Coldiretti, Istat prevede un calo del 4,8% degli investimenti a mais

Le previsioni Istat sulle semine e, quindi, sulla produzione di cereali fanno crescere la preoccupazioni negli allevamenti

A rischio la fornitura di latte e carne. Per il presidente di Coldiretti Prandini occorre invertire la tendenza con interventi sia immediati che strutturali

Le previsioni Istat sulle semine di cereali indicano un calo produttivo delle materie prime che accresce le difficoltà di approvvigionamento per l’alimentazione zootecnica mettendo a rischio, di conseguenza, le forniture di latte e carne alle famiglie italiane. Lo ha segnalato Coldiretti spiegando come nel 2022 sia atteso un calo del 4,8% dei campi coltivati a mais e una crescita dei terreni a orzo (+8,6%), una sostanziale stabilità per il frumento tenero per pane e biscotti (+0,5%) e una flessione del frumento duro per la pasta (-1,4%).

«Bisogna invertire la tendenza contenendo il caro energia ed i costi di produzione con interventi sia immediati per salvare le aziende che strutturali per programmare il futuro del sistema agricolo nazionale» ha  affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «occorrono investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma bisogna anche sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici».

Un calo legato anche Al’andamento negativo del clima

Sulle produzioni, come ha spiegato Coldiretti, pesano anche le avverse condizioni climatiche con l’emergenza siccità che continua ad interessare importanti aree del Paese a partire dalla pianura padana dove si produce 1/3 dell’agroalimentare italiano. «Una situazione preoccupante – ha continuato Coldiretti -  con più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi, secondo il Crea».

I cereali scontano i maggiori rincari produttivi

Ad essere più penalizzati, con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti, come ha fatto sapere Coldiretti, sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

La rilevazione dell’Istat però è precedente all’invasione dell’Ucraina e non tiene conto del via libera dell’Unione europea alla semina in Italia di altri 200mila ettari di terreno che permetterà – spiega Coldiretti - una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione.

Secondo l’ultimo “Short term outlook” della Commissione Ue sui mercati agricoli nel 2022, il risultato sarà un raccolto italiano di mais destinato all’alimentazione degli animali di oltre 6,1 milioni di tonnellate al quale aggiungere un altro milione di tonnellate di soia Made in Italy.

Necessario ridurre la dipendenza dall’estero

E’ quindi strategico, secondo Coldiretti,  ridurre la dipendenza dall’estero in una situazione in cui l’Italia è deficitaria in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo.

L’Italia in particolare è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati.

 

Coldiretti, Istat prevede un calo del 4,8% degli investimenti a mais - Ultima modifica: 2022-04-26T17:46:54+02:00 da Francesca Baccino

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