Psa, necessari interventi immediati e indennizzi agli allevamenti di suini

Le richieste di Coldiretti e Legacoop Agroalimentare a Giovanni Filippini nuovo Commissario straordinario per l'emergenza della Psa

Psa
Occorre anche ridurre la pressione dei 2,3 milioni di cinghiali che rapprsentano il primo vettore di trasmoissione del virus

Interventi più incisivi e concreti per bloccare la diffusione della Psa (Peste suina africana) e garantire indennizzi immediati agli allevatori prima che i danni al sistema economico siano incalcolabili (vedi anche qui).

Lo hanno chiesto Coldiretti e Legacoop Agroalimentare in relazione alla nomina di Giovanni Filippini nuovo Commissario straordinario per la gestione dell'emergenza della Psa.

«Auguriamo buon lavoro al neocommissario consapevoli che ha una sfida impegnativa di fronte: trovare misure di contenimento per non mettere a rischio l’export dei nostri salumi e delle nostre carni, in particolare i prodotti a denominazione. Se non si interviene il rischio è di provocare un enorme danno economico a tutta la filiera. La situazione del comparto suinicolo è critica - ha commentato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti -. Come Legacoop Agroalimentare diamo la nostra massima disponibilità a confrontarci e a collaborare per trovare soluzioni efficaci». Oltre a questo «devono essere previsti indennizzi per le aziende agricole colpite dalla Psa e costrette ad abbattere i loro capi».

Necessarie misure di contenimento e prevenzione della Psa

«Questi numeri fanno capire quale importanza rivesta la suinicoltura nel nostro Paese. Per questo sono determinanti misure di contenimento e prevenzione della Psa. Misure che siamo coordinate tra tutti gli attori della filiera e tra i vari enti, a partire dai Comuni e dalle Regioni: le malattie e le infezioni non si fermano ai confini amministrativi. Intervenire è dunque, urgente e non rimandabile», continua Maretti.

Il presidente dellla Coldiretti, Ettore Prandini, ha fatto sapere che «non è più accettabile assistere all'abbattimento di migliaia di animali sani a causa della diffusione del virus in una popolazione selvatica fuori controllo».

Il primo passo da compiere è quello di erogare gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa ma la vera innovazione è prevenire, anticipare le difficoltà pensando a lungo termine e investendo nella ricerca, per evitare di dover sempre inseguire l'emergenza.

Prima che la peste suina arrivasse in Italia, due anni e mezzo fa, Coldiretti aveva chiesto di costruire recinzioni vicino alle principali infrastrutture viarie come ferrovie e autostrade. Se ciò fosse stato fatto, oggi non avremmo questi problemi. Ora è essenziale che le regioni confinanti collaborino con azioni coordinate, solo così si possono superare le difficoltà che spesso sorgono quando le competenze non sono chiare e gli interventi sono ritardati.

Fondamentale ridurre la popolazione di cinghiali

Ma occorre anche ridurre la pressione dei 2,3 milioni di cinghiali ormai fuori controllo che rappresentano il principale veicolo di diffusione della Psa. Nel mese di luglio Coldiretti è scesa in piazza in tutte le regioni con 50mila agricoltori proprio per chiedere i piani di contenimento necessari a diminuire il numero dei selvatici, ottenendo dagli enti i primi importanti risultati con l’approvazione delle delibere con le misure necessarie.

Solo il settore suinicolo vale 4,3 miliardi di euro

Secondo il report Ismea il settore dei suini pesa per il 5,6% nella fase agricola, pari a 4,3 miliardi di euro. La filiera suinicola conta 420 aziende mangimistiche e 29mila allevamenti sia a ciclo chiuso, sia quelli a ciclo aperto che producono lattonzoli destinati all’ingrasso oppure capi da macello per la produzione di carne fresca.

Oltre alle imprese di macellazione e porzionamento, le aziende di seconda trasformazione realizzano una produzione pari a 1,14 milioni tonnellate di salumi (esclusa bresaola) a fronte di un fatturato di quasi 9,1 miliardi di euro nella fase di trasformazione. L’export vale 2,3 miliardi, il 3,6% del totale dell’agroalimentare.

La filiera suinicola conta un peso importante in quella che è la cosiddetta Dop Economy. Le 21 Dop e 22 Igp italiane con prodotti a base di carni suine valgono 2,27 miliardi di euro di valore alla produzione e 5,62 miliardi di euro al consumo. Basta solo pensare che il Prosciutto di Parma e il San Daniele valgono 1,3 miliardi di euro alla produzione. L’Italia è, inoltre il primo esportatore mondiale di preparazioni e conserve stagionate, con un fatturato pari a 2,1 miliardi di euro.

 

Psa, necessari interventi immediati e indennizzi agli allevamenti di suini - Ultima modifica: 2024-08-15T19:24:22+02:00 da Francesca Baccino

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