La qualità della medica cambia in relazione all’intervallo di sfalcio

sfalcio

In questo periodo dell’anno l’allevatore di vacche della filiera del Parmigiano Reggiano è preso dallo sfalcio dei vari tagli di foraggio da affienare. Sono molti i fattori che condizionano i momenti in cui farlo e qui si vuole portare qualche elemento sull’effetto della distanza tra di essi sul valore del foraggio prodotto. La medica è infatti una coltura che viene ottenuta in più sfalci annuali e le sue caratteristiche qualitative sono fortemente influenzate da diversi fattori ambientali, dato che lo stadio di maturazione alla raccolta influenza, insieme alle condizioni ambientali che si verificano durante la fase di sviluppo, la struttura della pianta stessa e le sue caratteristiche nutrizionali.

Da tempo è noto che l’invecchiamento della pianta ha effetti negativi sulla disponibilità di proteine e la digeribilità della fibra a causa dell’evoluzione dei legami che si instaurano fra la lignina e le diversi componenti fibrose della parete cellulare; col procedere della maturazione in particolare si registra un aumento dei contenuti di lignina unitamente alla flessione dei titoli proteici e della digeribilità della fibra: per questo l’utilizzo di foraggi ottenuti da sfalci tardivi può compromettere l’efficienza produttiva delle bovine sia perché diminuisce la quantità di fibra degradabile nel rumine sia perché si riduce la capacità di ingestione degli alimenti.

Appare quindi importante individuare il miglior momento di raccolta per ottenere la massima quantità di foraggio salvaguardando le sue caratteristiche qualitative ed allo scopo è stata svolta presso il Dipartimento Dimorfipa dell’Università degli studi di Bologna una specifica sperimentazione in cui sono stati effettuati sfalci di medica a tre diverse distanze di tempo dal primo ed in particolare dopo 21, 28 e 35 giorni (indicativamente allo stadio di prefioritura, inizio fioritura e piena fioritura).

Le quantità di foraggio più elevate sono state quelle fornite dalle parcelle raccolte ogni 35 giorni, ma per quanto riguarda i titoli proteici, i valori maggiori si osservano nelle parcelle sfalciate a 21 giorni ed i dati relativi alla digeribilità della fibra hanno evidenziato nei foraggi più giovani valori più elevati in tutti i tagli considerati: questo significa che le differenze relative alla quantità di foraggio e di NDF prodotti con le diverse frequenze di raccolta tendono di fatto ad annullarsi (se si considera la quantità di fibra potenzialmente utilizzabile come substrato energetico da parte dei batteri ruminali) perché i quintali di fieno prodotti ritardando il taglio sono apportati da componenti indigeribili e pertanto non utilizzabili dalla vacca.

In conclusione i dati raccolti ci permettono di considerare migliori i foraggi ottenuti dalle parcelle sfalciate ogni 21 giorni. Questo è vero sia per quanto concerne i titoli proteici ma anche e soprattutto per i valori relativi alla degradabilità della NDF stimata in vitro.

Anche sotto l’aspetto quantitativo le raccolte più ravvicinate sembrano offrire in realtà quantità analoghe di nutrienti potenzialmente utilizzabili da parte delle bovine. Da un punto di vista biologico la maggiore velocità di degradazione che è stata misurata nei foraggi sfalciati ogni 21 giorni lascia presupporre inoltre una ingestione di alimenti ed una produzione di latte potenzialmente molto più elevata.

andrea.formigoni@unibo.it


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Alleva by Parmigiano Reggiano

 

La qualità della medica cambia in relazione all’intervallo di sfalcio - Ultima modifica: 2021-06-24T10:49:38+02:00 da Claudia Notari

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