I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella prima settimana del 2023, hanno confermato la tendenza al ribasso del latte spot e delle materie grasse, in linea con le ultime rilevazioni del mese di dicembre. Stabilità nei listini degli altri prodotti monitorati.
Latte
Nella prima settimana dell’anno prende vigore la tendenza ribassista delle quotazioni nazionali del latte spot, dopo i cali riscontrati nel mese di dicembre. Il listino di Milano perde oltre cinque punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente per attestarsi sui 600 €/t, livello più basso da giugno. Ad incidere sui ribassi sono i miglioramenti produttivi a livello europeo che stanno contribuendo ad ampliare la disponibilità di prodotto in tutto il continente. La domanda, invece, si conferma in rallentamento. Prevedibili nelle prossime settimane ulteriori spinte ribassiste, in virtù anche della fase stagionalmente debole per la materia prima.
In forte discesa il latte di provenienza estera a Milano, a conferma della portata continentale dell’attuale fase di debolezza, con il prodotto francese e quello tedesco che cedono entrambi il -7% rispetto alla rilevazione precedente.
Si conferma in territorio negativo anche il latte di origine biologica seppur con cali di entità inferiore rispetto al latte spot (-2,3%). Si amplia così il divario tra le quotazioni dei due prodotti che per la prima volta da aprile torna sui 50 €/t.
Materie grasse
Prosegue in apertura d’anno il calo nel comparto delle materie grasse, con le quotazioni che hanno sostanzialmente azzerato gli incrementi della prima parte del 2022 e stanno gradualmente rientrando sui livelli del quarto trimestre del 2021. A Milano il burro pastorizzato cede il -6,8% rispetto alla rilevazione precedente (3,40 €/kg), dando seguito al -7,6% della settimana prenatalizia e al -6% della settimana 12–16 dicembre. Nello spazio di un mese il listino ha perso circa venti punti percentuali.
Segno “meno” anche per i principali benchmark europei, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che cede il -5,1% rispetto alla rilevazione precedente portandosi sui 5,03 €/kg. In territorio negativo anche il burro olandese (-2% su base settimanale, quattordicesima settimana consecutiva di ribassi) e il prodotto francese (-1,1%).
Sul lato dell’offerta proseguono i miglioramenti produttivi per i principali produttori europei, fattore che sta alimentando l’attuale fase di normalizzazione delle quotazioni. Secondo gli ultimi dati Eurostat, la Germania, primo Paese per produzione di burro a livello continentale, ha registrato ad ottobre un incremento produttivo di circa il +4% rispetto ai quantitativi prodotti ad ottobre 2021, portando a quattro il numero di mesi consecutivi con variazioni su base annua positive. In decisa espansione anche le produzioni in Polonia (+9% rispetto ad ottobre 2021), Belgio (+23%) e Olanda (+15%), tre dei primi sei Paesi europei per volumi produttivi di burro.
In deciso calo a Milano tutti i prodotti del comparto delle materie grasse, in primis zangolato (-7,2% su base settimanale, 3,20 €/kg) e crema di latte nazionale (-10,2%, 2,64 €/kg).
Grana Padano
Prima settimana del 2023 all’insegna della stabilità per i prezzi all’ingrosso del Grana Padano, con quotazioni sospese per festività su molte delle principali piazze di scambio. Il listino di Milano si conferma in equilibrio nella settimana in esame, con lo stagionato 9 mesi che si mantiene sui 9,43 €/kg, lo stesso livello di fine novembre. In termini tendenziali scende di un punto percentuale la variazione media su base annua delle quotazioni sulla piazza lombarda (+29%). Seppur in equilibrio le quotazioni del Grana Padano si confermano su valori storicamente elevati, con i segnali di debolezza a monte della filiera che non appaiono manifestarsi in questa fase nel settore caseario nazionale.
A livello continentale risultano contrastati in apertura d’anno i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, con segno “meno” per i prodotti olandesi (Edamer e Gouda) e rialzi per l’Emmentaler che continua nel suo andamento volatile.
Parmigiano Reggiano
Il nuovo anno si apre senza variazioni per i listini all’ingrosso del Parmigiano Reggiano, in un contesto ancorché caratterizzato da rilevazioni sospese sulla maggior parte delle principali piazze di scambio. Quotazioni invariate a Milano e Reggio-Emilia per tutte le stagionature, con lo stagionato 12 mesi fermo sui 10,60 €/kg a Milano e sui 10,75 €/kg a Reggio-Emilia.
In termini tendenziali si confermano tra il +2% e il +3% le variazioni su base annua delle quotazioni sulle piazze monitorate, con il Parmigiano Reggiano che nel 2022 si è confermato tra i prodotti più stabili nel settore caseario.
Pecorino Romano
Si mantengono invariate in avvio di 2023 le quotazioni del Pecorino Romano, dopo un 2022 da record. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene sui 13,70 €/kg, livello mai raggiunto in precedenza. Tra i fondamentali di mercato da monitorare nel nuovo anno appare di primaria importanza l’evoluzione del contesto di deficit produttivo che ha caratterizzato in particolare l’annata 2021/22, uno dei principali fattori alla base dell’attuale dinamica rialzista.
Bovini vivi
Quotazioni dei bovini da macello assenti nella prima settimana del nuovo anno alla luce della sospensione delle rilevazioni per festività sulle principali piazze di scambio. Sul versante dei vitelloni da macello, il trend di fondo appare orientato verso un contesto di equilibrio. Ciò è giustificato anche dall’andamento stagionale del comparto che generalmente a gennaio lascia spazio ad una fase di debolezza dopo le performance toniche tipiche del mese di dicembre. Quest'ultimo rappresenta il mese dell’anno in cui si sono registrati storicamente i maggiori rialzi.
Rilevazioni assenti anche per i vitelli a carne bianca che hanno chiuso il 2022 ai massimi storici.
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