Più valore alla sostenibilità attraverso esempi concreti

convegno aia
Il Convegno Aia sulla sostenibilità nella Sala Rossini di Veronafiere.
Aia e Sistema Allevatori alla 115esima Fieragricola di Verona

Riscontri più che positivi dalla partecipazione di Aia e del Sistema allevatoriale alla 115esima Fieragricola di Verona, che si è svolta dal 2 al 5 marzo 2022. Sempre affollato di visitatori, nel rispetto delle norme antiCovid-19, è stato il padiglione 10 di Veronafiere, dove, nella vetrina di Italialleva, hanno sfilato nel ring B le diverse specie e razze con il commento dei tecnici del Sistema allevatori.

Nel grande ring A, oltre alle manifestazioni tecniche a carattere internazionale e nazionale delle principali razze bovine da latte del nostro Paese, dalla Frisona-Holstein alla Bruna, gli studenti di ben 22 Istituti Agrari hanno partecipato alla Giornata didattica e alla Gara di valutazione morfologica (ampio servizio in questo numero a cura di Laura Saggio) organizzata da Aia in collaborazione con le Associazioni nazionali di razza coinvolte.

Lo stand istituzionale condiviso da Aia, Ara del Veneto e della Lombardia, Anafibj e FedAna, è stato, nei quattro giorni di fiera, il crocevia d’incontri con dirigenti e tecnici del Sistema allevatoriale, oltre ad ospiti delle istituzioni nazionali e locali. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, è stato accolto nell’area zootecnica dai vertici di Aia, il presidente Roberto Nocentini, e il direttore generale, Mauro Donda, e dal presidente di Arav, Floriano De Franceschi.

Al Convegno di Aia riflessioni sulle difficoltà della zootecnia

In primo piano il concetto sicuramente complesso della sostenibilità, che in zootecnia è economica, sociale e ambientale, ed è alla base delle principali sfide del mondo allevatoriale. Su questo tema si è focalizzato il convegno “Valorizzare la sostenibilità in zootecnia: quadro politico ed esempi pratici” del 4 marzo scorso. Un momento di confronto utile e incisivo, con la sala Rossini di Veronafiere riempita al massimo della capienza. A moderare l’incontro, il direttore generale di Aia, Mauro Donda: «Aia sta dando il suo contributo anche in qualità di capofila del Progetto Leo, innovativo a livello europeo, con lo scopo di valorizzare, anche sotto l’aspetto della sostenibilità, l’enorme mole di dati prodotti dal Sistema allevatoriale, e non solo».

Inevitabili i riferimenti all’auspicata fine dell’emergenza pandemica e alla drammaticità del conflitto russo-ucraino, come ha sottolineato il presidente di Aia, Roberto Nocentini, nel suo intervento di apertura: «Gli allevatori stanno pagando in modo pesantissimo la sommatoria delle due crisi – ha detto – . Il nostro non è il solo settore in difficoltà, ma la zootecnia italiana sta subendo da mesi aumenti insostenibili dei costi di produzione, nell’ultimo periodo esplosi principalmente a causa di fenomeni speculativi. Gli allevatori non riescono a farsi pagare a sufficienza le produzioni, e non riescono nemmeno a rientrare dalle spese vive. In più, all’interno della filiera, subiamo atteggiamenti irresponsabili di trasformatori e grande distribuzione, pure con il fenomeno delle vendite sottocosto».

Recuperare giusta redditività per continuare a investire

Concetti ampliati anche nell’approfondita analisi svolta del presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha partecipato ai lavori: «L’attenzione che un Paese dedica al settore primario si misura anche dalla presenza del Governo e dei suoi massimi esponenti a manifestazioni di valenza internazionale come questa di Verona. Su questo dovremmo guardare all’esempio dei nostri cugini francesi. Il tema della giusta redditività del lavoro degli allevamenti è centrale: è vero, qualche errore in passato è stato fatto, quando si è agito solo rincorrendo le emergenze. Un esempio chiaro di cosa vuol dire recuperare giusta redditività sono le forme autentiche e virtuose di cooperazione del settore lattiero-caseario. Così come, va sottolineato, lo stato di difficoltà del comparto della suinicoltura, messo in crisi dall’esplosione dei costi di alimentazione. Una giusta redditività è quanto ci consente di continuare a investire in zootecnia. Senza liquidità non solo non possiamo fare investimenti, ma neanche intervenire sul benessere animale. La sostenibilità – ha ribadito – è innanzitutto economica, poi sociale e ambientale».

Ampi riferimenti, inoltre alle “ricette” indicate da Coldiretti sul contributo che la zootecnia italiana può dare anche ai fini dell’efficientamento energetico e del razionale utilizzo delle risorse. Passaggi importanti anche sulle prospettive della Pac e di quanto si sta facendo in merito al Piano strategico nazionale e agli ecoschemi.

Gare, concorsi zootecnici e passarelle delle razze, esempio di biodiversità, organizzate da Aia-Italialleva al padiglione 10 di Fieragricola (crediti: Sara Cervelli)

Il contributo fondamentale delle aziende della ricerca

Argomenti anche al centro della relazione del dirigente di Ismea, Camillo Zaccarini Bonelli: «Nonostante le numerose criticità, ci sono margini di miglioramento, c’è bisogno di risorse per la comunicazione del valore della zootecnia in termini di sostenibilità e valorizzazione del consumo delle sue produzioni». Interessanti soluzioni in materia di automazione sono state presentate da Massimo Brambilla del Crea-It (Centro ricerca Ingegneria e trasformazioni agroalimentari), che ha illustrato i casi concreti del Progetto Autofeed. Al convegno anche il resoconto di due esperienze di allevamento diverse tra loro: Claudio Destro, vicepresidente di Aia e Ad di Maccarese Spa, si è soffermato sulla «sostenibilità reale», della grande azienda situata sul litorale romano. Un’impresa sempre innovativa nelle soluzioni d’integrazione tra ambiente e territorio, nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, e arrivata, tra le prime, al traguardo delle certificazioni ambientali e riguardanti la salute e la parità salariale tra i lavoratori.

L’allevatore Alessandro Marchi, titolare dell’azienda montana Cà Marmocchi e del caseificio di Rosola, a Zocca, sull’Appennino modenese, ha dimostrato, invece, come con una razza bovina, la Modenese, o Bianca Valpadana (come veniva chiamata originariamente), salvata dall’estinzione, grazie al lavoro comune fatto con il sistema allevatoriale sia possibile, alla lunga, arrivare alla riconoscibilità di un prodotto, in questo caso il Parmigiano monorazza.

Riccardo Negrini, direttore tecnico di Aia, ha, infine, illustrato le applicazioni pratiche consentite con lo sviluppo del Progetto Leo, anche in termini di sostenibilità. Sul sito leo-italy.eu ampie sintesi delle relazioni di base (integralmente sul sito aia.it).

Più valore alla sostenibilità attraverso esempi concreti - Ultima modifica: 2022-03-25T16:05:06+01:00 da Barbara Gamberini

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