I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella settimana centrale di febbraio, hanno mostrato una diffusa stabilità. Fanno eccezione le variazioni positive che hanno interessato il comparto delle materie grasse.
Latte
Prosegue l’andamento orizzontale delle quotazioni nazionali del latte spot che si mantengono a febbraio sostanzialmente invariate sui livelli di fine gennaio. Stabile sui 522,50 €/t il listino di Milano così come non si registrano variazioni sulla piazza di Verona. Il mercato appare in fase di consolidamento dopo la decisa riduzione di gennaio, trovando un equilibrio poco sopra i 500 €/t. In termini tendenziali si assottiglia la variazione media su base annua delle quotazioni che scende al +15% contro il +28% di inizio anno.
A Milano il latte di importazione, pur rimanendo invariato, continua ad essere trattato fortemente a sconto rispetto al prodotto nazionale. Il divario tra le quotazioni, infatti, si attesta ai massimi da fine 2018. Da monitorare nelle prossime settimane l’andamento di tale discrepanza, con la concorrenza del latte estero che potrebbe tornare ad esercitare pressioni al ribasso sui prezzi del latte spot nazionale.
Stabile sui 615 €/t il latte di origine biologica a Milano che però conserva un premio rispetto al latte spot di quasi 100 €/t (contro il minimo storico di 10 €/t registrato lo scorso ottobre).
Materie grasse
Dopo quasi quattro mesi di ribassi pressoché ininterrotti i listini nazionali delle materie grasse tornano a registrare variazioni settimanali positive sulla scia del rimbalzo delle quotazioni in atto a livello continentale. A Milano il burro pastorizzato guadagna il +2% su base settimanale portandosi sui 2,60 €/kg, con rialzi di simile entità per i listini di Mantova (+1,9%) e Cremona (+2,7%).
In Europa i principali benchmark di riferimento consolidano i rialzi della settimana precedente in uno scenario continentale che evidenzia concreti segnali di ripresa rispetto alla diffusa debolezza dei mesi precedenti. Scatto in avanti per il burro di centrifuga di Kempten in Germania che avanza del +7,3% (dopo il +1,8% della settimana precedente) riportandosi sui 4,56 €/kg. Dinamica simile per il “Verse Boter” olandese, il primo a mostrare segnali di inversione di tendenza nei primi giorni di febbraio, che guadagna il +3,4% facendo seguito al +3,5% di sette giorni prima.
Quotazioni in risalita per tutti i prodotti del comparto delle materie grasse, con lo zangolato che guadagna a Milano il +2,1% su base settimanale attestandosi sui 2,40 €/kg. Continua a guadagnare terreno la crema di latte nazionale che si riporta sui 2,10 €/kg (+5%) contro il minimo a quota 1,96 €/kg registrato a inizio mese (livello più basso degli ultimi due anni).
Grana Padano
Listini all’ingrosso del Grana Padano tendenzialmente stabili a metà mese, dopo due settimane all’insegna della debolezza. A Milano lo stagionato 9 mesi si mantiene invariato sui 9,33 €/kg, con la stabilità che interessa anche i listini di Mantova e Cremona. In controtendenza le quotazioni di Verona che continuano a perdere terreno (in media -0,5% rispetto alla settimana precedente). Su base annua si mantengono tra un minimo di +19% (Mantova) e un massimo di +26% (Milano) le variazioni medie tendenziali sulle principali piazze monitorate.
A livello continentale accelerano al ribasso i formaggi olandesi che si confermano tra i prodotti caseari monitorati dalla Commissione europea quelli maggiormente in perdita. In particolare, Edamer (-7% su base settimanale) e Gouda (-5%) danno seguito ai marcati ribassi delle settimane precedenti tornando sostanzialmente sui livelli di inizio 2022. Tra gli altri prodotti, Emmentaler e Cheddar evidenziano una sostanziale tenuta.
Parmigiano Reggiano
Contesto complessivamente stabile nella settimana centrale di febbraio per le quotazioni del Parmigiano Reggiano, seppur con segnali di debolezza che permangono su alcune delle principali piazze di scambio. Dopo tre settimane di ribassi resta invariato il listino di Parma, con lo stagionato 12 mesi che si mantiene sui 10,48 €/kg e il 24 mesi sui 12,40 €/kg. Statici anche i listini di Milano e Reggio-Emilia mentre si rilevano cali medi settimanali intorno al -0,8% per le medie e lunghe stagionature quotate a Mantova e Modena.
A livello di fondamentali di mercato, il 2022 si conferma un anno da record per l’export dei principali formaggi duri Dop. Infatti, i volumi esportati di Parmigiano Reggiano e Grana Padano hanno superato nei primi undici mesi dell’anno quota 100mila tonnellate (fonte: Istat). Si tratta di un risultato mai raggiunto negli ultimi dieci anni, prendendo come riferimento lo stesso intervallo. Il dato complessivo del 2022 è atteso, altresì, ai massimi storici, con il contestuale aumento dei prezzi all’export che spinge la gli introiti monetari verso livelli record.
Pecorino Romano
Settimana di pausa per i prezzi all’ingrosso del Pecorino Romano dopo tre settimane consecutive di rincari. A Milano lo stagionato 5 mesi si mantiene invariato sui 14,05 €/kg, livello che rappresenta il massimo storico per la piazza lombarda.
Si conferma oltre quota +40% (+41,2%) la variazione su base annua delle quotazioni, tra le più alte tra i formaggi a lunga stagionatura nazionali.
Bovini vivi
Fase di sostanziale stabilità nel mercato dei bovini da macello, seppur con timidi movimenti al rialzo registrati sulla piazza di Mantova per i vitelloni. In particolare, i vitelloni Charolaise aggiungono sulla piazza lombarda un centesimo rispetto alle quotazioni della settimana precedente (+0,3%) attestandosi sui 3,57 €/kg (peso vivo). Tra gli altri principali capi, stabili a Modena sia le razze da incroci nazionali (3,13 €/kg peso vivo) che le razze francesi.
Stabilità anche sul versante dei vitelli a carne bianca, con listini invariati sia a Mantova che Modena.
Le quotazioni dei bovini da macello, pur in posizione di equilibrio, continuano dunque a mantenersi ai massimi degli ultimi anni sostenute dal persistere del quadro di deficit dell’offerta. Secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica, le macellazioni a gennaio si sono fermate per il terzo mese consecutivo sotto i 200mila capi (-9% su base annua), risultato registrato solo un’altra volta nel mese di gennaio negli ultimi quindici anni.
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