Nelle scorse settimane Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha pubblicato gli importi relativi agli aiuti accoppiati per la campagna 2019. Si tratta cioè dei premi che gli allevatori percepiranno entro giugno, nelle modalità degli altri aiuti Pac, ma per la situazione aziendale risalente all’anno scorso fotografata dalla stessa domanda “aiuti accoppiati” che ciascun allevatore ha compilato nel 2019.
Attraverso i valori che andremo a indicare, che sono unitari ed effettivi, l’imprenditore agricolo può così calcolare le cifre totali che percepirà, in base agli ettari coltivati o al numero di capi allevati in azienda.
Gli importi definiti da Agea sono stati calcolati in base alle superfici e al numero di capi accertati che a loro volta erano stati comunicati dagli imprenditori agricoli e zootecnici agli organismi pagatori (Op) di riferimento, mentre i plafond usati per il calcolo degli importi unitari sono quelli previsti dalla normativa per ogni misura “detratti i pagamenti erogati dagli organismi pagatori nell’ambito del regime per i piccoli agricoltori per la quota parte relativa agli aiuti accoppiati in questione”.
È bene ricordare che i premi accoppiati sono aiuti Pac specifici, cioè legati a un ben definito comparto produttivo e vengono calcolati in funzione del numero di ettari o del numero di capi allevati. La restante parte degli aiuti della Pac (la parte maggiore) viene erogata indipendentemente dalle produzioni in atto, ovvero in modo “disaccoppiato”.
Passiamo ad analizzare dunque le cifre unitarie che Agea ha diffuso relativamente ai settori lattiero (sia bovino che bufalino), bovino da cane e ovicaprino e i meccanismi che accompagnano il premio.
Bovine da latte
Per quanto riguarda il comparto del latte, i premi accoppiati vengono concessi a ciascuna vacca che abbia partorito nell’anno solare di riferimento, e per la quale si possa dimostrare che il latte ottenuto rispetti almeno due dei tre parametri igienico-sanitari seguenti: tenore di cellule somatiche inferiore a 300.000 per ml; tenore in carica batterica inferiore a 40.000 per ml (a 30° C); una concentrazione in proteine superiore al 3,35%.
Nel caso in cui un parametro non sia nei limiti appena richiamati, dovrà comunque rispettare i seguenti valori: tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 400.000; tenore di carica batterica a 30° (per ml) inferiore a 100.000; contenuto di proteina superiore a 3,2%.
Per ciò che concerne le stalle in zone di montagna o produttrici di latte destinato a formaggi Dop o Igp o comunque a regimi di qualità certificati, è sufficiente che il prodotto rispetti un solo parametro prestabilito: cellule somatiche, carica batterica o proteine.
Alle vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità, ovvero che rispettano i parametri sopra descritti, e quindi ai 946.358 capi accertati dagli organismi pagatori, andranno 71,81 euro/capo.
Sempre per quanto riguarda gli allevamenti di qualità ma siti in zone montane (162.266 animali), la cifra unitaria è stata calcolata in 162,44 euro/capo. Questo dato risulta dalla somma dei premi relativi alle zone di montagna e non; in quanto gli animali allevati in allevamenti di qualità siti in zone montane sono ritenuti automaticamente idonei anche al premio per le zone “non di montagna”.
Infine, per le 100.986 bufale da latte accertate dagli Op come aventi diritto al premio, andranno 38,72 euro/capo.
Bovini da carne
Nel comparto dell’allevamento bovino da carne la circolare Agea distingue due tipi di aiuto: un premio alla macellazione di capi di età compresa tra 12 e 24 mesi, allevati per almeno 6 mesi nelle aziende dei richiedenti; un premio alla macellazione di capi bovini di età compresa tra 12 e 24 mesi, allevati per almeno 12 mesi nelle aziende dei richiedenti o allevati per almeno 6 mesi e aderenti a sistemi di qualità o a sistemi di etichettatura o certificati Dop o Igp.
Per la prima tipologia di animali è previsto un premio unitario effettivo, calcolato sulla base dei capi dichiarati idonei pari a 40,72 euro/capo. Ciò grazie al plafond nazionale complessivo stanziato per questa misura pari a quasi 4 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le altre tipologie di animali il premio è uguale per tutte e è stato fissato a 60,26 euro/capo, essendo stato stanziato un plafond nazionale complessivo superiore ai 67 milioni di euro.
Vacche nutrici
Altro capitolo riguarda le vacche nutrici: sono previsti tre premi a seconda di diverse situazioni. La prima categoria riguarda i capi iscritti ai libri genealogici o ai registri anagrafici, per i quali il premio effettivo calcolato da Agea, quest’anno, è pari a 121,87 euro/capo (con un plafond pari a quasi 25 milioni di euro).
La seconda categoria comprende le vacche nutrici iscritte ai libri genealogici o ai registri anagrafici inserite in piani selettivi o di gestione razza, in questo caso il premio è pari 147,35 euro/capo (con un plafond di quasi 14 milioni di euro).
L’ultima categoria riguarda le vacche nutrici presenti in stalle non da latte e non iscritte ai libri genealogici o ai registri anagrafici, e per questa categoria il premio è pari a 63,37 euro/capo (con un plafond pari a quasi otto milioni di euro).
Ovicaprini
Vediamo ora i premi previsti per il settore ovicaprino, dove vengono identificate due tipologie di aiuto.
Hanno diritto a un premio accoppiato le agnelle da rimonta appartenenti a greggi che seguano piani regionali di selezione per la resistenza alle scrapie. Per questi animali è prevista una cifra di 23,41 euro/capo a fronte di un plafond nazionale complessivo stanziato di poco più di 9 milioni di euro per 385.336 capi accertati dall’organismo pagatore.
L’altra categoria di animali per la quale Agea prevede l’aiuto riguarda i capi ovini e caprini macellati per la produzione di alimenti Dop e Igp. I capi accertati dagli organismi pagatori, e dunque idonei a ricevere il premio, sono in questo caso 914.386. Il plafond nazionale era di 5,2 milioni di euro e l’importo unitario vale 5,73 euro/capo.