
Luca Cotti è il nuovo presidente dell’Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia-Romagna). Il nuovo Comitato direttivo dell’Associazione lo ha eletto all’unanimità, il 4 luglio scorso, durante lasua prima riunione.
Cotti, presidente della Coldiretti Emilia Romagna dallo scorso mese di maggio e già vicepresidente dell’Araer, conduce insieme ai fratelli un allevamento di bovine da latte della filiera del Parmigiano Reggiano oltre a produrre cereali, foraggere e pomodoro da industria a Pilastro di Langhirano (Pr).
«Ringrazio il Comitato direttivo che mi ha voluto alla presidenza dell’Araer – ha detto Cotti – un impegno che intendo onorare continuando nella difesa e nella valorizzazione della zootecnia regionale e nazionale in sinergia con tutte le altre Associazioni regionali degli allevatori. Difendere il nostro settore dagli attacchi strumentali e privi di basi scientifiche è per me un imperativo al quale dedicherò sempre tempo e risorse. Chi attribuisce al mondo allevatoriale le maggiori responsabilità sull’impatto ambientale non sa che in realtà è vero il contrario, soprattutto in un territorio come quello dove si produce latte destinato al Parmigiano Reggiano. Infatti – ha sottolineato il neopresidente – il legame tra la coltivazione dei foraggi destinati all’alimentazione delle bovine e il loro allevamento è la traduzione perfetta del concetto di sostenibilità».
Cotti ha preso il testimone alla guida dell’Araer da Maurizio Garlappi, che al termine del suo intervento all’assemblea annuale svoltasi presso la sede del Cai (Consorzi Agrari d’Italia) a San Giorgio di Piano (Bo), ha salutato commosso tutti gli intervenuti, soprattutto quando dalle mani di Cotti ha ricevuto a nome di tutta l’assemblea la targa in cristallo (nella foto, a ricordo dei trent’anni trascorsi ai vertici dell’Associazione).
Le attività svolte nel 2024
All’assemblea annuale sono stati illustrati e commentati l’andamento e l’attività svolte dall’Araer nel 2024. Ancora una volta, si tratta di numeri importanti per il panorama zootecnico come quelli del laboratorio di Reggio Emilia, che sul latte raccolto con i controlli funzionali in Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Umbria, Repubblica di San Marino e più saltuariamente in Lazio, ha eseguito 1.598.816 analisi a fronte di 1.538.535 dell’anno prima (+3,92%).
Valori di grande rilevanza che testimoniano non solo la buona organizzazione dell’Associazione nella raccolta dei campioni da analizzare, ma soprattutto l’efficienza di un laboratorio di analisi dotato di strumentazioni tecnologicamente innovative e di ultima generazione, gestiteda personale altamente qualificato.
Oltre al latte, vengono infatti effettuate analisi sugli alimenti zootecnici, test diagnostici e sierologici, screening per indagare la presenza di eventuali patologie a cui, proprio dallo scorso anno, si è aggiunta l’una nuova attività di analisi batteriologiche, sierologiche, parassitologiche quali-quantitative.
Nel 2024 la produzione media per vacca controllata è stata di 97,6 quintali di latte con un tenore di grasso al 3,77% e proteine al 3,39%.
Significativo poi il valore relativo alla consistenza media di bovine controllate per allevamento in Emilia-Romagna, che lo scorso anno ha raggiunto il dato di 154,7, in aumento del 2,18% sul 2023 (la media nazionale non va oltre 103,5).
Fondamentale il ruolo della zootecnia regionale per la Plv emiliano-romagnola (produzione lorda vendibile agricola): secondo il Rapporto 2024 sul Sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, che è stato presentato il 23 giugno scorso in Regione, vale poco più di 3 miliardi di euro a fronte dei 6 miliardi complessivi.
L’aumento di valore sul 2023 è stato dell’8,4% grazie al traino del latte vaccino, rimbalzato del 19,3% e delle carni bovine, cresciute del 2,9%.