In presenza di una ottima gestione del robot e delle bovine non si registrano aumenti particolari nell’incidenza delle mastiti sia subcliniche che cliniche. In ogni caso, per tenere sotto controllo il rischio di infezioni mammarie legate alla mungitura robotizzata, vanno adottati alcuni accorgimenti particolari, specialmente in considerazione del fatto che manca l’osservazione visiva quotidiana della mammella e del latte da parte dell’operatore.
OCCHIO ALLE LESIONI
Importante, in particolar modo nella fase iniziale, è il controllo del corretto funzionamento meccanico del robot, rilevando periodicamente l’eventuale presenza di lesioni da sovramungitura (aree ischemiche e iperemiche, formazioni anulari) o di fluttuazione eccessiva del vuoto (estroflessioni dello sfintere denominate “lesioni a cavolfiore”): queste lesioni predispongono all’entrata di batteri dopo la mungitura e quindi ad un maggior rischio di infezione mammaria.
Oltre a controllare i parametri della mungitura, è anche buona norma, come nella mungitura tradizionale, cambiare le guaine con la frequenza consigliata dal produttore. Per ridurre la probabilità di entrata dei batteri dopo la mungitura, è bene impostare un adeguato protocollo di disinfezione post-mungitura verificandone periodicamente l’efficacia: a questo si associa anche il mantenimento di un elevato livello igienico dell’azienda, per mantenere mammella e capezzoli sufficientemente puliti. Questa condizione è essenziale anche per ridurre la carica batterica del latte: al contrario di quanto avviene nella mungitura con l’operatore, il robot pulisce le mammelle in modo standardizzato e quindi, in presenza di elevati livelli di sporcizia, potrebbe non essere efficace; nel caso delle spazzole, ad esempio, la presenza di sudiciume incastrato può inficiare il buon esito dell’azione di pulizia pre-mungitura e causare incrementi indesiderati della carica batterica.
IL COW COMFORT
L’installazione del robot in azienda può inoltre rappresentare anche una concreta possibilità di migliorare il livello di benessere delle bovine allevate: gli animali, infatti, possono recarsi autonomamente alla mungitura quando ne sentono l’esigenza, senza l’intervento, potenzialmente stressante, dell’operatore per movimentarle verso la sala di mungitura e senza dover rimanere per lungo tempo in sala d’attesa.
Introdurre un tale sistema di mungitura in azienda comporta un sostanziale cambiamento sia per la routine di mungitura degli animali che per l’organizzazione del lavoro dell’allevatore: è dunque normale che nei primi tempi sia richiesta una grande capacità di adattamento da entrambe le parti, posticipando il pieno apprezzamento dei benefici a quando il funzionamento del robot non raggiunge il pieno regime. Per poter massimizzare l’accesso al robot, è dunque importante che l’adattamento a questo nuovo sistema di mungitura sia adeguato.
In questa prima fase, i robot possono essere posizionati in modo strategico lungo un percorso obbligato che gli animali devono compiere per recarsi alla mangiatoia; per associare un fattore positivo all’esperienza della mungitura può anche essere utile, ed è prevista in molti robot, la somministrazione di una quantità limitata di concentrati, la quale deve preferibilmente cessare verso la fine della mungitura per invogliare la bovina a liberare la postazione.
Superato l’adattamento, il posizionamento del robot deve consentire un accesso libero e soprattutto agevole: una sua collocazione centrale consente a tutti gli animali di raggiungerlo senza compiere distanze eccessive; è inoltre importante che non vi siano ostacoli di alcun genere all’accesso (restringimenti eccessivi, scalini alti,…) o comunque percorsi disagevoli, che potrebbero ridurre il desiderio della bovina di recarsi alla mungitura; vanno infine evitate collocazioni in luoghi bui e rumorosi, soggetti a correnti d’aria o eccessivamente caldi specialmente durante l’estate.
Il comfort all’interno della postazione stessa svolge anch’esso un ruolo importante nel favorire o scoraggiare le visite degli animali: la presenza nei periodi caldi di sistemi di raffrescamento correttamente funzionanti, la copertura del pavimento con un tappetino di gomma e la disponibilità, seppur non eccessiva, di spazio per compiere movimenti limitati di accomodamento degli animali sono alcuni fattori che possono fare la differenza in termini di frequenza di utilizzo del robot. Da evitare sono anche i sotto dimensionamenti, che possono provocare la formazione di lunghi accodamenti all’entrata e quindi lunghe attese in stazione, specialmente se l’accesso al robot avviene tramite un passaggio stretto.
IN CASO DI RIFIUTO
Qualsiasi rifiuto ad utilizzare il robot può essere un’ulteriore fonte di informazioni da considerare con attenzione: questa situazione, infatti, può derivare da problemi individuali degli animali, quali ad esempio zoppie o altre patologie che ne riducono gli spostamenti, da scarso comfort dell’area di mungitura e delle vie di accesso al robot oppure da malfunzionamenti specifici del robot che provocano disagio alla mungitura.
Le bovine che non si recano volontariamente alla mungitura devono essere controllate per escludere problemi di deambulazione o altre patologie, e sollecitate almeno due volte al giorno dall’operatore a raggiungere la postazione: è evidente che un numero eccessivo di animali che rifiutano il robot, e quindi la elevata richiesta di interventi del personale di stalla, può vanificare il vantaggio del sistema automatico di mungitura in termini di risparmio di tempo.
di M. Dorigo (1), G.Marchesini (2), P. Dalvit (1), I. Andrighetto (1, 2)
1) Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, Legnaro (Pd)
2) Università di Padova, Dip. Scienze animali Facoltà di Medicina veterinaria