I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella settimana 13-17 marzo, si sono mostrati al ribasso per latte spot e materie grasse. Sostanziale stabilità per gli altri prodotti monitorati.
Latte
Nuovi ribassi per i listini nazionali del latte spot che mettono a segno la quarta settimana consecutiva con segno “meno”. Dopo il -4,5% della settimana precedente, il listino di Milano cede il -3,1% raggiungendo i 467,50 €/t, livello inferiore di oltre dieci punti percentuali rispetto alle quotazioni di metà febbraio. Stessa dinamica per il listino di Verona che mette a segno un -2,5% su base settimanale. Per la prima volta da marzo 2021 passa in territorio negativo la variazione media su base annua delle quotazioni (-1%).
Ancora pesante a Milano il latte di importazione, con i prodotti francese (-3,9%) e tedesco (-4,3%) che continuano a conservare uno sconto piuttosto consistente rispetto al latte nazionale. Latte estero che prosegue, dunque, nel percorso di rientro intrapreso nel quarto trimestre del 2022 dopo le forti tensioni della prima parte dell’anno che, a loro volta, riflettevano una situazione critica a livello di disponibilità di prodotto nel continente. Criticità certificate dagli ultimi dati Istat sull’import nazionale di latte sfuso per l’intero anno 2022 che documentano, in termini di volumi, una forte contrazione proprio in ragione della scarsa disponibilità di prodotto nella prima parte del 2022 (-13% rispetto al 2021 per un totale di 431mila tonnellate). In termini di valori vi è stata una contestuale impennata degli esborsi monetari (+30%). In particolare, i quantitativi in arrivo dalla Germania (secondo fornitore italiano) sono crollati di quasi il 30% su base annua.
L’allentamento delle tensioni sul latte continentale è altresì confermato dagli ultimi dati del Milk market observatory della Commissione europea che rilevano a gennaio un calo dei prezzi medi del latte alla stalla in Europa pari a circa il -4%.
Si continuano ad osservare cali più contenuti per il latte di origine biologica (-0,8% su base settimanale) che ha subito negli ultimi mesi una correzione di circa il -13% rispetto ai massimi dello scorso novembre, a fronte del -45% registrato dal latte spot.
Materie grasse
Materie grasse di nuovo in territorio negativo nella settimana centrale di marzo dopo il rimbalzo dell’ultimo mese, in un contesto caratterizzato in questa fase da un’accentuata volatilità. A Milano il burro pastorizzato cede il -3,3%, dopo il +3,4% della settimana 6–10 marzo, e torna sotto la soglia dei 3 €/kg (2,95 €/kg). Segno “meno” anche a Mantova (-3,2%) e Cremona (-2,4%).
Volatilità anche a livello continentale con i ribassi della settimana precedente che lasciano nuovamente spazio a timidi movimenti al rialzo. Il burro di centrifuga di Kempten in Germania avanza del +2,2% su base settimanale (4,75 €/kg) dopo il -4,4% della seconda settimana di marzo e il +3% della prima. Invariato il burro olandese che tra i principali benchmark mostra l’andamento più regolare.
In calo a livello nazionale tutti i principali prodotti del comparto, con lo zangolato che torna sui 2,75 €/kg (-3,5%) e la crema di latte nazionale sui 2,20 €/kg (-1,8%).
Grana Padano
Settimana di maggiore calma per i listini all’ingrosso del Grana Padano dopo alcune settimane caratterizzate da diffusa debolezza. A Milano stabilità su tutte le stagionature con lo stagionato 9 mesi che si mantiene sui 9,13 €/kg. Invariati anche gli altri listini principali, in particolare Mantova, Verona e Cremona. In costante attenuazione la variazione tendenziale delle quotazioni che scende a Mantova sotto il +15%.
Anche a livello continentale si registra una sostanziale stabilità per i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea. Fa eccezione l’Emmentaler che segna un calo repentino del -7% rispetto alla settimana precedente.
Parmigiano Reggiano
Quotazioni invariate nella terza settimana di marzo anche per il Parmigiano Reggiano, in un contesto complessivamente stazionario per l’intero settore caseario. Seconda settimana consecutiva all’insegna della stabilità per il listino di Parma, con lo stagionato 12 mesi fermo sui 10,48 €/kg e il 24 mesi sui 12,30 €/kg. Assenza di variazioni anche sulle altre piazze, con la variazione media tendenziale che si conferma negativa in particolare a Mantova (-3%) e Milano (-2%).
Pecorino Romano
Prosegue l’andamento orizzontale delle quotazioni del Pecorino Romano che sembrano aver raggiunto una posizione di equilibrio su livelli di prezzo che rappresentano comunque i massimi storici. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene sui 14,05 €/kg per la sesta settimana consecutiva, con la crescita su base annua che scende al +36%.
A livello di export, brusca frenata a dicembre per i quantitativi spediti oltrefrontiera che segnano un -29% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il 2022 si chiude, dunque, con esportazioni in netto calo in volume (-8%), a conferma del quadro di deficit produttivo che sta interessando il Pecorino Romano già dal 2021. Dall’altro lato, grazie soprattutto ai prezzi record raggiunti, vola l’export in valore (+17% rispetto al 2021) che sfiora quota 250 milioni di euro.
Bovini vivi
Nessuna variazione di rilievo per le quotazioni dei bovini da macello che si mantengono sostanzialmente sui livelli di fine febbraio. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise restano invariati a Mantova sui 3,58 €/kg (peso vivo) così come si mantengono stabili tutte le altre razze quotate sulla piazza lombarda. Invariati a Modena anche gli incroci nazionali sopra i 3,15 €/kg (peso vivo).
A livello di mercato, continuano le criticità sul lato dell’offerta con le macellazioni di bovini che faticano a decollare in questi primi mesi del 2023. Secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica, le macellazioni a febbraio si sono fermate per il quarto mese consecutivo sotto i 200mila capi (-16% rispetto a febbraio 2022) registrando altresì il dato mensile più basso dal 2010 (170mila). Il quadro di deficit produttivo in atto ormai da ottobre sta contribuendo ad alimentare le tensioni sui prezzi che continuano a mantenersi su livelli mai toccati in precedenza.
Permane la stabilità sul versante dei vitelli a carne bianca, con listini invariati sia a Mantova che Modena. Si mantiene sul +4% la variazione media annua delle quotazioni.
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