I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella seconda settimana di giugno, hanno registrato nuovi rialzi per quanto riguarda il latte spot. Sostanziale stabilità, invece, per gli altri prodotti monitorati, ad eccezione del Pecorino Romano e dei bovini da macello che hanno perso terreno.
Latte
Nuovo rialzo per i prezzi del latte spot nazionale, con le quotazioni sulla piazza di Milano che raggiungono la soglia dei 500 €/t, in crescita di due punti percentuali rispetto alla settimana scorsa. Ad influire sul dato la buona richiesta di prodotto congiuntamente ad un calo delle disponibilità. Si amplia, tuttavia, il ritardo rispetto lo scorso anno, pari ad un -16%.
Prosegue la marcia in avanti anche per il latte di importazione, con il prodotto francese e tedesco che avanzano del +6% su base settimanale.
Crescita vicino al punto percentuale per il latte di origine biologica, con il differenziale rispetto al latte spot che scende dal massimo di 160 €/t di fine aprile agli attuali 122 €/t.
Materie grasse
Seconda settimana di sostanziale stabilità per i listini nazionali delle materie grasse. In particolare, il burro pastorizzato quotato a Milano conferma la soglia dei 2,90 €/kg, poco sopra la metà dei valori della scorsa annata. Restano invariati anche i listini di Mantova (2,95 €/kg) e Cremona (4,10 €/kg).
Anche a livello continentale prevale una certa staticità, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che si mantiene sui 4,67 €/kg.
Tornando ai listini nazionali, assenza di variazione di prezzo sia per lo zangolato di Milano (2,32 €/kg) che per la crema di latte nazionale (2,24 €/kg).
Grana Padano
Contesto di sostanziale stabilità anche per i listini all’ingrosso del Grana Padano, in linea con quanto si sta osservando nel comparto dei formaggi. Sulla piazza di Milano lo stagionato 10 mesi non si discosta da quota 8,73 €/kg, con la variazione su base annua a ridosso del -2%. Listini invariati per tutte le stagionature anche a Mantova, Cremona e Verona.
A livello di fondamentali di mercato, il Grana Padano ha mostrato una buona performance produttiva nei primi cinque mesi dell’anno, fattore cha ha contribuito alla spinta ribassista registrata nelle settimane precedenti. In particolare, secondo gli ultimi dati del Consorzio per la tutela del Grana Padano, il numero di forme prodotte tra gennaio e maggio ha sfiorato i 2,6 milioni, la cifra più alta negli ultimi sette anni per il periodo considerato.
Parmigiano Reggiano
Si mantengono stabili anche i listini del Parmigiano Reggiano dopo i cali della settimana scorsa. A Parma lo stagionato 12 mesi quota 10,05 €/kg mentre il 24 mesi si attesta sui 11,75 €/kg. Nessuna novità neppure per Modena e Milano. In controtendenza la piazza di Reggio-Emilia con perdite settimanali di mezzo punto percentuale.
In sofferenza anche i formaggi continentali monitorati dalla Commissione europea, con i ribassi di quasi 3 punti percentuali per lo svizzero Emmentaler e l’olandese Gouda. Contenute le perdite per il Cheddar (-0,3%).
Pecorino Romano
Primi segnali di cedimento per i listini all’ingrosso del Pecorino Romano. A Milano lo stagionato 5 mesi scende a 13,95 €/Kg, lasciandosi alle spalle i 14,05 €/Kg (-0,8%), valore record che si protraeva dal mese di febbraio. Pur restando su valori positivi continua a ridimensionarsi la crescita annua, pari attualmente al +23%.
Bovini vivi
Andamento contrastato per i prezzi del comparto bovini, con Mantova che perde terreno a fronte di una maggiore tenuta riscontrata per Modena. In particolare, a Mantova arretrano sia i vitelloni Charolaise che gli incroci nazionali (-0,3% per entrambi) mentre Modena resta agganciata ai valori della settimana precedente. Stesso andamento per i vitelloni Limousine, che a Mantova scendono su 3,67 €/kg (peso vivo), valore che non si vedeva da fine novembre.
In ribasso anche i listini dei vitelli a carne bianca, sia per Mantova che Modena, con un calo di quasi un punto percentuale. Su base tendenziale, i prezzi restano al di sopra dello scorso anno con picchi del +14% per la piazza di Modena.
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