Bilancio sicuramente positivo per la partecipazione dell’Aia (Associazione italiana allevatori) e del Sistema allevatori alla 94esima edizione della Fiera agricola zootecnica italiana (Fazi) che si è svolta a Montichiari (Bs), presso il Centro Fiera del Garda, dal 21 a 23 ottobre 2022.
Le aziende zootecniche stanno attraversando uno dei momenti di crisi più profonda, strette tra gli insostenibili costi dell’energia e dei principali mezzi di produzione (foraggi e mangimi, ma anche spese veterinarie, l’approvvigionamento idrico e la manodopera, quest’ultima sempre più di difficile reperimento), e gli effetti della siccità estrema, tra eventi atmosferici imprevedibili legati al cambiamento climatico e le ripercussioni sui mercati internazionali causate dal conflitto russo-ucraino. Una sorta di “tempesta perfetta”, come rilevato da più analisti, dalla quale si esce solo facendo quadrato e mettendo in campo ogni accorgimento possibile sul piano dell’innovazione, oltre, ovviamente, a soluzioni, a livello decisionale, che limitino l’erosione della redditività degli imprenditori agro-zootecnici e fermino il rischio scomparsa degli allevamenti.
«Siamo decisamente in un delicatissimo momento di transizione, ma per la nostra zootecnia è bene agire presto senza ripensamenti», ha fatto sapere il presidente dell’Aia, Roberto Nocentini, che, assieme al direttore generale, Mauro Donda, e a diversi dirigenti e tecnici del sistema allevatoriale, ha presidiato il padiglione zootecnico nei tre giorni della Fiera di Montichiari.
Tra gli altri, presenti il presidente dell’Aral, Mauro Berticelli, e il direttore, Gianfranco Drigo, che giocavano in casa in quella che si conferma come la principale rassegna zootecnica nazionale sul bovino da latte. In fiera anche gli esponenti delle associate: dal Veneto, con il presidente, Floriano De Franceschi, e il direttore, Walter Luchetta, al Piemonte, con il presidente, Elia Dalmasso, e il direttore, Tiziano Valperga, fino all’Emilia-Romagna, rappresentata dal presidente e dal direttore, rispettivamente Maurizio Garlappi e Claudio Bovo; hanno partecipato anche regioni più lontane, come la Puglia, con il presidente Pietro Laterza. Presenti anche il vicepresidente dell’Aia, Claudio Destro, e il direttore Fpa Trento, Massimo Gentili.
Cibo sintetico, problema cruciale per il neo-ministro
Questa edizione della Fazi, che ha dato appuntamento, con il presidente, Giannantonio Rosa, e il direttore Ezio Zorzi, al 27-29 ottobre 2023 sarà ricordata anche perchè, proprio nel giorno della cerimonia inaugurale, il sabato mattina, ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il Governo scaturito dalle elezioni politiche del 25 settembre scorso.
La compagine guidata da Giorgia Meloni ha visto, nella casella del ministero delle Politiche agricole (ora ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare), subentrare a Stefano Patuanelli il parlamentare Francesco Lollobrigida, che troverà sul tavolo di via XX Settembre, da subito, molti dossier difficili e urgenti. Sfida climatica, sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’attività degli agricoltori e allevatori italiani, questioni legate all’approvvigionamento energetico, alla valorizzazione del prodotto made in Italy e di una maggior autosufficienza del Paese per il proprio fabbisogno alimentare.
Temi fondamentali, diventati di stretta attualità, ma problemi nuovi, come il contrasto all’avanzare del cosiddetto cibo sintetico, dal latte senza mucche alla bistecca senza carne: su questi ultimi, ha insistito in particolare anche a Montichiari il presidente della Coldiretti nazionale, Ettore Prandini, che sin dall’inaugurazione della Fazi e nei vari appuntamenti convegnistici, assieme al segretario organizzativo Vincenzo Gesmundo, ha puntato il dito contro chi vorrebbe introdurre sulle nostre tavole prodotti spacciati per eticamente sostenibili, ma in realtà più costosi e impattanti di quelli di origine naturale. Una vera aberrazione, cibo costruito in laboratorio, di cui non è possibile conoscere gli effetti per il consumo umano. Tanto da spingere chi, in questo momento, nel mondo lo sta somministrando a firmare addirittura una liberatoria prima di cibarsene.
Il meglio della genetica animale non solo per i bovini
Il contrasto tra chi vorrebbe un’agricoltura Frankenstein e quale invece sia la realtà dei nostri allevamenti, unici a livello mondiale per garanzie di sostenibilità, innovazione, rispetto del benessere animale e dell’ambiente, biodiversità e distintività risalta proprio in occasioni come quella della fiera di Montichiari.
Nel ring principale e nell’intero padiglione zootecnico il pubblico è tornato finalmente numeroso (gli organizzatori hanno stimato in oltre 38mila le presenze), ha potuto ammirare capi di alta genealogia delle razze bovine Frisona italiana e Jersey, protagoniste della loro rispettiva 70a e 11a Mostra Nazionale, preceduta dal 10° Open Junior Show che ha visto giovani concorrenti provenienti da tutta Europa affrontarsi in diverse competizioni, terminate con la gara di conduzione.
A Montichiari non solo bovini protagonisti: com’è ormai tradizione da qualche anno, grazie alla collaborazione tra Anci e Fiera del Garda a Montichiari si è tenuta la Mostra di registro anagrafico della specie cunicola e, sempre nel padiglione 6, un’esposizione di cavalli di razza Haflinger Italia e di asinini.
La Gara di giudizio tra gli studenti degli Itas
La Fazi è anche un momento unico per la formazione di giovani leve in zootecnia: la giornata di apertura, infatti, è stata caratterizzata dalla Gara di giudizio tra studenti degli Itas provenienti da varie parti d’Italia: circa 1.500 i ragazzi partecipanti, da 30 istituti, che si sono cimentati nella valutazione morfologica della razza Frisona Italiana. La Gara, organizzata da Aia e Anafibj quest’anno è stata vinta dall’Itas Galilei di San Secondo Parmense (Pr), con 119 punti, davanti all’Itas Raineri di Piacenza (117,400 punti) e all’Afgp Centro Bonsignori di Remedello, in provincia di Brescia (115,800 punti).
La creazione di una banca dati gli obiettivi del progetto Leo
Presso lo stand istituzionale di Aia-FedAna è proseguita l’attività di divulgazione delle informazioni tecniche sui principali contenuti del Progetto Leo (Livestock environment opendata) di cui l’Aia è capofila, assieme a qualificati partner. Il progetto terminerà nel 2023 ed è finalizzato alla creazione di una banca dati unica opendata, con dati zootecnici riferiti, ad esempio, ad aspetti connessi alla sanità e al benessere degli animali, alle emissioni in atmosfera e alla biodiversità.
Del Progetto Leo si è parlato pure in uno dei più importanti e attesi appuntamenti divulgativi, il Convegno Tecnico organizzato da Anafibj su “Sensoristica e selezione della vacca da latte”, presieduto dal direttore, Martino Cassandro, e molto partecipato malgrado la contemporaneità con altri eventi in fiera.
Aperto e moderato dal presidente Anafibj Fortunato Trezzi, tra gli interventi al Convegno, oltre a quello del dirigente del ministero delle Politiche agricole, Francesco Bongiovanni e di tecnici e ricercatori, c’è stato il contributo dato dal coordinatore Scm (Servizio controllo mungitura) Aia, Lorenzo Pascarella, sul tema “Nuove sensoristiche: strumenti e tecnologie per un servizio controllo mungiture di ultima generazione”.
È evidente la grande accelerazione che il Sistema allevatori italiano sta imprimendo nel campo dell’innovazione digitale e dell’automazione delle operazioni in stalla, con strumenti di avanguardia destinati ad avere una diffusione sempre più crescente, come ripetuto anche da Andrea Galli, ricercatore e collaboratore dell’Aia, e dal direttore generale dell’Aia, Mauro Donda intervenuto nel dibattito conclusivo. Una finestra su Leo si è “aperta” anche nel pomeriggio di sabato 22 ottobre, al convegno finale del progetto “All40ne”, finanziato da Regione Lombardia (Psr 2014-2020, Sottomisura 1.2. 01 (responsabile scientifico Alfonso Zecconi). Titolo dell’incontro: “Strategie per la riduzione dell’impatto degli antimicrobici nell’allevamento del bovino da latte nel post-parto”, che ha visto gli interventi di autorevoli rappresentanti e tecnici dell’Università degli Studi di Milano, dell’Ats Brescia, di Ara Lombardia e di Aia, con il direttore tecnico, Riccardo Negrini, che ha sottolineato, anche in rapporto all’enorme mole di dati raccolti e prodotti dal Sistema allevatori, un nuovo approccio collaborativo tra attori della filiera, in particolare con la sanità animale, che fa ben sperare in una maggior condivisione di dati ed esperienze utili al perseguimento degli obiettivi One health tra uomo e animale.