In apertura di maggio, i prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci hanno confermato il trend negativo del burro. Un debole ribasso è stato registrato anche per il Parmigiano Reggiano mentre il latte spot ha mostrato un lieve incremento. Stabilità sugli altri mercati.
Latte
Dopo la staticità delle settimane precedenti, il mercato del latte ha registrato un lieve apprezzamento (+0,5% medio settimanale), determinato prevalentemente dalla buona performance del latte spot nazionale su tutte le principali piazze di scambio. A Milano, infatti, il prodotto nazionale crudo è cresciuto dello 0,8% (320-325 €/t) e, contestualmente, un incremento è stato registrato anche a Verona (325-335 €/t, +1,5%) e a Brescia (323-328 €/t, +1,9% settimanale).
Totale stabilità per il latte estero francese (325-340 €/t sul listino di Milano) come pure per quello tedesco (345-360 €/t sul listino di Milano).
Invariati anche il latte bovino biologico e il siero di latte.
I prezzi attuali si confermano in crescita rispetto allo scorso anno per tutti i prodotti. In particolare, per il latte spot estero la variazione annua si mantiene decisamente più accentuata rispetto al prodotto nazionale (+30% rispetto a un +10%).
Materie grasse
Il mercato all’ingrosso del burro ha presentato contrazioni di listino per la terza settimana consecutiva (-1,2%) su tutte le piazze di scambio, le quali, al contempo, hanno fatto registrare stabilità per la panna. I prezzi del burro prodotto con crema di latte a Milano hanno ceduto l’1,3% su base settimanale e si sono assestati a 3,80 €/kg, mantenendosi comunque in rialzo di oltre il 40% rispetto allo scorso anno.
Anche uno dei principali riferimenti europei per il prezzo all’ingrosso del burro, la borsa di Kempten in Germania, ha presentato nuovamente quotazioni al ribasso (3,85-3,95 €/kg, -1,9% sulla precedente rilevazione settimanale).
Grana Padano
Il Grana Padano sembra far arrestare la discesa delle quotazioni in atto da gennaio (variazioni medie nulle su base settimanale). Fa eccezione la piazza di Brescia sulla quale c'è stata una lieve contrazione dello stagionato 9 mesi (7,03-7,12 €/kg, -0,6%) a fronte di un modesto apprezzamento del 12/15 mesi (8,50-8,68 €/kg, +0,4%). Gli altri centri di scambio non hanno registrato variazioni per tutte le stagionature.
Rispetto allo scorso anno la crescita si mantiene inferiore alla soglia del +10% per la quasi totalità delle stagionature.
Parmigiano Reggiano
Dopo un quadrimestre di totale stabilità, il mercato del Parmigiano Reggiano è andato in contro ad una settimana di flessione nelle quotazioni (-0,3% medio). Diffusi i ribassi sulla piazza di Mantova, ma anche Milano, Modena, Parma e Reggio Emilia hanno presentato un calo per lo stagionato 12 mesi. Non viene comunque intaccato l’importante margine di crescita delle quotazioni rispetto al 2020, soprattutto per le stagionature più brevi i cui prezzi si mantengono più alti del 25% circa.
Bovini vivi
Mercato stazionario anche in apertura di maggio per i bovini da macello. Su tutti i principali centri di scambio del Nord i listini dei vitelloni sono rimasti fermi, ad eccezione di un calo frazionale sulle piazze di Padova e Modena per la razza Charolaise.
Dinamica simile anche per i vitelli a carne bianca, i cui prezzi, nel confronto con i bassi livelli che si registravano durante la prima ondata della pandemia, spuntano però rialzi considerevoli rispetto a un anno fa, superiori al 20% sia a Mantova che a Modena.
Tra i capi da allevamento, continuano ad apprezzarsi i vitelli baliotti che rafforzano così la crescita anche rispetto allo scorso anno.
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