Sostenibilità o sicurezza? L’industria mangimistica le ricerca entrambe

Da sempre l’attività mangimistica si basa sull’utilizzo di quelli che un tempo si chiamavano “sotto-prodotti” e che oggi preferiamo chiamare “co-prodotti” (farinaccio, crusca, melasso e polpe di barbabietola, germe di mais) e la sempre maggior attenzione alle esigenze di un’economia circolare porterà ancor di più in questa direzione.

Dobbiamo però aver ben presente che i nostri mangimi sono molto spesso dedicati ad animali le cui produzioni sono destinate a vere e proprie eccellenze alimentari, quali le produzioni Dop, che ai requisiti di legge cogenti per tutti aggiungono ulteriori e stringenti requisiti volontari, e per questo motivo riteniamo doveroso rafforzare sempre più quelli che sono i controlli delle materie prime che andiamo ad impiegare, dato che i co-prodotti possono nascondere problematiche molto pericolose.

Per questi motivi, oggi, il centro nevralgico dell’industria mangimistica penso debba essere considerato il laboratorio di analisi: solo grazie ad un sistema di Controllo Qualità organizzato, metodico e continuo, si possono avere le garanzie necessarie per un impiego sereno e sicuro, oltre che efficiente (dato che le analisi sono necessarie anche per conoscere sempre più le caratteristiche nutrizionali degli stessi), di tutte le materie prime che ogni giorno utilizziamo.

Tutte le analisi sono molto importanti, dalla semplice determinazione dell’umidità di un prodotto (da essa dipende la possibilità di stoccare un alimento in assoluta sicurezza) alla determinazione dei vari nutrienti (proteine, grassi, fibra, amido e zuccheri ci permettono di conoscere in maniera sempre più precisa il valore nutrizionale degli alimenti), per arrivare ad analisi via via più complesse.

Non vi è però dubbio che in ogni caso le più importanti dal punto di vista tecnico sono le analisi che si fanno per garantire la sicurezza alimentare: in questo ambito l’evolvere delle strumentazioni e delle tecniche analitiche ci consente oggi un approccio multiresiduale, ovvero di poter individuare diverse molecole con un unico test e questo permette grandi miglioramenti nella capacità di controllo.

L’impiego di co-prodotti è senz’altro doveroso e vantaggioso in un’ottica di sostenibilità, tuttavia bisogna aver chiara l’importanza che i mangimi rivestono nella zootecnia nazionale, dove la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta tra le più elevate a livello mondiale, e l’utilizzo di co-prodotti deve essere per forza di cose subordinato a severi controlli. Tra i molti servizi che l’industria mangimistica fa nei confronti del sistema zootecnico, quello del controllo approfondito delle materie prime impiegate è sicuramente uno dei più importanti in assoluto e lo sarà sempre di più in futuro.

roberto.zaupa@veronesi.it


Nella filiera del Parmigiano Reggiano i mangimi rivestono un ruolo importante a motivo del divieto di utilizzo di insilati. Per questo motivo il Consorzio ha creato l’Albo dei Mangimisti, attraverso cui interagire fattivamente con chi fornisce alla filiera questa importante risorsa, ed il Disciplinare di produzione dedica tanto spazio alle materie prime ammesse/vietate. Dopo tanti anni è forse giunto il momento di aggiornare il Disciplinare in una logica oggi attuale di economia circolare; questo riesame verrà fatto bilanciando esigenze talvolta divergenti tra le quali qualità e sicurezza saranno comunque le prioritarie.      M.N.


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Alleva by Parmigiano Reggiano

Sostenibilità o sicurezza? L’industria mangimistica le ricerca entrambe - Ultima modifica: 2021-06-24T11:09:17+02:00 da Claudia Notari

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