Riflettori sul latte bovino alla stalla prodotto in Toscana, in particolare sul monitoraggio del costo di produzione rilevato da Ismea su un campione di aziende della Toscana. La regione non è effettivamente tra quelle di maggior peso a livello nazionale, ma in alcune province questo comparto della zootecnia da latte resta strategico, come ha fatto notare Stefania Saccardi, assessore all’agricoltura di Regione Toscana.
I dati sono stati presentati durante il webinar organizzato dalla Regione Toscana, con la collaborazione di Ismea, che si è svolto il 10 luglio scorso.
Le rilevazioni su grandi aziende che producono latte a destinazione alimentare
L’analisi di Ismea ha riguardato il latte bovino a destinazione alimentare prodotto in allevamenti di grandi dimensioni (con un numero di capi compreso tra i 100 e 250 capi) situati in pianura e collina con bovini di razza Frisona, una resa di poco più di 10 tonnellate per capo all’anno e una manodopera abbinata tra familiare e salariata.
«Al di là delle Regioni leader del latte in Italia – ha sottolineato Fabio Del Bravo di Ismea – come Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, è chiaro come il ruolo della Toscana sia estremamente relativo, ma a livello provinciale, ad esempio in quelle di Grosseto e Firenze, dove si concentra l'allevamento di vacche da latte, assume un’importanza economica non trascurabile».
In Regione Toscana, secondo l’analisi di Isema, sono attivi 183 allevamenti da latte per un totale di 14.544 capi bovini di cui quasi 9mila vacche da latte. La produzione di latte bovino vale oltre 52 milioni di euro, cica il 9% del valore della produzione zootecnica. Le consegne di latte nel 2023 sono state di 55mila tonnellate, in calo del 5% rispetto al 2022.
L’alimentazione vale due terzi del costo totale del latte bovino in Toscana
Come ha spiegato Del Bravo di Ismea, illustrando nei dettagli anche la metodologia usata, il costo del latte bovino totale, come media del 2023, è stato di 53,9 euro/100 litri di latte prodotto. Di questo importo il 62% è rappresentato dall’alimentazione, il 13% dagli ammortamenti, interessi e terreni, il 7% dalla manodopera, il 7% dell'energia e dall'acqua, il 6% di spese varie e il 5% da medicinali e servizi veterinari. Il monitoraggio è stato effettuato ovviamente su base mensile.
«Quindi l'alimentazione vale sostanzialmente i due terzi del costo totale. Sul tema importante degli ammortamenti per l’acquisto di macchini e dei costi fissi – ha fatto notare Del Bravo – che dipende dalle scelte imprenditoriali e, quindi, rappresenta un fattore di costo variabile, abbiamo scelto di considerare una dotazione minima del parco-macchine necessaria per produrre».
I valori dei costi mensili di produzione curati da Ismea sono aggiornati ad oggi fino a maggio 2024 e mostrano un costo di 53,25 euro/100 litri in quest’ultimo mese.
Il prezzo del latte in Toscana in calo nel 2024 soprattutto a inizio anno
Come ha spiegato Francesca Maria Cappelli della Regione Toscana è aumentato, nel corso del 2023, il numero di produttori di latte bovino alla stalla, ossi aziende zootecniche che hanno venduto latte ai primi acquirenti in Toscana, passando da 114 a 121. I primi acquirenti sono 39. «La media ponderata del prezzo pagato all'allevatore su base annuale per il 2023 è di 53,48 euro/100 kg per il latte crudo (66,38 euro/100 kg per il latte bio). «Quest’anno - ha sottolineato Cappelli - il pagamento al produttore di latte si è mostrato sempre in calo con un dato negativo, in particolare, registrato a gennaio 2024, ossia una diminuzione dell’8,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A febbraio il calo è stato del 7,6% rispetto allo stesso mese del 2023. A maggio 2024 il latte è stato liquidato 51,30 euro/100 kg, ancora una quotazione in flessione del 3,4% rispetto allo stesso mese del 2023».
Andamento del latte bovino alla stalla nel 2024 - Regione Toscana
Una modifica sulle sanzioni per dichiarazioni non corrette
Cappelli e Riccardo Buti della Regione Toscana si sono soffermati su una modifica sulle sanzioni sia per i ritardi nelle dichiarazioni dei quantitativi di latte consegnati, sia sulla non corretta indicazione dei quantitativi, obbligatorie dal 2022 presentate dai produttori di latte bovino, come previsto dalla legge n. 44 del 21 maggio 2019 (articolo 3 della conversione del decreto-legge 27 del 2019 legato al regolamento Ue n. 1308 del 2013 sull’Ocm latte) che comprendono anche l’indicazione del prezzo medio del latte alla stalla su base mensile.
«La modifica – ha detto Cappelli – è contenuta nel decreto-legge Agricoltura (legge di conversione del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura che ha ottenuto il via libera con il voto di fiducia della Camera l’11 luglio scorso) prevede una riduzione della sanzione amministrativa compresa ora tra mille e 6mila euro (invece di 5mila-20mila euro) e 4 mesi consecutivi (anziché per due mesi consecutivi) di mancata dichiarazione dei quantitativi per fa scattare un divieto di produzione che va da 47 a 30 giorni.
L’applicazione della norma in questo periodo transitorio rischiava di penalizzare i piccoli produttori in zone svantaggiate che si vedevano applicate sanzioni che a giudizio delle Regioni erano sovradimensionate anche rispetto all’obiettivo della norma che è quello del monitoraggio».