Con il decreto 1574/2017 del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, comunica il Consorzio di tutela, diventa operativo il Piano di regolazione dell’offerta del formaggio Asiago dop, approvato all’unanimità dai caseifici produttori soci per il triennio 2017-2019. Questo nuovo piano produttivo, informa il consorzio, si caratterizza per «un forte orientamento al mercato, un’attenzione crescente alla qualità, una spinta decisa verso l’export».
Dopo l’esperienza positiva del periodo appena concluso, che ha permesso di valutare i benefici della programmazione finalizzata all’equilibrio tra domanda ed offerta, il nuovo piano introduce importanti novità: semplifica il meccanismo di regolazione dell'offerta limitando gli eccessi di stock; valorizza la denominazione "prodotto della montagna” e di ulteriori nicchie, come l'Asiago biologico; punta a rafforzare l’orientamento al mercato con un approccio che premia i produttori impegnati ad esportare Asiago dop nel mondo.
Il piano triennale si basa su una programmazione trimestrale per Asiago Fresco e semestrale per Asiago Stagionato. Per il primo trimestre 2017, il punto di equilibrio dell’Asiago Fresco sarà di 348.248 forme (peso medio unitario di 14,2 kg); per il primo semestre 2017, per l’Asiago Stagionato, sono previste 135.688 forme dal peso medio di 9,65 kg, ad esclusione del Prodotto della Montagna per il quale è definita, per entrambe le tipologie, un'assegnazione annua simbolica.
Spiega Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio di tutela: «La regolazione dell'offerta ha mostrato, in questo triennio, i suoi effetti positivi; per Asiago Fresco, ad esempio, i margini medi al litro rispetto al prezzo del latte registrati nel triennio del piano produttivo sono stati del 64% superiori rispetto al triennio precedente. Il nuovo piano si limita a creare le condizioni per evitare eccedenze di stock, che avrebbero ripercussioni negative per la filiera produttiva ed i consumatori. Una proficua ed efficace valorizzazione commerciale, atta a non svilire il prezzo del prodotto è, invece, responsabilità delle aziende che, a vario titolo, lo commercializzano».
Preservare e, ove possibile, generare nuovo valore per la filiera dell’Asiago dop garantendo ai produttori un’adeguata remunerazione con una crescente attenzione alla qualità. Sono questi gli obiettivi del nuovo piano di crescita programmata che, partendo dall’adeguamento dell’offerta alla domanda, prosegue nel mantenimento e miglioramento della qualità, a vantaggio dei consumatori. Un impegno che vede il piano triennale 2017-2019 agire in sinergia con gli strumenti di valutazione qualitativa già inseriti nel “piano dei controlli” dell’Asiago dop ed in particolare con l’analisi sensoriale, diventata, dal 2012, elemento di valutazione cogente per tutti i produttori.
Il piano 2017-2019 impatta anche sulle esportazioni. Tra il 2009 e il 2016, il fatturato export del formaggio Asiago è cresciuto di oltre il 60%. Una crescita che il Consorzio di tutela intende continuare ad incentivare attraverso l’azione congiunta con le aziende esportatrici. Da un lato, dunque, un apposito capitolo del piano di programmazione dell’offerta prevede, per i caseifici impegnati a diffondere il prodotto all’estero, un “Bonus Export”, dall’altro il Consorzio di tutela conferma e rafforza le sue attività all’estero con una particolare attenzione agli Usa, al Canada e ai paesi emergenti dell’Asia e dell’America Latina.