Le risorse per un aumento del prezzo del latte potrebbero essere reperite dal risparmio delle tasse su plastica e zucchero. Il Documento programmatico di bilancio 2022 (una "manovra" da 23 miliardi di euro) ne ha infatti deciso il rinvio al 2023. «Una delle decisioni - ha detto il ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, a margine di un accordo con il Crea e Sport e Salute sulla corretta alimentazione - agevolerà la chiusura del tavolo: penso allo stop alla plastic e sugar tax, che su industria della trasformazione avrebbero avuto un impatto importante. Spero che ora l’industria della trasformazione aderirà con più serenità alla proposta dei produttori e della grande distribuzione».
Secondo Patuanelli il rinvio di plastic tax e sugar tax potrebbero avere un effetto positivo anche sul tavolo latte aperto al Mipaaf. Il ministro ha detto di ritenere ancora «fattibile» l’aumento di 3 centesimi al litro del prezzo del latte alla stalla «se c’è la buona volontà».
Sugar e plastic tax rinviate ancora
La tassa sulle bevande analcoliche zuccherate, che doveva entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, è stata posticipata nuovamente e avrebbe dovuto inizialmente scattare dal 2020. Anche la tassa sul consumo della plastica monouso sarebbe dovuta entrare in vigore nel luglio del 2020 per disincentivare l'utilizzo della plastica e portare progressivamente a una diminuzione della produzione della stessa,come previsto dalla direttiva Ue 904 del 2019, per ridurre l'impatto sull'ambiente dei prodotti in plastica. Il decreto Rilancio l'aveva rinviata al gennaio del 2021 e la Legge di Bilancio per il 2021 l'aveva fatta slittare a luglio dello stesso anno. Il Decreto Sostegni bis l'aveva nuovamente rinviata al 2022.
Prandini, Coldiretti: «Subito un patto di filiera»
Anche il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha lanciato un nuovo allarme: «Serve responsabilità della intera filiera del latte per assicurare al più presto un prezzo equo agli allevatori che non possono aspettare oltre. Le imprese di allevamento da latte sono ormai allo stremo con compensi ormai da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione. Serve subito - continua Prandini - un patto di filiera tra allevatori, industrie e distribuzione per salvare il latte e le stalle italiane».
«Quando una stalla chiude – ha fatto sapere la Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado».
Copagri, tavolo latte in stand by per motivi politici
Il presidente della Copagri, Franco Verrascina, è intanto tornato a sottolineare lo stato di emergenza delle stalle sottopagate dalle industria una «situazione insostenibile – ha ricordato - tanto che molte aziende sono allo stremo».
Verrascina ha fatto sapere che l’impennata dei prezzi al consumo degli alimenti non si è tradotta in incrementi proporzionali delle remunerazioni percepite dai produttori agricoli e dagli allevatori. «Questi ultimi, in particolare, nella stragrande maggioranza dei casi continuano a pagare lo scotto di prezzi inferiori ai costi di produzione».
Per effetto dei rincari dei prezzi delle materie prime, a partire da febbraio, gli allevamenti, si trovano a produrre latte al di sotto del costo di produzionee con ulteriori aumenti in arrivo sul fronte energetico e del prezzo di concimi e sementi la situazione non può che peggiorare.
Verrascina ha ricordato che non ci sono notizie relative alla convocazione di un nuovo confronto tecnico dopo diversi incontro di natura tecnica e anche politica. «Arrivati a questo punto, riteniamo sia inutile - ha detto - riconvocare il tavolo tecnico, in quanto le motivazioni ostative al raggiungimento di un’intesa sono di stampo prettamente politico».