I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella prima settimana di aprile, si sono mostrati al ribasso per quanto riguarda il latte spot, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Sostanziale stabilità, invece, per gli altri prodotti monitorati.
Latte
In apertura di aprile tornano a perdere terreno i listini nazionali del latte spot, orientati verso il basso ormai da qualche mese. A Milano le quotazioni cedono il -4,3% su base settimanale e raggiungono i 442,50 €/t, per un calo tendenziale che supera la doppia cifra percentuale (-12%). Arretra anche il listino di Verona (-2,7%) che si attesta sui 460 €/t.
La debolezza continua a coinvolgere l’intero contesto continentale, grazie al recupero produttivo degli ultimi mesi, soprattutto tra i principali produttori. Secondo gli ultimi dati del Milk market observatory della Commissione europea, i prezzi medi del latte alla stalla in Europa hanno perso a febbraio altri quattro punti percentuali rispetto al mese precedente dopo i cali di pari entità di gennaio, con le prime stime per marzo che confermano la tendenza negativa.
In calo a Milano anche il latte bio (-0,8%) che si porta a quota 590 €/t, seppur a ritmo meno sostenuto rispetto al latte spot. Tale dinamica, che si ripete sostanzialmente da inizio anno, sta portando il divario tra i due listini su livelli che non si osservavano da giugno 2021 (150 €/t circa).
Materie grasse
Si conferma stabile il comparto nazionale delle materie grasse a fronte di un contesto continentale caratterizzato da diffusi ribassi. A Milano il burro pastorizzato si mantiene per la quarta settimana consecutiva sui 2,95 €/kg, così come resta invariato il listino di Mantova. Tra le principali piazze nazionali monitorate Cremona è l’unica a registrare una leggera debolezza (-1,2% su base settimanale).
Sul fronte continentale, invece, seconda settimana consecutiva con segno “meno” per i principali benchmark. Il burro di centrifuga di Kempten in Germania perde il -2,1% portandosi sui 4,60 €/kg mentre il burro olandese e quello francese cedono rispettivamente il -1,1% e il -1,4%.
A livello di fondamentali di mercato, la fase di recupero dei volumi produttivi iniziata nel quarto trimestre del 2022 si estende ai primi mesi del 2023, specie tra i principali produttori europei, come certificato dagli ultimi dati Eurostat. La Germania, in particolare, registra a gennaio una produzione di oltre 45mila tonnellate, in crescita del +13% rispetto a gennaio 2022 quando la produzione tedesca si era fermata a poco più di 40mila tonnellate, ai minimi degli ultimi anni.
Assenza di variazioni anche per gli altri prodotti del comparto quotati a Milano, con lo zangolato che resta fermo sui 2,75 €/kg e la crema di latte nazionale sui 2,24 €/kg.
Grana Padano
Diffusi ribassi nella prima settimana di aprile per i listini all’ingrosso del Grana Padano, dopo un mese di marzo all’insegna della stabilità. Ribassi settimanali intorno al -1% investono pressoché tutte le stagionature quotate sui listini di Cremona, Mantova e Verona. Milano è l’unica tra le principali piazze a mantenersi stabile sui livelli dell’ultima settimana di marzo (stagionato 9 mesi fermo sui 9,13 €/kg).
Su base tendenziale continua ad assottigliarsi la crescita anno su anno delle quotazioni che oscilla tra un minimo a quota +10% a Mantova e un massimo intorno al +17% a Milano.
In rosso la maggior parte dei formaggi continentali monitorati dalla Commissione europea, con i cali più marcati che colpiscono l’Edamer (-2,3% su base settimanale).
Parmigiano Reggiano
Accelerano al ribasso nella settimana prepasquale i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano, con i ribassi che investono tutte le principali piazze di scambio. A Parma lo stagionato 12 mesi cede otto centesimi (-0,7%) attestandosi sui 10,40 €/kg, dopo essere rimasto fermo sui 10,48 €/kg per circa due mesi. Continua a perdere terreno lo stagionato 24 mesi (tre settimane consecutive con segno “meno”) con i ribassi che interessano sulla piazza emiliana pressoché tutte le stagionature. In flessione anche gli altri listini con Milano che registra i cali settimanali più cospicui (fino al -1,3%) dopo alcune settimane di stabilità.
Saldamente in territorio negativo su tutte le piazze la variazione su base annua delle quotazioni (minimo a quota -4% a Mantova).
Pecorino Romano
Resiste il contesto di equilibrio per le quotazioni del Pecorino Romano nonostante i cali generalizzati che stanno investendo il settore caseario nel suo complesso. A Milano lo stagionato 5 mesi resta invariato sui 14,05 €/kg per la nona settimana consecutiva, livello che rappresenta il massimo storico per la piazza lombarda. Continua la lenta decelerazione della crescita su base annua delle quotazioni che raggiunge il +33% (contro il +41% di inizio marzo).
Bovini vivi
Listini dei bovini da macello ancora invariati nella prima settimana di aprile, sia sul versante dei vitelloni che dei vitelli. Tra i primi, si confermano sugli stessi livelli della settimana precedente i vitelloni Charolaise quotati a Mantova (3,58 €/kg peso vivo), con la stabilità che interessa anche le altre razze. Dinamica simile a Modena dove gli incroci nazionali si mantengono sopra i 3,15 €/kg (peso vivo).
Seppur in equilibrio il comparto continua a mantenersi ai massimi degli ultimi anni, con le quotazioni dei vitelloni Charolaise che a marzo si sono mantenute su livelli superiori del +11% rispetto a marzo 2022 e del +40% rispetto alla media dei prezzi tra il 2014 e il 2021 nello stesso mese di riferimento. Variazioni di entità simile anche per i vitelloni Limousine e per gli incroci nazionali.
Stabilità anche sul fronte dei vitelli a carne bianca, con i listini di Mantova e Modena sostanzialmente invariati da due mesi.
A livello di mercato, secondo le ultime proiezioni della Commissione europea la carne bovina nel 2023 continuerà ad essere interessata, da un lato, dalle criticità sul fronte dell’offerta dettate dalla contrazione delle macellazioni e, dall’altro, dal rallentamento della domanda in virtù del calo previsto per i consumi.
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