Anche all’inizio del secondo decennio degli anni Duemila, il 17 gennaio rappresenta ancora una data da non dimenticare per gli allevatori italiani: si celebra, infatti, in tutta Italia e soprattutto nelle comunità rurali, la ricorrenza della festa liturgica dedicata a Sant’Antonio Abate, il santo Patrono protettore di uomini e animali, figura emblematica della fede cristiana e fondatore del Monachesimo.
A Roma e in Vaticano, l’Associazione Italiana Allevatori organizza con l’occasione la XIII Giornata dell’allevatore, realizzata nel centro della cristianità, anche per condividere un momento di festa e di riflessione con tutta la comunità, sia dei cittadini romani che dei sempre numerosi partecipanti provenienti da tutte le regioni del Paese, con le loro famiglie.
Giornata dell'allevatore, il programma
Il programma della mattinata (dalle 9 alle 14) prevede anche quest’anno momenti sia liturgici che tradizionali nell’ambito dei festeggiamenti: già dalle prime ore della mattinata di venerdì 17 gennaio 2020, in Piazza Pio XII, di fronte al celebre Colonnato del Bernini, verrà allestita la “Stalla sotto il cielo ” curata da Aia e dalle associate territoriali, all’interno della quale i partecipanti potranno ammirare una rappresentanza degli animali di interesse zootecnico presenti negli allevamenti italiani. Ci saranno bovini, equini, ovini e caprini, conigli ed avicoli – galli, galline ed oche - , e naturalmente qualche maialino, poiché com’è noto il “porcello” è una delle figure nell’iconografia da sempre presenti nelle rappresentazioni votive di Sant’Antonio Abate, siano esse statue, immagini poste a protezione delle stalle e delle attrezzature, o nei “santini”.
A metà mattina (ore 10.30) si terrà la funzione liturgica all’interno della basilica vaticana, presso l’altare aattedra, officiata dal cardinale Angelo Comastri, vicario di Sua Santità Papa Francesco, che al termine della Santa Messa assisterà alla conclusione della sfilata a cavallo lungo Via della Conciliazione, per poi impartire la benedizione ad uomini ed animali radunati in Piazza Pio XII; chiusura della giornata con le note della Fanfara del Reggimento Lancieri di Montebello, che assieme alle rappresentanze dei Reparti a Cavallo delle Forze Armate concluderà la manifestazione.
Il valore della famiglia contadina
Un significato particolare, anche quest’anno, verrà riservato al tema del valore della famiglia contadina e del rispetto per il creato: infatti, le celebrazioni in onore di Sant’Antonio Abate servono per ribadire l’importanza del senso di comunità e di solidarietà da sempre radicato nel mondo allevatoriale nazionale. Un pensiero forte sarà rivolto ai colleghi agricoltori che ancora patiscono per le conseguenze dei ripetuti sismi nel Centro Italia, e di tutti coloro che hanno subìto, anche di recente, danni dalle emergenze climatiche che hanno provocato alluvioni ed altre catastrofi naturali mettendo a dura prova le popolazioni e la gente dei campi.
I temi dell’ambiente, nonché dell’accoglienza verso i più bisognosi - sottolineati spesso negli ultimi anni anche da Papa Francesco che dedicò una sua lettera Enciclica, la “Laudato si’ “, alla cura della “casa comune” riferita alla tutela del creato nell’anno del giubileo straordinario - sono tornati all’attenzione anche di recente, associati proprio alle questioni legate al cambiamento climatico ed alle migrazioni dei popoli in fuga da territori segnati da carestie e conflitti. Nelle intenzioni di preghiera del Santo padre per il 2020, spicca anche l’auspicio che il progresso sia sempre a servizio dell’uomo, e per questo obiettivo gli allevatori italiani lavorano costantemente.
Nocentini: «Gli allevatori sono custodi del creato»
«La cura dell’ambiente e del territorio, l’attenzione sempre crescente verso il benessere degli animali che alleviamo e il senso del rispetto verso le persone, soprattutto di chi lavora con grande fatica nei campi e nelle stalle – afferma il presidente di Aia Roberto Nocentini, che assieme al direttore generale Roberto Maddé e a numerosi dirigenti delle associate del sistema allevatoriale presenzieranno alla Giornata dell’allevatore – sono i principali messaggi che vogliamo ribadire quest’anno alla cittadinanza e sui quali far riflettere più a fondo tutti noi. L’essere "custodi del creato", come ho già ricordato nel presentare l’iniziativa negli scorsi anni, ci responsabilizza in maniera forte nei confronti delle istituzioni e della collettività, nazionale e sovranazionale, visto che le nostre produzioni, specie quelle di eccellenza, varcano spesso i confini italiani rappresentando il grande patrimonio del made in Italy agroalimentare».
«Sentiamo fortemente questa responsabilità, e non solo – sottolinea Nocentini – sappiamo che il nostro lavoro dà continuità ai sacrifici fatti dalle nostre famiglie e spesso è l’eredità che lasciamo ai nostri figli o a tutti quei giovani, e ringraziando il cielo sono molti e in costante aumento, che man mano ci sostituiscono nell’operare in zootecnia. Il nostro testamento nei confronti delle giovani generazioni è fatto anche di conservazione di una ricchissima biodiversità animale, di produzioni salubri e di qualità, di garanzie di rispetto dell’ambiente e del bestiame. Questi valori sono per noi fondanti e siamo orgogliosi di poterli condividere, non solo in questa giornata per noi particolare, ma costantemente, in ogni giorno della nostra vita di lavoro al servizio della collettività».