La capra Nicastrese orgoglio del lametino

capra Nicastrese
Un bell’esemplare della razza Nicastrese, in evidenza le sue caratteristiche morfologiche.
Caprini autoctoni calabresi in cerca di rilancio

In questi lunghi mesi di forzose “serrate” sono comunque fioriti numerosi incontri in forma di webinar nel corso dei quali è stato in qualche modo possibile sostituire i tradizionali momenti di confronto organizzati in occasione di manifestazioni fieristiche sul territorio nazionale. Anche la Calabria non ha voluto esser da meno, e negli ultimi giorni di gennaio (con conclusione il 2 febbraio) è stata realizzata sul sito www.agriinweb.it la prima fiera digitale agricola calabrese, grazie a diversi contributi ed esperienze.
In uno di questi appuntamenti, nella mattinata di domenica 31 gennaio, l’Associazione Regionale Allevatori calabrese ha organizzato il webinar “La capra Nicastrese nel contesto zootecnico della Calabria”, relatore lo zootecnico e esperto di razza Floro De Nardo.
All’incontro è intervenuto il presidente dell’Ara Calabria, Raffaele Portaro, che non ha mancato di auspicare la piena ripresa degli appuntamenti “in presenza” a fine pandemia. “Speriamo che l’emergenza sanitaria finisca presto – ha detto tra l’altro – e che possiamo tornare ad incontrarci anche per parlare dei nostri problemi. In questa occasione facciamo il punto sull’allevamento della capra Nicastrese, razza rustica ed autoctona la cui conservazione costituisce un motivo di orgoglio per la zootecnia del lametino e della Calabria in generale, grazie anche alla fattiva collaborazione con l’Associazione Nazionale della Pastorizia”.

Secondo il direttore di Assonapa

Per l’Assonapa è intervenuto il direttore Silverio Grande, che oltre a portare il saluto del presidente nazionale Battista Cualbu ha fatto un quadro dettagliato e aggiornato sulle diverse attività dell’Associazione, di recente divenuta Ente Selezionatore per le razze ovine e caprine già di Libro Genealogico e Registro Anagrafico (80 razze in totale), e che rappresenta circa 3.100 soci su tutto il territorio italiano.
“Molte delle razze trattate da Assonapa – ha esordito Grande – sono popolazioni ovine e caprine a limitata diffusione. Per la Nicastrese, di cui parliamo oggi, si tratta di una realtà diffusa in una settantina di allevamenti per un totale di circa 5.000 capi. L’azione di valorizzazione, in questi ultimi anni, si è concretizzata anche con l’inserimento della razza nel Progetto Cheesr, riferito alla misura 10.2 del Psrn, ma non è da escludere che si possano utilizzare altri strumenti al di fuori dei Piani di sviluppo rurale per la conservazione della biodiversità degli ovini e caprini. Le azioni di valorizzazione stanno riguardando anche il tema del benessere animale e della riduzione delle emissioni nell’ambiente e in atmosfera”.

capra Nicastrese
Un gruppo di becchi di Nicastrese: questi animali sono molto rustici e ben si adattano anche a condizioni climatiche difficili.

Un altro importante progetto, che si svilupperà nel prossimo triennio, ha continuato il direttore di Assonapa, “è quello denominato Sheep and Goat, con al centro la conservazione del germoplasma animale (per la Nicastrese circa 300 dosi di materiale seminale prelevato da becchi) e la creazione di una CrioBanca, utile anche per risolvere problemi di consanguineità nella razza molto frequenti in popolazioni con numeri di capi ridotti, come in questo caso, che possono compromettere il mantenimento e miglioramento delle caratteristiche produttive”.

Stoccate 294 dosi di materiale seminale

Nell’intervento del Direttore Asso.Na.Pa. è stato affrontato anche il tema della genomica (per la Nicastrese sono stati genotipizzati circa 100 soggetti) ed il lavoro di campionamento fatto in collaborazione con Ara Calabria ed UniMI.
Con lo staff del Cnr, coordinato da Flavia Pizzi, sono state raccolte e stoccate 294 dosi di materiale seminale di 18 becchi di razza Nicastrese per la costituzione della CrioBanca. “Molte di queste azioni – ha concluso tra l’altro Grande – sono finalizzate anche a valorizzare la razza incrementandone la tracciabilità delle produzioni. Abbiamo sempre come obiettivo il miglioramento delle opportunità di mercato per gli allevatori e di conseguenza anche dei loro redditi”.

De Nardo: viene chiamata la vacca dei poveri

Molto dettagliata e ricca di riferimenti storici e iconografici sulle origini e la presenza della razza Nicastrese la relazione di Floro De Nardo, appassionato studioso zootecnico e da molti anni Esperto di Razza per conto di Assonapa e dipendente dell’Ara Calabria. L’esperto ha relazionato in diverse occasioni e in tutta Italia sulle caratteristiche della Nicastrese e delle razze caprine autoctone in genere come la Capra dell’Aspromonte e la Rustica di Calabria.
De Nardo ha fatto una panoramica anche sulle altre specie simbolo della biodiversità calabrese, come ad esempio il Suino Apulo-Calabrese e la bovina Podolica. “Ma la capra – ha detto tra l’altro – ha una sua particolare dignità e caratteristica, poiché essa per secoli è stata considerata dalla popolazione locale ‘la vacca dei poveri’ “.
Curiosa la rievocazione, documentata in scritti ufficiali dell’epoca, risalente alla metà dell’800 secondo la quale anche i visitatori stranieri in Calabria (citato l’anglosassone Edward Lear) attendessero il passaggio delle greggi di capre con i pastori per poter attingere al latte appena munto – e quindi rigorosamente ‘a Km zero!’ – per il primo pasto della giornata.
Allora, ha rimarcato il relatore, “non c’era la possibilità di trattare la materia prima con metodica uht e quindi il latte fresco caprino era l’unica possibilità di nutrimento, anche per i bambini ed un po’ per tutta la popolazione, soprattutto per le classi meno abbienti. Se fosse saltato l’appuntamento con le capre, addio colazione!”.


Più di un milione di capi caprini

Al centro della relazione di De Nardo, molti interessanti dati di confronto sulle consistenze della popolazione caprina mondiale e europea (dati Fao 2019), che evidenziano come in Africa ed Asia si concentri il 93-94% della popolazione caprina nel Mondo. Significativo anche il dato che rivela come, dal 1969 ad oggi, ci sia stato un incremento del 189% del patrimonio caprino mondiale, che nella sola Unione europea ammonta a oltre 16 milioni di capi. “Molti di questi – ha evidenziato – sono nei Paesi dell’area mediterranea, e ciò conferma l’importanza che forme di allevamento come quella caprina possono avere per lo sviluppo delle popolazioni che affacciano sul Mare Nostrum“.
I dati 2020, invece, attestano a 1.061.373 i caprini nel nostro Paese di cui 118.980 nella sola Calabria; tali dati fanno attestare la regione al secondo posto in Italia in quanto a numero di caprini allevati.


Difesa del territorio, promozione, arte casearia

Al di là delle singole caratteristiche produttive, che nella Nicastrese vedono prevalere l’attitudine latte, ma con una buona produzione anche di capretti, l’importanza dell’allevamento di questa razza è evidente per il mantenimento della cura del territorio, valorizzazione dei pascoli marginali, salvaguardia della montagna e del sottobosco, prevenzione dei rischi da dissesto idrogeologico e incendi, garanzia di presenza dell’uomo.
De Nardo non ha mancato poi di evidenziare i punti di debolezza (limitata numerosità dei capi, ridotta frequenza allelica per la resistenza alla scrapie, mercato non remunerativo rispetto ai costi di produzione) e di forza della razza, facendo riferimento anche ad altri progetti in corso come il Progetto Ager (Canestrum Casei) e l’inserimento della razza Nicastrese nell’Arca del Gusto della Fondazione Slow Food per la biodiversità onlus.
In conclusione, la valorizzazione della Nicastrese è un punto a favore della conservazione della biodiversità degli animali di interesse zootecnico della Calabria, e anche un ponte per promuovere l’arte casearia presente nell’attività pastorale nel lametino, con opportunità di crescita e sviluppo dell’economia e dell’occupazione giovanile e dell’imprenditoria femminile.

La capra Nicastrese orgoglio del lametino - Ultima modifica: 2021-02-23T15:11:21+01:00 da Lucia Berti

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