I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, in chiusura del mese di marzo, si sono mostrati in aumento per il latte spot, le materie grasse e il Grana Padano. Poco mossi, invece, i listini del Parmigiano Reggiano e dei bovini da macello.
Latte
Il mese di marzo si chiude con un'accelerazione dei listini del latte spot di origine nazionale. A Milano le quotazioni si attestano sui 485–490 €/t, per un prezzo medio di 487,50 €/t, in aumento del 2% rispetto alla scorsa settimana. Il listino supera, dunque, il precedente picco registrato a dicembre 2021, quando le quotazioni avevano raggiunto i 477,5 €/t, e si attesta su livelli che non si vedevano dal 2013.
In crescita del 2% anche il latte spot nazionale quotato a Verona, che supera per la prima volta dal 2013 la soglia significativa dei 500 €/t, attestandosi questa settimana sui 505 €/t.
In termini tendenziali, la crescita media annua dei listini del latte spot sfiora il +50%.
Anche i listini del latte spot di provenienza estera si sono mostrati in rialzo sulla piazza di Milano, con incrementi settimanali fino al +3%, sia per il prodotto francese che tedesco. A livello continentale non accenna a migliorare il contesto di deficit della raccolta rispetto alla domanda, soprattutto tra i maggiori produttori, fattore che traina al rialzo i prezzi dell’intero comparto lattiero-caseario.
Lieve incremento per il prezzo del latte di origine biologica che a Milano sale del +0,9% rispetto alla settimana scorsa, attestandosi così sui 540–550 €/t.
Materie grasse
Seconda settimana consecutiva all’insegna di forti rialzi per i listini nazionali delle materie grasse. Prosegue la corsa del burro pastorizzato su tutte le principali piazze, con le quotazioni che raggiungono a Milano i 5,05 €/kg e a Mantova i 4,90 €/kg, in aumento rispettivamente del +8,6% e del +8,9% in confronto alla scorsa settimana. Rispetto a tre settimane fa le quotazioni medie del burro sono salite del 20%, a conferma della brusca impennata dei listini nazionali, in scia agli andamenti osservati sui mercati europei.
In Germania questa settimana si registrano rialzi intorno al +2,7%, che portano il burro di centrifuga di Kempten sopra i 7 €/kg, soglia raggiunta solo una volta negli ultimi venti anni (terzo trimestre 2017), a conferma dell’eccezionalità delle quotazioni attuali. Decisi rialzi anche in Olanda (+5,2%) e Francia (+1,3%).
Secondo i dati Eurostat, a gennaio 2022, in tutto il continente ha trovato conferma il calo produttivo osservato nell’ultimo trimestre del 2021, in particolare per Germania (primo produttore di burro in Europa) e Polonia, che registrano rispettivamente un -10,5% e -19,5% rispetto ai volumi produttivi di gennaio 2021.
Ai massimi storici risulta l’intero comparto delle materie grasse: lo zangolato raggiunge i 4,85 €/kg a Milano, in rialzo del +9% rispetto a sette giorni fa, e la crema di latte nazionale, con un +7,7%, a Milano si porta sui 3,36 €/kg, ai massimi dal 2017.
Grana Padano
Mentre sul fronte produttivo si registra una netta contrazione delle forme prodotte, diminuite nel primo trimestre dell’anno del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 (fonte: Consorzio di tutela del Grana Padano), nei listini delle Camere di commercio di fine marzo accelera la salita dei prezzi del Grana Padano, con aumenti su tutte le principali piazze, pari in media ad un +1,5% settimanale. A Milano il prodotto fuori sale cresce dell’1,6%, il prodotto oltre i nove mesi di stagionatura dell’1,3% mentre il Grana Padano stagionato oltre i sedici mesi arriva a 8,57 €/kg (+1,2%).
Fra gli aumenti più rilevanti si segnala il fuori sale sulla piazza di Mantova che guadagna il 2,3% rispetto agli ultimi sette giorni e arriva a 6,70 €/kg.
Le variazioni su base annua restano molto eterogenee: in positivo per i prodotti a bassa stagionatura e in negativo per quelli a stagionatura più lunga.
Sul mercato europeo, settimana di rialzi in Germania (piazza di Hannover) anche per il Gouda e l’Edamer che si attestano sui 4,75 €/kg (+2,2%). Stabili le quotazioni medie comunitarie del Cheddar, in lieve calo l’Emmentaler (-1%).
Parmigiano Reggiano
Dopo i rialzi delle scorse settimane, per il Parmigiano Reggiano il mese di marzo si chiude mostrando segnali di maggiore stabilità. Invariate le quotazioni sulle piazze di Milano e Modena, mentre su Reggio Emilia e Parma si rilevano aumenti mai superiori allo 0,2%. Su Mantova si registrano rialzi leggermente superiori (0,4% di media) ma i prezzi restano in linea con il mercato. I prezzi medi si attestano sui 10,50 €/kg per il prodotto con dodici mesi di stagionatura e sui 12,50 €/kg per il prodotto oltre i ventiquattro mesi.
Positiva la variazione tendenziale, soprattutto per i prodotti a lunga stagionatura (+2,9% in media per i prodotti dai 24 ai 30 mesi in poi).
Sul fronte produttivo, nei primi due mesi dell’anno è stato registrato un aumento della produzione dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 (fonte: Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano).
Bovini vivi
Dopo un graduale rallentamento, i listini dei bovini da macello chiudono il mese di marzo senza troppe variazioni rispetto alla settimana precedente, indice di un possibile picco dei prezzi già raggiunto. Le quotazioni dei vitelloni da macello si mantengono in media sugli stessi livelli di sette giorni fa su tutte le principali piazze, in particolare a Mantova e Modena. A Mantova si interrompe, dunque, la striscia di rialzi consecutivi durata dieci settimane, pressoché da inizio anno, con le quotazioni che si mantengono comunque su valori record. Le razze francesi, in particolare, si assestano sopra quota 3,23 €/kg (peso vivo), livello mai registrato negli ultimi otto anni.
Per quanto riguarda i vitelli a carne bianca, a Modena si osserva un lieve incremento settimanale dei listini, nell’ordine del +1,5%. Invariate le quotazioni a Mantova. In termini tendenziali, si mantiene intorno al +29% la variazione media delle quotazioni dei vitelli a carne bianca rispetto a dodici mesi fa.
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