Prezzi prodotti zootecnici: materie grasse in netta diminuzione

prezzi prodotti zootecnici
I dati di riferimento per i prodotti lattiero-caseari e bovini rilevati dalle Camere di commercio ed elaborati da Borsa merci telematica italiana (Bmti) relativi alla settimana 7-11 novembre 2022

I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella seconda settimana di novembre, si sono mostrati in diminuzione per il latte spot e, ancor di più, per il comparto delle materie grasse. Bene il Grana Padano e il Pecorino Romano. Stabili Parmigiano Reggiano e bovini da macello.

Latte

Dopo i massimi storici di metà ottobre, in apertura di novembre prosegue la fase di debolezza delle quotazioni del latte spot nazionale, seppur con cali percentuali su base settimanale inferiori al -1%. Il listino di Milano perde il -0,4% rispetto alla rilevazione precedente e si attesta sui 670–680 €/t, per un prezzo medio di 675 €/t. Variazioni della stessa entità a Verona (-0,4%). Per la prima volta da marzo scende al di sotto del +50% la variazione media su base annua delle quotazioni, contro il +63% di un mese fa.

A livello di fondamentali, il rallentamento della domanda da parte dell’industria di trasformazione continua a rappresentare in questa fase la forza di mercato prevalente. Sul fonte opposto, l’offerta resta caratterizzata da una serie di criticità, come i diffusi cali della raccolta che hanno interessato i principali produttori continentali per tutto l’anno.

Debole a Milano anche il latte di provenienza estera, con cali percentuali intorno al -0,8% sia per il prodotto francese che tedesco.

Stabile per la decima settimana consecutiva il latte di origine biologica quotato a Milano (690 €/t). Il divario rispetto alle quotazioni del latte spot, pur ampliandosi leggermente (15 €/t contro i 10 €/t di un mese fa), resta ben al di sotto dei 90 €/t di inizio anno.

Materie grasse

Listini nazionali delle materie grasse in crollo verticale in apertura di novembre, sulla scia della fase di diffusa debolezza che sta interessando tutti i principali mercati europei. A Milano il burro pastorizzato perde circa il l'8% rispetto alla rilevazione precedente per scendere, per la prima volta da marzo, sotto la soglia dei 5 €/kg (4,70 €/kg). In deciso calo anche i listini di Mantova e Cremona che arretrano rispettivamente del -5% e -7% rispetto alla settimana precedente. Cali settimanali di simile entità non si verificavano da aprile 2020, durante il primo lockdown. Continua ad attenuarsi la crescita media su base annua che scende al +30% contro il +100% di inizio ottobre.

Non accenna ad arrestarsi la discesa dei prezzi del burro sui principali mercati europei. Il burro di centrifuga di Kempten in Germania perde oltre il -6% su base settimanale per attestarsi sui 6,13 €/kg, livello più basso da marzo. In forte calo anche il Verse Boter olandese che cede più del 4% rispetto alla settimana precedente (-22% rispetto ai valori registrati a fine settembre).

Ad alimentare l’attuale fase di debolezza vi è la maggiore disponibilità di prodotto in tutto il continente. Come testimoniano gli ultimi dati Eurostat sui volumi produttivi di burro, infatti, è in corso una decisa ripresa rispetto alle pesanti contrazioni della prima parte dell’anno. Nel mese di agosto i principali produttori europei hanno registrato marcati incrementi rispetto ai quantitativi prodotti ad agosto 2021. In primis la Germania (+3%) che nel bimestre luglio-agosto ha prodotto quasi 2mila tonnellate di burro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+2,5%). In decisa crescita le produzioni in Belgio (+34% rispetto ad agosto 2021), Olanda (+9%) e Polonia (+13%).

Il segno “meno” investe l’intero comparto delle materie grasse. A Milano le quotazioni della crema di latte nazionale (3,34 €/kg) e dello zangolato (4,50 €/kg) che perdono rispettivamente il -5% e il -8% rispetto alla rilevazione precedente.

Grana Padano

Accelerano al rialzo in apertura di novembre i listini all’ingrosso del Grana Padano, dopo i primi segnali di crescita di settembre e ottobre. A Mantova le quotazioni avanzano del +1% su base settimanale per tutte le stagionature, con la variazione media su base annua delle quotazioni che raggiunge il +23%. Sulla piazza di Milano lo stagionato 9 mesi aggiunge 10 centesimi rispetto alla rilevazione precedente (+1,1%) per attestarsi sui 9,18 €/kg. Anche lo stagionato 16 mesi mette a segno rialzi su base settimanale di simile entità. Più accentuate le variazioni a Verona dove i rialzi sfiorano in media il +2%.

A livello europeo poco mosse le quotazioni dei principali formaggi con l’Emmentaler che recupera parzialmente terreno (+0,8%) dopo il -1,8% della settimana precedente. Invariati per la terza settimana consecutiva Cheddar e Edamer, con il prodotto olandese che registra la variazione tendenziale più alta tra i principali formaggi europei (+51%).

Parmigiano Reggiano

Si consolida la prolungata fase di staticità delle quotazioni del Parmigiano Reggiano che si mantengono pressoché invariate rispetto ai livelli di maggio. Invariate a Parma sia le brevi che le lunghe stagionature, con lo stagionato 12 mesi che si conferma su un prezzo medio di 10,73 €/kg e lo stagionato 24 mesi invariato sui 12,70 €/kg. Quotazioni stabili anche a Milano dopo la ripresa delle rilevazioni dopo la festività di Ognissanti.

In termini tendenziali la variazione media su base annua delle quotazioni si mantiene tra il +2% e il +3% su tutte le principali piazze di scambio.

Pecorino Romano

Nuovi rincari per i prezzi all’ingrosso del Pecorino Romano, con la tendenza rialzista di fondo in atto da inizio anno che non accenna ad attenuarsi. A Milano lo stagionato 5 mesi avanza del +1,2% rispetto alla rilevazione precedente per stabilire il nuovo massimo storico a quota 13,15 €/kg.

In termini tendenziali si mantiene costante sul +38% la crescita su base annua delle quotazioni. Il persistere del quadro di deficit della produzione rispetto alla domanda risulta tra i principali fattori che alimentano le tensioni sui prezzi.

Bovini vivi

Prosegue la fase di sostanziale equilibrio nel mercato dei bovini da macello, con i vitelloni da macello quotati a Mantova che continuano ad essere interessati da una lieve dinamica rialzista. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise aggiungono a Mantova un centesimo rispetto alle quotazioni della settimana precedente (+0,3%) per attestarsi sopra i 3,43 €/kg (peso vivo). Stesso andamento per le altre razze quotate a Mantova, con rialzi nell’ordine di un centesimo anche per i vitelloni Limousine e le razze da incroci nazionali. Si mantengono stabili, invece, i vitelloni da macello quotati a Modena tra cui gli incroci nazionali che si confermano sui 2,99 €/kg (peso vivo). Stabile sul +19% la variazione su base annua delle quotazioni medie dei vitelloni.

Invariati per l’ottava settimana consecutiva i prezzi all’ingrosso dei vitelli a carne bianca, sia a Mantova che Modena. In termini tendenziali scende al +5% la crescita media su base annua delle quotazioni, contro il +9% di fine ottobre.

Leggi le schede sui prezzi dei prodotti zootecnici

Prezzi prodotti zootecnici: materie grasse in netta diminuzione - Ultima modifica: 2022-11-15T13:00:13+01:00 da Alice Martini

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