Calano gli allevamenti veneti, in aumento fauna selvatica e costi

allevamenti veneti
Da sinistra: il presidente dell’Arav, Floriano De Franceschi, l’assessore all’Agricoltura del Veneto, Federico Caner, e la senatrice Mara Bizzotto.
Un’analisi a tutto campo dell’annata 2023 all’assemblea dell’Arav. La denuncia del presidente dell'associazione, Floriano De Franceschi

La vita dell’allevatore è sempre più complessa. Lo ha sottolineato, nella mattinata del 24 giugno scorso nella sede dell’Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto) a Vicenza, il suo presidente, Floriano De Franceschi, in occasione dell’assemblea generale ordinaria, alla quale hanno preso parte l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, la senatrice Mara Bizzotto, e il dirigente di Veneto Agricoltura, Gianluca Fregolent.

«Lo strascico legato all’epidemia da Covid-19, come si temeva, non è stato passeggero. Negli allevamenti, pur registrando una riduzione dei costi delle materie prime alimentari, per quanto riguarda meccanica e ricambistica – ha spiegato De Franceschi – ci pare sempre più remoto l’auspicio di ritornare ai livelli ante 2022. Per l’energia elettrica, il prezzo, pur essendosi ridimensionato, è molto più elevato e rimane stabile a valori significativamente superiori rispetto alla media storica. Pesantissima e in peggioramento, poi, l’evoluzione del costo del denaro, un macigno per la posizione finanziaria delle aziende».

Fauna selvatica, gestione difficile per lupo e cinghiali

«La gestione della fauna selvatica è diventata ancora più complicata. «In primis in Alpago, la presenza del lupo è aumentata e molti piccoli allevamenti hanno chiuso – ha proseguito De Franceschi - con una decimazione degli animali allevati, a cominciare dalla pecora di razza Alpagota. Auspichiamo si concretizzino in tempi non biblici gli indirizzi definiti a fine 2023 in Unione europea, dando avvio ai tecnicismi indispensabili per riportare il livello di protezione della specie lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. Grande preoccupazione, poi, desta l’incontrollata diffusione del cinghiale, portatore della Peste suina africana, che mette a rischio l’intero comparto dell’allevamento suino. Non si può più attendere, va al più presto applicato il Piano straordinario di contenimento di questo animale, e qui anche la Regione Veneto deve fare la sua parte»

Con la proiezione del film “Food for Profit” nella puntata di Report del 5 maggio scorso si è toccato l’apice della malafede e della demagogia contro il mondo zootecnico e agricolo.

«Si tratta di campagne mediatiche che si basano su informazioni ingannevoli, scientificamente infondate ed ideologiche – ha sottolinea De Franceschi – il cui unico fine è quello di cambiare le abitudini alimentari della collettività».

Emissioni, i dati della scienza scagionano la zootecnia

I dati emersi nei convegni promossi dall’Arav a ottobre a Bressanvido e a marzo, nell’ambito di Passione Veneta, non lasciano spazio a dubbi.

Le emissioni totali italiane di anidride carbonica sono così distribuite: produzione di energia 78,40%, industria 8,14%, agricoltura 8,57%, altro (rifiuti) 4,88%.

Per quanto riguarda l’agricoltura, la zootecnia rappresenta il 60,46% e corrisponde al 5,18% del totale, senza dimenticare che i prati e i pascoli immobilizzano la CO2 atmosferica e che le superfici su cui insiste la zootecnia ne assorbono l’1,93%, per cui il bilancio netto dal 5,18 passa al 3,25%.

Non è possibile che, a fronte di questi dati scientifici, il 5 maggio Report trasmetta una slide nella quale si indica che più di 500mila persone ogni anno muoiono a causa delle emissioni provenienti dall’agricoltura: un atto di vero e proprio terrorismo mediatico.

Progetto Leo, scelto come caso di studio nell’ambito della Fao

Conclusosi nel 2023 con un evento di presentazione dei risultati di sette anni di lavoro, che hanno consentito la nascita di una enorme banca dati condivisa sfruttando le potenzialità dei Big Data, il Progetto Leo ha riscontrato grande interesse in chiave One Heath.

Nel corso di un recente workshop della Fao sui sistemi di controllo della minaccia della salute animale, basati su conoscenza dei rischi, analisi e previsione, comunicazione degli avvertimenti e preparazione alla risposta a tutti i livelli nella gestione delle minacce per la salute degli animali la Fao ha confermato come l’impiego dell’Open Data Leo possa essere di grande utilità anche per monitorare l’eventuale presenza di contaminanti nelle acque provenienti dal settore zootecnico e il loro impatto sulla salute animale.

Il valore dei controlli funzionali e dell’assistenza tecnica

De Franceschi ha sottolineato il contributo della Regione Veneto anche con lo stanziamento di 1 milione e 150 mila euro a supporto del miglioramento genetico delle stalle venete.

L’Italia si sta avvicinando sempre più all’autosufficienza per il consumo complessivo di latte che si attesta al 92% con il Veneto, che nei primi tre mesi nel 2024, ha spiccato in termini di aumenti, con un incremento del 3,42% rispetto allo scorso anno.

Fa, tuttavia, da contraltare una progressiva riduzione delle stalle attive (2.141 nel 2023, contro le 2.295 del 2022), con un aumento delle produzioni aziendali medie annue.

 I numeri raccolti dai tecnici dell’Arav nelle stalle sono determinanti per la conservazione della biodiversità e il miglioramento genetico delle razze allevate. «Il Sistema Allevatori è impegnato, giorno dopo giorno – ha proseguito De Franceschi – a migliorare la genetica bovina italiana per consolidarne le sue posizioni al top a livello mondiale sotto il profilo produttivo, accompagnando questo fine a quello di ottenere qualità del latte con adeguate attitudini casearie, frutto di allevamenti in cui il benessere animale è il perno attorno al quale ruota tutta l’attività.

Di conseguenza, il valore dei Controlli funzionali sta nella fondamentale funzione di concorrere a far ottenere un miglioramento genetico capace anche di dare trasparenza alla filiera».

Fondamentale anche l’assistenza tecnica specializzata su benessere animale e ambientale, valutazioni tecniche, razioni, analisi sanità delle stalle, valutazioni veterinarie, agronomiche, del nutrizionista. In questo ambito risulta fondamentale e strategica la collaborazione in atto con l’Università di Padova, anche rispetto alla formazione del personale del laboratorio tecnico dell’Arav.

L’attività del laboratorio tecnico testati oltre 800mila campioni

Nel 2023 il laboratorio della Arav ha processato oltre 800mila campioni di latte.

Un servizio fondamentale, messo a disposizione degli allevatori, per determinare la qualità del latte prodotto dalle singole bovine in termini funzionali al miglioramento del profilo genetico.

Le analisi svolte consentono, sulla base della qualità del latte, di differenziarne il prezzo, valutarne il grado di idoneità alla caseificazione, ottimizzare la razione alimentare, riducendo gli sprechi e l’inquinamento ambientale e, infine, determinare la salubrità del latte e dei prodotti derivati dal latte e delle carni per garantire la sicurezza alimentare del consumatore finale.

Nell’ambito del Psr Veneto e del Csr 2023-2027 sono stati finanziati numerosi progetti degli allevamenti veneti.

La Regione Veneto, come ha spiegato Caner, ha di recente chiuso i bandi regionali per la riduzione dei gas climalteranti e quelli sul benessere animale con 160 e 288 domande presentate dagli allevatori, per quasi 55 milioni di sovvenzione.

Calano gli allevamenti veneti, in aumento fauna selvatica e costi - Ultima modifica: 2024-07-19T09:30:10+02:00 da Barbara Gamberini

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