I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella seconda settimana di ottobre, si sono mostrati pressoché invariati per tutti i prodotti monitorati, con la sola eccezione dei rialzi registrati per il Pecorino Romano.
Latte
Poco mossi nella seconda settimana di ottobre i listini del latte spot nazionale che faticano, in questa fase, ad orientarsi verso una direzione definita a causa del quadro di incertezza che persiste circa l’evoluzione delle condizioni produttive. Lievi aumenti su base settimanale per il listino di Milano (+0,4%) che si attesta sui 675–685 €/t per un prezzo medio di 680 €/t, nuovo massimo storico per la piazza. Invariate le quotazioni a Verona dopo i rialzi di inizio mese. Per la prima volta da maggio scende sotto quota +60% la crescita media su base annua dei listini (+59%).
Le quotazioni del latte spot continuano ad essere condizionate dall’agire di due forze contrapposte. Da un lato le criticità sul lato dell’offerta, in primis i costi eccezionali degli input produttivi, continuano a sostenere i prezzi. Dall’altro il rallentamento della domanda da parte dell’industria di trasformazione che fatica a soddisfare gli aumenti di prezzo della materia prima e costituisce un elemento di debolezza per le quotazioni. La combinazione di questi due fattori continuerà nelle prossime settimane a caratterizzare la dinamica dei prezzi del latte spot e dei suoi derivati.
A livello di volumi di produzione, persiste per alcuni dei principali Paesi produttori continentali il quadro di deficit della raccolta di latte, in primis Germania e Francia, mentre timidi miglioramenti si osservano per Olanda e Polonia. Secondo gli ultimi dati Eurostat, la Germania, primo produttore di latte a livello continentale, ha registrato a luglio un calo produttivo del -0,6% rispetto ai quantitativi prodotti a luglio 2021, risultato che va ad aggiungersi alle marcate contrazioni dei primi sei mesi dell’anno. A luglio segno “meno” anche per la raccolta francese (-0,2% su base annua) mentre Olanda (+2,3%) e Polonia (+3,4%) continuano a manifestare segnali di ripresa.
Stabile a Milano il latte estero, sia quello di provenienza francese che tedesca.
Invariato per la quinta settimana consecutiva il latte di origine biologica (690 €/t), con il divario con le quotazioni del latte spot che continua ad assottigliarsi (10 €/t contro i 90 €/t di inizio anno).
Materie grasse
Prosegue l’equilibrio nel mercato italiano delle materie grasse, seppur con segnali di rallentamento per i prezzi del burro provenienti dai principali mercati continentali. A Milano il burro pastorizzato si mantiene per la quinta settimana consecutiva sui 5,25 €/kg, così come restano invariati i listini di Mantova e Cremona. Si attenua ancora la crescita su base annua, attestata ora su un +85%.
I prezzi del burro hanno evidenziato un calo in tutti i principali mercati continentali, dinamica che apre le porte ad una trasmissione della debolezza anche sul mercato nazionale. Il burro di centrifuga di Kempten in Germania perde lo 0,8% su base settimanale e scende sotto quota 7 €/kg. In sensibile calo le quotazioni in Francia (-2,7%) mentre le quotazioni olandesi, le prime a girare al ribasso a inizio mese con cali fino al -1,4%, consolidano il trend negativo con ribassi del -2,2% su base settimanale.
Tra le altre materie grasse, primi segnali di cedimento per le quotazioni della crema di latte nazionale che, dopo il rally di settembre, nella seconda settimana di ottobre passano in territorio negativo (-0,6% a Milano). Si conferma sui 5,05 €/kg lo zangolato quotato a Milano.
Grana Padano
Nuova settimana di stabilità per le forme di Grana Padano. Si osservano leggeri rialzi solo sulla piazza di Milano, dove i prezzi di tutte le forme crescono dello 0,3%. Il prezzo medio delle forme stagionate nove mesi resta a 9,05 €/kg mentre la quotazione per le forme stagionate venti mesi si conferma a 9,9 €/kg. La variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso continua a salire, raggiungendo il +22,5%, spinta soprattutto dalle forme del fuori sale e delle forme stagionate nove mesi, che vedono una variazione tendenziale media del +29,6%.
Segnali di aumento per la produzione: a settembre le forme prodotte sono cresciute del 2% rispetto a settembre 2021. Nel complesso, i primi nove mesi dell’anno registrano però una contrazione produttiva del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Parmigiano Reggiano
Ancora stabilità per i listini del Parmigiano Reggiano. Il prezzo medio per le forme stagionate 12 mesi si attesta sui 10,7 €/kg mentre per le forme stagionate 24 mesi si conferma a 12,62 €/kg. La variazione tendenziale media dei prezzi si conferma sul +2,5%.
Le produzioni di Parmigiano Reggiano nel mese di settembre si attestano sulle 303mila forme, in calo del 5% su base annua (fonte: Consorzio di tutela).
Settimana di leggeri rialzi per i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea: il Cheddar passa a 4,82 €/kg (+0,2%), il Gouda sale a 5,24 €/kg (+0,5%) e l’Emmental raggiunge i 6,12 €/kg (+0,4%). In controtendenza l’Edam che scende a 5,26 €/kg (-0,1%).
Pecorino Romano
Prosegue la crescita dei prezzi del Pecorino Romano, in continuo rialzo da febbraio 2021, sostenuto dalla minore produzione e dal buon andamento dell’export. Il primo semestre 2022 ha visto una crescita dell’export dello 0,6% in termini di volumi e del 21,2% in termini di valore rispetto allo stesso periodo del 2021. Il principale acquirente estero del Pecorino si confermano gli USA a cui viene destinato oltre il 50% delle esportazioni. Sulla piazza di Milano lo stagionato cinque mesi si è attestato sui 12,75-13,05 €/kg con un aumento rispetto alla precedente settimana dello 0,8%. Su base annua l’aumento tocca il +37,2%.
Bovini da macello
Ulteriore stabilità nel mercato dei bovini da macello, con le quotazioni che si mantengono sostanzialmente invariate sui livelli di inizio settembre. Nel comparto dei vitelloni da macello, i vitelloni Charolaise si confermano a Mantova sopra i 3,41 €/kg (peso vivo), così come restano invariate sui 2,96 €/kg (peso vivo) le razze da incroci nazionali quotate a Modena.
Seppur in fase di equilibrio, le quotazioni dei vitelloni da macello continuano a mantenersi su livelli storicamente elevati, con l’attuale fase di tensione sui prezzi che persiste ormai da dodici mesi. Si attenua la crescita su base annua delle quotazioni dei vitelloni che raggiunge il +24% contro il +29% di inizio settembre.
L’equilibrio interessa anche il comparto dei vitelli a carne bianca che si mantengono invariati per la quarta settimana consecutiva sia a Mantova che Modena. Stabile sul +9% la crescita media su base annua delle quotazioni.
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