Anche per il 2021 l’Associazione allevatori del Friuli VG propone un programma di formazione tecnica per i propri iscritti. Ovviamente con webinar. I primi tre incontri in scaletta discutono del benessere animale negli allevamenti bovini e il primo relatore a parlare ai 50 allevatori collegati online è stato Lorenzo Leso, dell’Università di Firenze.
Leso ha esposto i recenti risultati di Freewalk, un progetto europeo che ha interessato 40 stalle di 6 Paesi diversi e 9 istituti di ricerca dell’Ue. E che permette di confrontare costi e benefici delle stalle compost (compost bedded pack - CBP) rispetto alle stalle “tradizionali” con cuccette (FS). Nelle stalle CBP l’intera area di riposo è senza poste ed esistono ampi spazi di movimento dedicati ai bovini: almeno 7,4 mq/capo (ma anche 15).
Le stalle CBP paiono essere in grado di migliorare il benessere delle bovine da latte e l’”accettabilità” dell’allevamento da parte dei consumatori. I principali benefici: migliore comfort delle vacche durante il riposo; migliore salute dei piedi e degli arti; la possibilità per l’animale di avere un comportamento più naturale.
Di converso, ha spiegato Leso, poiché la lettiera contiene elevate concentrazioni di batteri (in particolare termofili), è essenziale una sua corretta gestione per mantenere un’adeguata igiene e pulizia delle bovine e ridurre il rischio di mastiti. E, a tal proposito, il parametro più importante da tenere in considerazione è quello legato al tasso di umidità della lettiera.
Soprattutto in condizioni climatiche fredde e umide, come quelle settentrionali dell’Italia e, ancor più, dei Paesi nordeuropei, può essere necessario aggiungere elevate quantità di nuovo materiale organico (con relativo aumento dei costi di gestione) per mantenere la lettiera asciutta e confortevole per le vacche.
Tenendo conto che una vacca produce 60-70 kg di deiezioni al giorno, composte per circa la metà da acqua, la lettiera e il “sistema stalla” devono assorbire e far evaporare (attraverso la corretta gestione della velocità del ricambio d’aria nella stalla e del tasso di umidità relativa), giornalmente, 30 kg di acqua/capo, che equivalgono a 2 kg di acqua/mq.
Questo è uno dei motivi per cui, adottando la lettiera compost, serve costruire stalle più spaziose con una disponibilità prossima ai 20 mq/capo. Se, però, si riuscisse a far evaporare 6 kg di acqua/mq/giorno, sarebbe sufficiente mettere a disposizione delle vacche 5 mq/capo.
Le stalle CBP, poi, in confronto alle FS, fanno registrare un aumento significativo della longevità delle vacche. Infatti nelle CBP le bovine vivono più a lungo e hanno un ordine di parto maggiore rispetto a quelle ospitate nelle FS, sottolineando il fatto che, statisticamente, le vacche mature producono più latte (la 7a lattazione, mediamente, è la più produttiva).
I conti economici proposti da Leso per ora paiono non essere molto favorevoli alle stalle CBP, come mostra la tabella.
Quali materiali
L’idea delle stalle CBP si è sviluppata agli inizi degli anni 2000 negli Usa per poi diffondersi in Canada, Israele, Giappone, Corea del Sud, Brasile (dove sono oltre tremila) e nei Paesi europei, Italia compresa dove gli allevatori utilizzano prevalentemente segatura, cippato e una miscela di segatura e trucioli di legno per le lettiere permanenti. In alcuni casi viene utilizzata anche la paglia, ma nelle situazioni CBP risulta essere di difficile gestione, con animali più sporchi e un maggior rischio di mastiti.
Nelle stalle CBP, la lettiera, costituita da un mix di lettiera organica ed escrementi, è rivoltata frequentemente (1-3 volte al giorno) per incorporare il letame fresco e l’aria, promuovendo così un compostaggio aerobico. A.D.F.