Ovicaprini esclusi dal premio sul benessere animale nella nuova Pac

Copagri chiede al Mipaaf di riconsiderare la scelta che penalizza gli ovicaprini nell’ambito del dibattito in corso a livello nazionale sulla Pac 2021-27

In Sardegna, regione leader a livello nazionale, l’organizzazione agricola ha stimato perdite per 133 milioni per gli allevatori di ovicaprini

Nessun premio per il benessere animale per il  comparto ovicaprino nella Pac 2021-2027.  Lo ha segnalato Copagri esprimendo un «forte disappunto per l’esclusione» del settore dagli interventi previsti dalle ultime stesure del Psn (Piano strategico nazionale) e ha chiesto al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali di rivedere tale scelta. Una possibilità ancora esistente visto che il Psn non è stato portato in Conferenza Stato-Regioni.

« Il settore, infatti, non figura – ha spiegato  il presidente della Copagri, Franco Verrascina, a proposito del dibattito in corso al ministero in sede di Tavolo di Partenariato nazionale sulla Pac 2021-27 –  tra quelli rientranti nell’ecoschema per il pagamento del premio per il benessere animale e la riduzione degli antibiotici, con specifico riferimento agli allevamenti che si impegnano a rispettare gli obblighi specifici e praticano il pascolamento o l’allevamento semi brado».

Il premio sul benessere animale destinato solo ai bovini da latte, da carne e ai suini

Il premio per gli allevamenti zootecnici che praticano il pascolamento o l’allevamento semibrado è al momento, come ha rimarcato sempre Verrascina,  riservato ai bovini da latte e da carne e ai suini, ma lascia fuori, appunto, il comparto ovicaprino, non considerato uno dei settori che può contribuire a raggiungere gli obiettivi ambientali della Pac.

«Proprio il pascolamento, invece, conferisce sia alle carni che al latte ovicaprini, e conseguentemente alle produzioni lattiero-casearie, caratteristiche qualitative molto apprezzate dal mercato nazionale ed estero; non a caso sono registrati in Italia ben 3 Igp relative alle carni di agnello e 11 Dop per i formaggi - ha continuato il presidente, facendo notare che “l’allevamento ovicaprino è praticato e diffuso in molte parti della Penisola, in particolare in Sicilia, Sardegna, Lazio e Toscana, senza contare le aree dell’intero Appennino».

Perdite stimate per 133 milioni per gli allevatori ovicaprini sardi

Gli allevatori ovicaprini della Sardegna rischiano in particolare di perdere 133 milioni di euro come indicano le stime di Copagri, per la mancata applicazione dell'ecoschema zootecnia, cioè le pratiche rispettose dell'ambiente, riferito al benessere animale del comparto. Una scelta - spiega l'organizzazione - che, se confermata, andrebbe «a tutto vantaggio delle produzioni zootecniche del Nord Italia».

Secondo Pietro Tandeddu, direttore di Copagri  per le imprese pastorali della Sardegna, regione in Italia ( 3.039.160 capi ovini, pari al 48% del patrimonio nazionale e 298.424 caprini, pari al 28% del totale italiano) si tratta di «un danno economico ingente, assolutamente inaccettabile. Stupisce che, a fronte delle indicazioni poste a base delle scelte, rivolte a privilegiare la conduzione al pascolo o in semi-brado, si penalizzi proprio il comparto ove tale tipologia di allevamento è maggiormente diffusa».

Ovicaprini esclusi dal premio sul benessere animale nella nuova Pac - Ultima modifica: 2022-01-04T20:26:59+01:00 da Francesca Baccino

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