Riflettori puntati, nella mattinata dell’8 ottobre scorso, sul convegno promosso dall’ Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto) sul tema “La Stalla 4.0 per un Sistema Allevatori di avanguardia tra salute degli animali, tutela del consumatore, sostenibilità ambientale”, che si è svolto alla Fattoria Fratelli Pagiusco di Bressanvido (Vi) nell’ambito del tradizionale Festival dell’agricoltura trasmesso in diretta streaming sul sito www.festivalagricoltura.it.
A tener banco tra il pubblico, composto non solo da addetti ai lavori, gli interventi tecnici dei relatori, in particolare il tema “Iodio e salute del consumatore” trattato da Caterina Mian del dipartimento di Medicina dell’Università di Padova. «Su cinquecento gravide, solo il 37% – ha detto descrivendo i risultati di un’indagine – aveva un apporto iodico adeguato ad affrontare la gravidanza. Erano donne che consumavano regolarmente latte, sale iodato e i supplementi consigliati». A preoccupare sono le giovani che tendono a non bere più latte e a escludere, del tutto o quasi, i formaggi dalla propria dieta. Le giovani con insufficiente apporto iodico sono in aumento, a scapito di una gravidanza corretta con conseguenze sul nascituro». Il direttore dell’Arav, Walter Luchetta, ha lanciato un messaggio inequivocabile: «ll nostro settore non inquina, ma concima», a significare che occorre dare il via a un importante percorso di comunicazione, per smantellare tante dicerie che stanno avendo la meglio su gran parte dei cittadini. Dopo il saluto del sindaco di Bressanvido, Luca Franzè, è stato letto il messaggio del governatore del Veneto, Luca Zaia. «Abbiamo portato nelle stalle il mondo dell’Università – ha spiegato il presidente dell’Arav, Floriano De Franceschi, in collegamento video – grazie alla raccolta dati, fondamentale per la genetica, l’efficientamento degli allevamenti e la sostenibilità delle imprese. La partnership con la Regione Veneto è stata ed è fondamentale per lavorare sulla qualità delle produzioni».
Una collaborazione ribadita anche dall’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner: «Negli ultimi anni la zootecnia ha subìto forti attacchi, perciò procedere nella direzione della Stalla 4.0, cioè della sostenibilità e dell’innovazione, è fondamentale. Nella nuova Pac si sta puntando molto sull’innovazione aziendale e sulla formazione scolastica, perché è fondamentale avere cittadini consapevoli». Franco Contarin, responsabile della direzione Adg Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale-Feasr Bonifica e irrigazione della Regione Veneto, ha illustrato le priorità del Complemento per lo sviluppo rurale (Csr) del Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027 per il Veneto, ricordando che per la zootecnia da latte regionale, che conta 2.600 allevamenti e 150mila bovini, sono previste risorse per 218 milioni di euro.
«I giovani sono al primo posto – ha spiegato Contarin – in quanto sono il presupposto per un settore innovativo e resiliente. È fondamentale, poi, assicurare una sostenibilità, ambientale ed energetica, ma anche economica delle imprese. Ciascun aiuto Pac non potrà prescindere, poi, da requisiti di innovazione e sostenibilità. Un’attenzione particolare sarà riservata, naturalmente, alle zone rurali più marginali».
Con l’intervento di Massimo De Marchi del dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova, che ha esposto i risultati delle attività di Controllo funzionale nell’ambito del miglioramento genetico della salute della mammella e del contenuto di iodio nel latte, si è passati ai temi più prettamente tecnici. «Abbiamo esaminato 12 patogeni su 12mila campionamenti – ha spiegato De Marchi – ed è emerso che l’incidenza varia in funzione della razza, ma senza dubbio l’allevatore può avere un ruolo attivo importante pulendo adeguatamente i locali e l’impianto di mungitura. Un’alimentazione più ricca di iodio, quindi, ha un duplice vantaggio: aumenta la concentrazione di iodio nel latte e negli altri prodotti a base di latte destinati al consumo umano e migliora sensibilmente la selezione e la capacità riproduttiva delle razze, aumentando anche la stessa produzione di latte».
A fare chiarezza sull’uso degli antimicrobici Elena Schiavon dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che ha evidenziato come con il regolamento europeo 6 del 2019, «i medicinali antimicrobici non possono più essere impiegati per la profilassi, quindi a scopo preventivo, se non in casi eccezionali, ma può essere adottata solo la metafilassi. Quando viene diagnosticata una patologia in allevamento, quindi, si può procedere al trattamento degli animali infetti, così da evitare la diffusione del patogeno nell’intera mandria». Tutto questo altro non è che benessere animale. La stessa corretta alimentazione dei bovini va in questa direzione, come ha evidenziato Federico Righi, docente di Nutrizione animale del dipartimento di Scienze medico-veterinarie dell’Università di Parma: «L’integrazione minerale ha forti effetti sulla fertilità, ma anche sul benessere complessivo delle bovine ; perciò è fondamentale il corretto apporto di fosforo per la produzione di energia, calcio per evitare problemi legati al parto, manganese per contrastare le cisti ovariche. e selenio per assicurare una migliore pulizia e involuzione uterina».
Mirco Garuti del Crpa (Centro ricerche produzioni animali), ha illustrato le opportunità offerte dal biogas, «che può essere impiegato per produrre energia termica o elettrica, trasformando i liquami ed il letame in digestato, che è uno straordinario fertilizzante. In questo momento storico, in cui i fertilizzanti sono molto costosi, poter utilizzare il digestato rappresenta un risparmio». Il presidente dell’Aia (Associazione italiana allevatori), Roberto Nocentini, ha posto l’accento sull’impegno di Arav sul fronte della formazione, dell’informazione e, soprattutto, dell’innovazione. «Di fronte alle ben note sfide che ci troviamo ad affrontare – ha concluso Nocentini – abbiamo bisogno di un Sistema allevatori compatto e forte per la crescita della zootecnia italiana. La situazione economica attuale dovrà trovare risposte convincenti da parte della politica nazionale ed europea. La Regione Veneto, come ha più volte dimostrato, è dalla parte di una zootecnia moderna, che vuole la sostenibilità e il benessere animale, con un forte impulso all’innovazione aziendale». Le relazioni saranno disponibili sul sito www.arav.it.