Alimentare le bovine rispettando il disciplinare del Parmigiano Reggiano

La disponibilità di foraggi di buona qualità è un fattore di grande importanza per ottenere positivi risultati sanitari e produttivi nelle stalle. Ma anche per ridurre la dipendenza dall'acquisto di alimenti esterni all'azienda, con ciò contribuendo alla economicità della produzione, alla sostenibilità ambientale e al rafforzamento del legame con il territorio di produzione.

Il Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano richiede che le razioni per le bovine da latte siano costituite per almeno il 50% (sulla sostanza secca) da foraggi che, non essendo ammessi gli insilati, sono fieni ed erba. Questa norma esalta ancora di più il ruolo centrale della qualità di questi alimenti.

I fieni di medica sono la principale risorsa foraggera prodotta nel territorio. Essa viene ottenuta da più sfalci nel corso dell'anno e ciò rende ancora più difficile la gestione di cantieri di lavoro che siano capaci di raccogliere i fieni rapidamente quando la pianta sia allo stadio di maturazione ottimale e minimizzando l'esposizione ai rischi meteorologici. Anche la possibilità di effettuare irrigazioni di soccorso rappresenta un importante fattore di controllo delle rese agronomiche.

I fieni di graminacee ottenuti da prati stabili, medicai non in purezza e cereali vernini (grano soprattutto) sono ottenuti dallo sfalcio primaverile che si attua in condizioni meteorologiche spesso avverse o comunque molto variabili. Meno ricchi di proteine ma maggiormente dotati di zuccheri, questi foraggi dovrebbero rappresentare almeno il 30% della sostanza secca apportata da fieni per le bovine in lattazione.

La produzione di fieni di qualità è alquanto complessa in quanto dipende da fattori solo in parte controllabili. Importanti fattori che incidono sono rappresentati dal patrimonio genetico delle piante, dalle condizioni ambientali di crescita (in particolare temperature ambientali e disponibilità idrica), dallo stadio di maturazione della pianta al momento di sfalcio, da appropriate movimentazioni in campo e dalla possibilità di completare la disidratazione con essiccatoi aziendali.

La disponibilità di queste attrezzature rappresenta senza alcun dubbio un fattore di importanza fondamentale per facilitare la raccolta e lo stoccaggio di foraggi di migliore qualità.

Parametri di qualità dei fieni

Scontata la necessità di disporre di foraggi privi di contaminazioni fungine (muffe) e che non abbiano subito eccessive fermentazioni, in gran parte dipendenti dalla loro umidità allo stoccaggio nei fienili, per la caratterizzazione della qualità dei fieni sono fondamentali alcuni indicatori, quali:

  • il contenuto in ceneri; dovrebbe sempre essere inferiore al 10% della sostanza secca; valori più elevati indicano contaminazioni da terra in gran parte dipendente da inappropriate tecniche di sfalcio, movimentazione in campo e raccolta;
  • il contenuto in “fibra indegradabile”; questa componente è strettamente collegata alla maturità della pianta al momento della raccolta e rappresenta la quota di fibre che non viene utilizzata dagli animali;
  • la digeribilità della fibra stimata in diversi tempi di fermentazione: tanto più rapida è la velocità di degradazione, soprattutto entro le 30 ore, tanto più elevata sarà la capacità di ingestione degli animali.

Una ricerca dell’Università di Bologna

Le esperienze di molti allevatori dimostrano come sia possibile sostenere elevate produzioni di qualità a patto che le condizioni di benessere degli animali in allevamento siano concrete e si possa disporre di fieni poveri di fibra indegradabile e con fibre rapidamente degradabili.

Una ricerca condotta presso il dipartimento Dimevet dell'Università di Bologna ha contribuito a chiarire gli effetti derivanti dalla utilizzazione di diverse strategie alimentari disponendo di fieni di medica a diversa digeribilità della fibra e a diverso contenuto di fibra indegradabile. Ecco i dati più significativi ottenuti in questa sperimentazione:

  • I fieni dotati di maggiore digeribilità influenzano in maniera positiva e consistente la capacità di ingestione delle bovine;
  • questa elevata ingestione permette di sostenere produzioni elevate;
  • le migliori performance produttive si sono osservate quando gli animali hanno ricevuto la razione a più elevato contenuto di foraggio di migliore qualità; l'impiego di buccetta di soia come buona fonte di fibra non è stato capace di promuovere la produzione di latte al pari di quanto osservato con le razioni contenenti foraggio di migliore qualità;
  • le bovine alimentate con le maggiori quantità di foraggio ad alta digeribilità hanno ruminato per più tempo nella giornata e i tempi in cui il pH reticolare ha presentato i valori di maggior rischio di acidosi si sono così ridotti significativamente.

Conclusioni

La produzione di fieni di elevata qualità e in grandi quantità richiede un complesso e articolato sforzo organizzativo a livello aziendale; è necessario inoltre disporre di personale preparato e di adeguate attrezzature e, fra queste, non ci sono dubbi sulla utilità degli essiccatoi.

Le risultanze sperimentali descritte confermano che è possibile sostenere elevate produzioni con gli apporti di foraggi previsti dal regolamento di alimentazione. Il maggior utilizzo di questi foraggi di buona qualità offre inoltre le migliori condizioni di benessere digestivo, come dimostrato dai maggiori tempi di ruminazione e dai tempi più brevi in cui il pH reticolare raggiunge valori critici per la salute delle bovine.

Razioni conformi alle prescrizioni del disciplinare, cioè ricche di fieni, permettono di coprire fabbisogni elevati garantendo un sano metabolismo ruminale se i fieni utilizzati sono di qualità ottimale.

andrea.formigoni@unibo.it


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Alleva by Parmigiano Reggiano

Alimentare le bovine rispettando il disciplinare del Parmigiano Reggiano - Ultima modifica: 2021-07-29T10:13:45+02:00 da Claudia Notari

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