Autorizzare e incentivare, dunque, l’impiego di alcuni fertilizzanti ricavati dai reflui zootecnici nel rispetto di un limite sulla quantità di azoto distribuita in campo. La Commissione Ue ha presentato al Consiglio europeo, il 19 aprile scorso, una proposta di modifica della direttiva nitrati 676 del 1991 (vedi anche qui sulla direttiva) che va in questa direzione.
L'obiettivo è quello di ridurre le importazioni Ue di fertilizzanti da Paesi terzi che negli ultimi anni sono stati oggetto di costanti impennate dei prezzi.
Consultazione degli operatori dal 19 aprile al 17 maggio 2024
Per la proposta di modifica della direttiva, che propone di impiegare i fertilizzanti ottenuti attraverso il trattamento e la lavorazione degli effluenti zootecnici, si è aperto il periodo di consultazione per gli operatori che va dal 19 aprile 2024 al 17 maggio 2024.
Necessario rispettare il vincolo dei 270 chili di azoto per ettaro l'anno
La modifica, in particolare, prevede di affidare agli Stati membri la decisione di autorizzare l'uso di fertilizzanti provenienti da effluenti di allevamento sottoposti a trasformazione entro un limite di 270 kg di azoto per ettaro all'anno da distribuire in campo e nel rispetto di alcune condizioni di natura tecnica.
Lo ha reso noto Confagricoltura sottolineando positivamente la decisione di «facilitare l’utilizzo dei renure (recovered nitrogen from manure products),con le dovute garanzie e condizioni, al fine di recuperare dai reflui degli allevamenti l’azoto, elemento fondamentale per sostenere la fertilità del suolo».
Obiettivo, ridurre i fertilizzanti a base chimica
Per la Confederazione, la proposta avanzata dalla Commissione al Consiglio europeo potrebbe essere la strada giusta per andare incontro sia all’obiettivo europeo di riduzione degli input chimici con i fertilizzanti a base organica, sia alle necessità del settore primario di ridurre i costi legati ai processi produttivi delle sue imprese.
Positiva anche la reazione del Copa Cogeca, la centrale di rappresentanza delle associazioni agricole in Europa, mentre ha mostrato di non condividere la proposta di Bruxelles Sara Johansson, funzionaria senior dell’Eeb (ufficio europeo per l’ambiente), ha dichiarato: «non è questa la strada verso un’Europa resiliente e in grado di abbassare il suo impatto sulle acque potabili».