I minerali rappresentano una piccola percentuale della composizione dell’organismo animale, ma rivestono un’importanza notevole in numerosi processi biochimici e alcuni di essi possiedono un aspetto plastico, poiché entrano nella costituzione di vari organi e tessuti, per esempio il calcio e il fosforo che entrano nella composizione delle ossa. Numerosi di essi hanno anche un notevole impatto sul funzionamento del sistema immunitario (tabella 1).
In base all’aspetto quantitativo vengono divisi in:
- macroelementi, presenti nell’ordine dei grammi per chilogrammo di peso corporeo;
- microelementi, presenti nell’ordine dei microgrammi per chilogrammo di peso (Bittante et al, 2005) (tabella 2).
La biodisponibilità di un minerale è la quota di elemento ingerita che viene effettivamente assorbita, trasportata al sito d’azione e convertita nella forma fisiologicamente attiva. Ne deriva che un alimento è in grado di soddisfare il fabbisogno di un microelemento se questo è presente non solo in quantità adeguata, ma anche in forma biodisponibile. La biodisponibilità è influenzata da fattori intrinseci o fisiologici (specie animale e genotipo, età e sesso, stato della microflora intestinale, stati fisiologici particolari, stress ambientale, stato di salute, ecc.) e da fattori estrinseci o alimentari (forma chimica del minerale, stato di ossidazione, sale inorganico o chelato, solubilità del complesso minerale, eventuale presenza di chelanti negli alimenti, quantità relativa di altri minerali presenti con meccanismi di antagonismo competitivo, ecc.) (Cevolani et al., 2014).
Di seguito i risultati ottenuti al termine di uno studio che aveva l’obiettivo di aumentare le attuali conoscenze nel campo dell’integrazione dei microelementi nel settore del vitellone da ingrasso.
In particolare, in questo studio si è deciso di valutare:
- se ci sono degli stati carenziali di quattro importanti microelementi (ferro, selenio, rame e zinco) al momento dell’arrivo dei bovini dalla Francia;
- se dopo circa tre settimane le carenze permangono o si sono normalizzate;
- se ci sono differenze tra le razze principalmente allevate in questa tipologia di allevamento;
- le diversità tra aziende nella formulazione di una dieta per la fase di condizionamento.
Materiali e metodi
Nella prova sono stati coinvolti allevamenti di vitelloni da ingrasso del Veneto e della Lombardia, che ristallano esclusivamente vitelloni provenienti dalla Francia, nel periodo che è trascorso da settembre 2015 a giugno 2016.
La parte di campo consisteva nel prelevare un campione di sangue dalla vena coccigea (della coda) dei bovini il giorno stesso o il giorno dopo l’arrivo dalla Francia (questo campione ematico verrà di seguito denominato T0) e un secondo campione di sangue dopo circa 21 giorni dall’arrivo (questo campione verrà di seguito denominato T1).
Sono state analizzate 15 partite in 13 aziende, per un totale di 111 bovini (57 Limousine, 34 Charolaise,14 incroci e 6 Garonnesi) (tabella 3).
I campioni di sangue venivano consegnati entro poche ore al Laboratorio di Patologia clinica dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che ha sede a Legnaro (Pd), e una volta lì venivano divisi in due aliquote: una di sangue intero veniva utilizzata per la ricerca della glutatione perossidasi (GPx) per la determinazione indiretta del selenio, mentre la parte restante veniva centrifugata in modo da ottenere il plasma per la determinazione di …
1 Dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute dell’Università degli studi di Padova.
2 Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.
3 Nutreco Italy.
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