La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio Dop che ha registrato l’incremento di produzione più alto tra il 2016 e il 2022: un +26%, a fronte di una crescita media del 10% della produzione italiana tutelata dall’Ue. È il primo dato della fotografia scattata dal primo Osservatorio economico sulla filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop, di Nomisma realizzato in partnership con Il Consorzio di tutela e Unicredit, presentato a Milano nella Tree House di UniCredit.
Secondo l’indaginedi Denis Pantini, responsabile dell’agrifood di Nomisma, nove italiani su dieci hanno consumato mozzarella di bufala nell’ultimo anno, il 25% almeno una volta a settimana e il 20% è pronto a farlo anche a colazione. È volato anche l’export nel 2022, con un aumento a volume del 9% sul 2021 dei principali produttori di Bufala Campana. Il fatturato alla produzione della filiera ha raggiunto così i 530 milioni di euro.
«Come emerso dalla survey sul consumatore, in uno scenario economico incerto, le famiglie italiane sono pronte - ha sottolineato Pantini - a rendere più leggero il carrello della spesa, ma la mozzarella di bufala campana Dop figura in fondo alla lista dei cibi eventualmente da tagliare e lo farebbe solamente il 10% dei consumatori».
Fondamentale la lotta all’italian sounding
In videomessaggio il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida, che ha sottolineato il ruolo di eccellenza del made in Italy di qualità certificata: «Le persone che cercano un cibo buono lo trovano nelle produzioni italiane. Però abbiamo degli avversari, che sono l'Italian sounding, il tentativo di vendere prodotti che nulla c'entrano con i nostri disciplinari, con il nostro sistema di produzione e il nostro sistema di trasformazione ma che tentano di accreditarsi sui mercati non per le loro potenzialità, ma attraverso l’illusione che siano prodotti italiani e, quindi, di qualità. Abbiamo lavorato molto in questi mesi, anche sulla legge di stabilità, per rendere centrale la nostra battaglia contro l'Italian sounding. L’abbiamo fatto rafforzando il numero dei nostri carabinieri dell'agroalimentare, ne abbiamo più che raddoppiato il contingente a disposizione del ministero dell'Agricoltura, abbiamo aumentato del 50%, e sono quasi mille, gli ispettori del controllo comunitario».
I timori di una flessione dei margini per la filiera della Mozzarella di Bufala
Lo sviluppo del comparto è messo a rischio da tre fattori esplosi nel 2022: aumento dell’inflazione (+17% per formaggi e latticini), incremento dei costi di produzione e perdita del potere di acquisto del consumatore, che hanno già portato a un impoverimento della filiera. Anche per il 2023 in cima alle preoccupazioni del comparto c’è proprio il calo della redditività.
Il presidente del Consorzio di tutela, Domenico Raimondo, ha sottolineato come i numeri della mozzarella Dop, seppure incoraggianti, vadano letti in una congiuntura davvero complessa, che preoccupa anche in questo 2023. «Siamo convinti – ha detto – che le eccellenze agroalimentari del Paese vadano interpretate e analizzate come motore economico. Per diffondere una sempre maggiore consapevolezza di questo ruolo chiave, abbiamo dato vita all’Osservatorio, che è improntato alla valorizzazione del Made in Italy di qualità. La circostanza che questo progetto parta dal Sud è per tutti noi senza dubbio un valore aggiunto. Ringrazio UniCredit e Nomisma per una partnership che è anche una rete tra eccellenze».
«Le imprese del comparto mostrano una buona tenuta nonostante il periodo complesso come quello attuale, ma per rafforzarne la competitività è importante pensare a nuovi modelli imprenditoriali costruiti su strategie di medio e lungo periodo come il sostegno alla filiera, la diversificazione dei canali di vendita e delle fonti finanziamento – ha aggiunto Annalisa Areni, head of client strategies di UniCredit Italia –. Le aziende della filiera hanno all’orizzonte importanti opportunità legate sia al Pnrr, che è una occasione da cogliere per favorire una vera transizione sostenibile del sistema produttivo, sia al nuovo Piano Strategico della Pac 2023-2027. Anche per questo come UniCredit abbiamo aderito con convinzione all’invito del Consorzio di tutela a collaborare per la creazione di un Osservatorio nazionale che possa far emergere il potenziale di crescita di questa filiera che rappresenta la prima Dop del Mezzogiorno, una vera e propria eccellenza sempre più apprezzata anche all’estero, e che come banca sosteniamo anche con prodotti e servizi strutturati sugli specifici bisogni del settore».