I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella prima settimana di febbraio, hanno mostrato timidi rialzi per quanto riguarda il latte spot e rincari più marcati per il Pecorino Romano. Stabili i bovini da macello. Al ribasso, invece, le materie grasse e le due maggiori Dop casearie.
Latte
In leggera ripresa ad inizio febbraio le quotazioni nazionali del latte spot, dopo la decisa correzione di dicembre e gennaio. Il listino di Milano guadagna il +0,5% su base settimanale portandosi sui 522,50 €/t, con rialzi di pari entità a Verona (+0,5%). I prezzi nazionali in questa fase sembrano aver raggiunto una posizione di equilibrio in prossimità della soglia dei 500 €/t che, pur risultando inferiore di quasi trenta punti percentuali rispetto ai massimi di ottobre, resta un livello storicamente elevato (raggiunto dal 2010 solo una volta oltre al 2022).
A livello continentale, secondo gli ultimi dati del Milk market observatory della Commissione, il latte alla stalla in Europa ha messo a segno a dicembre il primo calo su base mensile (-0,6% rispetto a novembre) dopo 22 mesi consecutivi di rialzi, con le prime stime per il mese di gennaio che sembrano confermare la tendenza ribassista.
Tornando ai prezzi, a Milano lievi rialzi anche per il latte di provenienza estera, sia per il prodotto francese (+0,6% su base settimanale) che tedesco (+0,5%).
Si mantiene stabile sui 615 €/t anche il latte di origine biologica che, rispetto agli altri prodotti del comparto, ha registrato negli ultimi mesi una flessione meno marcata.
Materie grasse
Quotazioni nazionali delle materie grasse ancora in calo in apertura di febbraio, seppur con tiepidi segnali di ripresa soprattutto a livello continentale. A Milano il burro pastorizzato arretra del -3,8% su base settimanale (2,55 €/kg), consolidando i forti ribassi che hanno interessato il listino nel mese di gennaio. In rosso anche le quotazioni sulla piazza di Mantova (-3,7%) mentre si arresta la discesa per il listino di Cremona.
A livello continentale si registrano timidi rialzi per i principali benchmark, dopo quattro mesi consecutivi all’insegna della debolezza. Il burro di centrifuga di Kempten in Germania avanza del +1,8% su base settimanale (4,25 €/kg) mentre il “Verse Boter” olandese guadagna il +3,5%, registrando il primo rialzo settimanale da settembre. Da monitorare nelle prossime settimane la solidità dei rialzi europei e la possibile trasmissione sul mercato nazionale.
Contrastati sulla piazza di Milano gli altri prodotti del comparto delle materie grasse. Da un lato, lo zangolato continua a perdere terreno (-4,1%) scendendo sui 2,35 €/kg mentre, dall’altro, la crema di latte nazionale registra un aumento del +2% rispetto alla settimana precedente riportandosi sui 2 €/kg.
Grana Padano
Seconda settimana consecutiva con segno “meno” per il Grana Padano che segue la debolezza del comparto caseario nel suo complesso. In calo tutte le principali piazze di scambio, con il listino di Milano che registra una flessione su base settimanale del -0,5% per lo stagionato 9 mesi (9,33 €/kg). Perdite settimanali di oltre un punto percentuale per il listino di Verona.
Perde quota la crescita media su base annua delle quotazioni che si porta a Mantova sotto i venti punti percentuali (+19,5%) per la prima volta da ottobre.
Arretrano in apertura di febbraio anche i principali formaggi continentali, con i formaggi olandesi che consolidano la tendenza ribassista avviata a gennaio. Nello specifico, Gouda (-3,9% su base settimanale) e Edamer (-3,4%) tornano sotto i 5 €/kg per la prima volta da metà 2022. Tra gli altri prodotti si conferma la volatilità per l’Emmentaler (-2,6% dopo il +4% della settimana precedente) che mantiene, ad ogni modo, la più alta variazione tendenziale tra i formaggi monitorati dalla Commissione europea (+42%).
Parmigiano Reggiano
Nuovi ribassi per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano con tutte le principali piazze di scambio che registrano variazioni medie settimanali prossime al -1%. Terza settimana consecutiva con segno negativo per il listino di Parma, con lo stagionato 12 mesi che si porta sui 10,48 €/kg (-1%) e il 24 mesi sui 12,40 €/kg (-0,8%). Passo indietro anche per i listini di Mantova, Milano e Modena.
In termini tendenziali la variazione media su base annua delle quotazioni accelera in territorio negativo pressoché su tutte le principali piazze (la minima a Mantova a quota -1,1%).
Pecorino Romano
Non accenna ad arrestarsi l’ascesa dei prezzi del Pecorino Romano che in questa fase si discosta in maniera decisa rispetto all’andamento degli altri formaggi a lunga stagionatura. A Milano lo stagionato 5 mesi avanza del +0,7% su base settimanale superando i 14 €/kg (14,05 €/kg) per la prima volta da quando sono state avviate le rilevazioni dei prezzi del prodotto sulla piazza lombarda (2007). Si mantiene saldamente al di sopra dei quaranta punti percentuali (+41,2%) la crescita tendenziale delle quotazioni.
Bovini vivi
All’insegna della stabilità il mercato dei bovini da macello in avvio di febbraio, dopo i rialzi della settimana precedente. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise si mantengono stabili a Mantova sui 3,56 €/kg (peso vivo) così come le razze da incroci nazionali quotate a Modena che restano invariate sui 3,13 €/kg (peso vivo). Il comparto dei vitelloni continua, dunque, a mantenersi ai massimi degli ultimi anni, con la tendenza di fondo al rialzo che si protrae sostanzialmente da agosto 2021.
Stabilità anche sul fronte dei vitelli a carne bianca, sia a Mantova che Modena, con la variazione media tendenziale delle quotazioni che scende al +7%.
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