I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nell'ultima settimana di aprile, sono stati interessati da ribassi per quel che riguarda il latte spot, le materie grasse e il Parmigiano Reggiano. Stabili il Grana Padano, il Pecorino Romano e i bovini da macello.
Latte
Nuova flessione in chiusura di aprile per i listini nazionali del latte spot, con la tendenza ribassista che, a parte il periodo di stabilità tra metà gennaio e metà febbraio, si protrae di fatto da inizio dicembre. La dinamica, osservata sia a livello nazionale che europeo, continua ad essere alimentata dal buon andamento della raccolta nell’intero continente, in netto recupero già dal quarto trimestre dello scorso anno. Nello specifico, gli ultimi dati Eurostat relativi al mese di febbraio certificano produzioni in costante aumento per la maggior parte dei principali produttori europei, con la Germania che archivia il sesto mese consecutivo con volumi produttivi in crescita rispetto all’anno precedente (+2,3% rispetto a febbraio 2021). Torna il segno “più” anche per la raccolta italiana (a febbraio +0,5% su base annua) dopo quattro mesi di cali.
Sul fronte dei prezzi, nella settimana 24–28 aprile il latte spot a Milano perde il 2,3% su base settimanale raggiungendo i 422,50 €/t, con la variazione tendenziale che scende al -18%.
Torna a scendere anche il latte di importazione, sia il prodotto tedesco (-2,7% a quota 357,50 €/t) che francese (-1,4%), con lo “sconto” rispetto alle quotazioni del prodotto nazionale che si conferma in graduale attenuazione.
In calo a Milano anche il latte di origine biologica (-0,9% a quota 582,50 €/t) che conserva un divario rispetto ai prezzi del latte spot sui 160 €/t (contro i 20 €/t di fine 2022).
Materie grasse
Si conferma pesante il comparto nazionale delle materie grasse, tornato in calo nella seconda metà di aprile dopo circa un mese di stabilità. Dopo il -2,7% della settimana precedente, in chiusura del mese di aprile il burro pastorizzato quotato a Milano perde il -1,7% e si attesta sui 2,82 €/kg. La debolezza investe anche il listino di Mantova che registra un -3,3% dopo sei settimane consecutive con quotazioni invariate. In termini tendenziali raggiunge il -45% la variazione rispetto ai prezzi medi di un anno fa.
Poco mossi i principali benchmark continentali, con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che si conferma l’unico a registrare timidi movimenti (-1,4% a quota 4,61 €/kg contro il +1,6% della settimana precedente). Invariato per la seconda settimana consecutiva il “Verse Boter” olandese.
Deboli tutti gli altri prodotti del comparto, con lo zangolato che cede a Milano il -1,9% (2,62 €/kg) e la crema di latte nazionale il -2,7% (2,18 €/kg).
Grana Padano
Maggior equilibrio nell’ultima settimana di aprile per i listini all’ingrosso del Grana Padano, sebbene la tendenza di fondo si confermi generalmente orientata verso la debolezza. In particolare, si mantengono invariati su tutte le stagionature i listini di Mantova e Cremona mentre a Milano si rilevano timidi movimenti al ribasso per lo stagionato 9 mesi (-0,6% su base settimanale) che raggiunge quota 8,98 €/kg. In progressiva attenuazione la variazione tendenziale che scende a Mantova sul +2%.
A livello continentale prevale il segno negativo tra i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, con i prodotti olandesi che, dopo i timidi rialzi della settimana precedente, registrano i cali più consistenti (-3% per il Gouda, -2% per l’Edamer). Debole anche l’Emmentaler che rispetto alle quotazioni di fine marzo ha perso oltre tre punti percentuali.
Parmigiano Reggiano
Torna il segno “meno” per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano dopo una seconda parte di aprile all’insegna dell’equilibrio. A Parma cali settimanali nell’ordine del -0,5% per tutte le stagionature, con lo stagionato 12 mesi che scende a 10,35 €/kg (-0,5%) e il 24 mesi a 11,95 €/kg (-0,4%). L’ultimo risultato, in particolare, appare significativo dal momento che le forme a 24 mesi di stagionatura non scendevano a Parma sotto i 12 €/kg da due anni e mezzo ossia dalla prima settimana di gennaio 2021. Prezzi in calo anche a Milano, soprattutto per le lunghe stagionature, mentre si riscontra una sostanziale stabilità sulle altre principali piazze di scambio. Si conferma in territorio negativo la variazione tendenziale che supera a Milano il -5%.
A livello di fondamentali di mercato, gli ultimi dati Istat evidenziano una performance dell’export dell’aggregato Parmigiano Reggiano–Grana Padano nel primo mese dell’anno sostanzialmente in linea con gennaio 2022 (-0,6% in volume). Gennaio rappresenta il mese dove si registrano i quantitativi spediti oltrefrontiera più bassi: 7.500 tonnellate contro una media negli altri undici mesi di oltre 9.000 tonnellate. Se in volume si osservano performance simili tra un anno e l’altro, l’export in valore continua nella sua corsa (a gennaio +11% rispetto al dato di gennaio 2022) grazie all’aumento dei prezzi all’export già osservato nella seconda parte del 2022.
Pecorino Romano
Prosegue la fase di equilibrio per le quotazioni del Pecorino Romano che entrano nel quarto mese consecutivo di stabilità. A Milano lo stagionato 5 mesi resta ancorato sul valore record di 14,05 €/kg, sostanzialmente lo stesso prezzo da inizio febbraio. Si conferma sul +30% la variazione su base annua delle quotazioni.
Bovini vivi
Pausa di riflessione in chiusura di aprile per i listini dei bovini da macello, dopo due settimane di ribassi. Tra i vitelloni, i capi Charolaise si mantengono invariati a Mantova sui 3,54 €/kg (peso vivo) così come restano stabili le altre principali razze quotate sulla piazza lombarda. Equilibrio anche a Modena dove le razze da incroci nazionali si confermano sui 3,15 €/kg (peso vivo). Il mese appena concluso, dunque, si conferma stagionalmente debole per le quotazioni dei vitelloni (-0,7% rispetto a marzo per i Charolaise), con i listini che tra il 2014 e il 2022 hanno riportato in media le perdite più cospicue proprio ad aprile.
Invariate anche le quotazioni dei vitelli a carne bianca sia a Mantova che Modena, dopo aver perso nelle due settimane centrali del mese complessivamente oltre due punti percentuali.
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