I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nell'ultima settimana di marzo, non hanno registrato grosse variazioni, ad eccezione del Parmigiano Reggiano i cui listini si sono mostrati al ribasso.
Latte
Stabilità nell’ultima settimana di marzo per i listini nazionali del latte spot, dopo i progressivi ribassi dell’ultimo mese. A Milano le quotazioni restano ferme sui livelli della settimana precedente (462,50 €/t), con la stabilità che interessa anche il listino di Verona. Continua a perdere terreno la variazione tendenziale che scende al -6% contro il +30% di inizio anno. I listini chiudono, dunque, il mese di marzo con cali medi mensili che sfiorano la doppia cifra percentuale, portando a cinque il numero di mesi consecutivi con segno “meno”.
L'attuale fase ribassista appare determinata dai progressivi miglioramenti del quadro produttivo continentale che a partire dal quarto trimestre del 2022 contribuiscono ad allentare le tensioni in termini di disponibilità di prodotto. Germania e Olanda, in particolare, continuano a guidare il recupero produttivo. Gli ultimi dati Eurostat, infatti, certificano una crescita su base annua della raccolta tedesca del +3,6% e del +4,7% per quella olandese. Miglioramenti produttivi che stentano a decollare a livello nazionale, con la produzione italiana che registra a gennaio una variazione su base annua negativa per il quarto mese consecutivo (-3,7% rispetto a gennaio 2022).
Invariato a Milano anche il latte di importazione, sia tedesco che francese, che continua in questa fase ad essere negoziato a sconto rispetto al prodotto nazionale.
Si mantiene sui 595 €/t il latte di origine biologica, con il divario rispetto alle quotazioni del latte spot che si conferma sui 130 €/t.
Materie grasse
In chiusura di marzo appare ancora stazionario il comparto nazionale delle materie grasse che consolida, dunque, la fase di equilibrio delle ultime settimane. A Milano il burro pastorizzato resta invariato appena sotto la soglia dei 3 €/kg (2,95 €/kg), con la fase di stabilità che si consolida anche a Mantova e Cremona.
In termini di performance mensili, marzo si chiude con una crescita rispetto ai prezzi medi di febbraio del +9%. Ciò conferma il rimbalzo che ha interessato il comparto tra la metà di febbraio e la metà di marzo. Ampiamente in territorio negativo, invece, la variazione tendenziale che si avvicina al -40%.
Listini orientati verso il basso a livello continentale, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che perde il -1% su base settimanale, attestandosi sui 4,70 €/kg. Ribassi di simile entità anche per il “Verse Boter” olandese (4,75 €/kg).
Tra gli altri prodotti del comparto delle materie grasse, statico a Milano lo zangolato che resta fermo per la terza settimana consecutiva sui 2,75 €/kg. Di contro, si registrano segnali di ripresa per la crema di latte nazionale che torna sui 2,24 €/kg (+1,8% su base settimanale).
Grana Padano
Nell’ultima settimana del mese i listini all’ingrosso del Grana Padano estendono la fase di equilibrio osservata nelle ultime settimane, con prezzi invariati su tutte le principali piazze di scambio monitorate. A Milano lo stagionato 9 mesi si mantiene sui 9,13 €/kg, lo stesso livello di inizio marzo, per una variazione tendenziale che scende leggermente a quota +18%. Stabilità anche a Verona, Cremona e Mantova per tutte le stagionature.
Quotazioni poco mosse anche a livello continentale, con tutti i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea che registrano variazioni settimanali prossime allo zero. In termini tendenziali, l’Emmentaler si conferma il prodotto con la crescita su base annua più elevata (+32%), mentre l’Edamer quello più debole (-1%).
Parmigiano Reggiano
Prevale il segno “meno” in chiusura di mese nel comparto del Parmigiano Reggiano, con le lunghe stagionature quotate a Parma che confermano la debolezza della settimana precedente. Nello specifico, lo stagionato 24 mesi scende sulla piazza emiliana del -0,8% portandosi sui 12,10 €/kg, con i ribassi che investono anche le stagionature a 18 e a 30 mesi. Stabilità, invece, per lo stagionato 12 mesi che si conferma per l’ottava settimana consecutiva sui 10,48 €/kg. Le lunghe stagionature risultano in calo anche a Modena e Reggio Emilia mentre quelle brevi mostrano una sostanziale tenuta pressoché su tutte le piazze di scambio monitorate.
A livello di fondamentali di mercato, secondo gli ultimi dati del Consorzio per la tutela del Parmigiano Reggiano, la produzione nel bimestre gennaio-febbraio si è attestata sulle 676mila forme. Questo dato è leggermente in calo rispetto al primo bimestre del 2022 (-1,2%) ma superiore di sei punti percentuali rispetto alla media 2017-2021 nello stesso periodo di riferimento.
Pecorino Romano
Prosegue la fase di stallo per le quotazioni del Pecorino Romano che continuano a mantenersi in equilibrio su livelli di prezzo mai toccati in precedenza. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene invariato sui 14,05 €/kg per l’ottava settimana consecutiva, consolidando una fase di stabilità che non evidenzia segnali di cedimento. Su base tendenziale continua ad attenuarsi la crescita delle quotazioni che scende al +34%.
Bovini vivi
Nessuna variazione in chiusura di marzo per le quotazioni dei bovini da macello. Queste ultime sono entrate da qualche settimana in una fase di sostanziale stabilizzazione in corrispondenza di livelli di prezzo che rappresentano i massimi storici per il comparto. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise restano ancorati a Mantova sui 3,58 €/kg (peso vivo), livello superiore di circa undici punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Invariati anche gli incroci nazionali quotati a Modena (3,15 €/kg peso vivo) così come tutte le altre razze principali.
Per i vitelli a carne bianca persiste il periodo di staticità in atto da inizio febbraio, sia a Mantova che Modena, con la variazione media tendenziale che si attesta sul +1%.
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