri. Inoltre non comprendiamo, viste le quotazioni del mercato dei formaggi, per quale motivo tra i ribassisti si trovino anche produttori di formaggi Dop. Diciamo basta ai diktat di questi industriali – continua Boselli -: per superare questa crisi, gli allevatori non hanno chiesto fondi per le aziende, ma hanno fatto sempre proposte di aiuto per l’intera filiera, come ad esempio il ritiro di prodotti per indigenti o la richiesta all’Unione europea di riaprire per queste settimane di difficoltà gli ammassi di polvere e burro, mentre le produzioni di latte alla stalla sono già in calo».
Sostegno da parte della cooperazione
Non sta invece deludendo, invece, come ha fatto notare sempre Confagricoltura Lombardia, il mondo cooperativo che continua a sostenere e garantire agli allevatori chiedendo anche alle istituzioni di intervenire per tutelare tante aziende agricole che rischiano di chiudere.
«Pur comprendendo le difficoltà che sta vivendo la parte industriale e restando sempre aperti al confronto - conclude il presidente Boselli -, non possiamo accettare posizioni preconcette di chi vuole condividere solo le potenziali perdite e non sembra comprendere che solo una filiera unita e solidale potrà resistere alla crisi e ripartire più forte di prima».