Gli strascichi della pandemia e del caro-prezzi di materie prime ed energia continueranno a influire sulla zootecnia lucana, ma il 2023 si presenta ricco di novità interessanti per l’intero settore. L’Ara (Associazione regionale degli allevatori) di Basilicata è già pronta a cogliere le nuove opportunità per garantire ai suoi associati di operare al meglio usufruendo appieno dei cambiamenti richiesti dal contesto europeo.
Opportunità e criticità sono state analizzate dal presidente dell’Associazione, Palmino Ferramosca, al termine di un anno di lavoro intenso e alla vigilia di un 2023 che si è aperto all’insegna di importanti sfide.
«Il 2022 è stato un anno particolare – ha spiegato Ferramosca –: siamo usciti fuori dai problemi legati alla pandemia e subito dopo abbiamo affrontato l’imprevisto del caro-materie prime che inevitabilmente ha influito sulla gestione degli allevamenti. Questioni più volte portate sul tavolo dagli allevatori incontrati sul territorio dai nostri tecnici e veterinari impegnati nelle attività di consulenza.
Affrontare il problema solo dal punto di vista tecnico si è fatto più difficile – ha continuato il presidente - in quanto dal confronto con gli allevatori veniva fuori sempre il discorso delle difficoltà economiche che potevano portare alla chiusura delle loro attività. Tuttavia, nonostante tutto, l’Ara ha continuato ad agevolare gli associati nella formazione e nell’informazione, affinché le problematiche di carattere economico potessero essere affrontate al meglio col supporto della tecnologia che si va a introdurre nelle aziende lucane con il contributo della Regione Basilicata. Per tutto il 2023 – garantisce Ferramosca – porteremo a termine le attività intraprese nell’anno precedente a completamento dei progetti, tenendo conto delle sfide che ci impone il futuro col nuovo Psr. Quest’ultimo chiama in causa la nostra Associazione per ciò che riguarda questioni fondamentali, come il benessere animale e la sostenibilità ambientale della zootecnia, senza trascurare quella economica e sociale. Nello stesso tempo sarà compito degli allevatori adeguare i propri allevamenti alle nuove norme; obiettivo facilitato dall’arrivo di nuove forme di contributo».
A insistere sulle opportunità della nuova programmazione europea anche Giuseppe Prestera, capo veterinario dell’Ara, che coordina oltre sessanta tecnici in tutta la regione. «La questione del benessere animale – ha sottolineato – sarà molto rilevante nella nuova Pac. Per questo lavoreremo alla gestione dei meccanismi che sono alla base della nuova programmazione agricola affrontando anche la questione del pascolo che, nelle nuove politiche comunitarie, rappresenterà una premialità di grande importanza, soprattutto a garanzia dei cittadini».