I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella terza settimana di maggio, si sono mostrati al rialzo per quanto riguarda il latte spot. Al ribasso, invece, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.
Latte
Rimbalzo per i listini nazionali del latte spot nella terza settimana di maggio, con quotazioni in aumento su tutte le principali piazze di scambio. Sulla piazza di Milano si registrano rialzi su base settimanale fino al +2,4% (432,50 €/t), con il listino che non evidenziava un incremento settimanale oltre i due punti percentuali da settembre dello scorso anno. Aumenti di entità simile a Verona (+2,8%), con la variazione tendenziale che si mantiene intorno al -18%.
Il segno “più” interessa anche il latte di importazione, sia il prodotto francese (+2,2%) che tedesco (+2,1%), che continua ad essere trattato a sconto rispetto al prodotto nazionale. Il divario, seppur in graduale attenuazione rispetto ai massimi di inizio anno, continua a mantenersi su livelli che non si osservavano da fine 2018.
In aumento a Milano anche il latte di origine biologica (+0,9%) che si attesta sui 587,50 €/t, conservando un margine di circa 160 €/t rispetto alle quotazioni del latte spot.
Materie grasse
Settimana di maggiore equilibrio nel comparto nazionale delle materie grasse, dopo i ribassi di inizio mese. In particolare, il burro pastorizzato si mantiene invariato a Milano sui livelli della settimana precedente (2,77 €/kg), con la variazione su base annua che si avvicina al -50%. Stabilità anche per i listini di Mantova e Cremona.
Contesto di sostanziale equilibrio anche per i principali benchmark continentali, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che si conferma sui 4,54 €/kg. In leggero rialzo il burro olandese che, dopo il +0,2% della seconda settimana di maggio, avanza di un ulteriore +0,9% attestandosi sui 4,65 €/kg.
Tra gli altri prodotti del comparto, si mantiene invariato lo zangolato (2,57 €/kg) mentre si registrano timidi movimenti al rialzo per la crema di latte nazionale (+0,9% a quota 2,16 €/kg).
Grana Padano
Tendenza alla debolezza a metà mese per i listini all’ingrosso del Grana Padano, in particolare per le brevi stagionature. A Milano lo stagionato 9 mesi arretra del -1,1% su base settimanale scendendo sugli 8,88 €/kg, livello più basso da maggio dello scorso anno. In calo anche lo stagionato 10 mesi quotato a Mantova (-0,6%), mentre si mantengono sostanzialmente stabili i listini di Cremona e Verona. Su base tendenziale gira in territorio negativo la variazione su base annua delle quotazioni che si avvicina a Mantova al -1%.
A livello continentale si confermano pesanti la maggior parte dei formaggi monitorati dalla Commissione europea, con i prodotti olandesi che continuano ad evidenziare i ribassi più consistenti. In particolare, Edamer (-2,7%) e Gouda (-2,4%) mettono a segno cali settimanali oltre i due punti percentuali, prolungando la fase di strutturale debolezza che si protrae sostanzialmente da inizio anno. In rosso anche il Cheddar (-0,8%) che evidenzia una variazione tendenziale prossima allo zero.
Parmigiano Reggiano
Prevale il segno “meno” nella settimana centrale di maggio per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano, in un contesto orientato alla debolezza per il settore caseario nel suo complesso. A Parma lo stagionato 12 mesi cede il -1% su base settimanale e raggiunge i 10,20 €/kg. I ribassi interessano anche tutte le altre stagionature ad eccezione del 30 mesi. Deboli anche i listini di Milano, Mantova e Reggio-Emilia.
In termini tendenziali, accelera in territorio negativo la variazione su base annua che raggiunge a Parma il -6%.
Pecorino Romano
Nessuna variazione nella seconda settimana di maggio per le quotazioni del Pecorino Romano, sostanzialmente stabili da inizio febbraio nonostante la fase di debolezza che sta interessando il comparto caseario. A Milano lo stagionato 5 mesi si conferma sulla soglia record di 14,05 €/kg, con la variazione tendenziale che si attesta sul +28%.
A livello di mercato, leggermente in calo in avvio di 2023 i quantitativi esportati di Pecorino Romano, con gli ultimi dati Istat che certificano nel bimestre gennaio-febbraio una flessione delle spedizioni oltrefrontiera di circa il -3% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’export in valore, tuttavia, si conferma su livelli record con gli introiti monetari che, beneficiando dell’aumento dei prezzi all’export, risultano superiori del 24% nello stesso periodo di riferimento.
Bovini vivi
Prosegue la fase di stabilità per i listini dei bovini da macello, in particolare per i vitelloni. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise si mantengono a Mantova sui 3,54 €/kg (peso vivo) per la quinta settimana consecutiva, così come si confermano invariate sopra i 3,15 €/kg (peso vivo) le razze da incroci nazionali quotate a Modena.
Debolezza, invece, per i vitelli a carne bianca che registrano a Modena una variazione settimanale negativa per la terza settimana consecutiva (-0,8%). In rosso anche i listino di Mantova (-1,6%), con la variazione tendenziale che per i vitelli a carne bianca si conferma prossima allo zero.
Lo scenario di mercato continua ad essere caratterizzato da accentuati deficit sul lato dell’offerta, con gli ultimi dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica che confermano il drastico calo delle macellazioni in questo avvio di 2023. Ad aprile il numero di capi bovini macellati si è attestato sulle 140mila unità, il dato mensile più basso degli ultimi dieci anni, con le macellazioni complessive nei primi quattro mesi dell’anno che non arrivano a 700mila capi (670mila, -23% rispetto allo stesso periodo del 2022).
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