Molto spesso è stato detto che la vitellaia non riceve le attenzioni che merita nelle stalle da latte. Tuttavia, non si ha la certezza che questo sia sempre così. Avere la possibilità di inquadrare il problema con dati nazionali alla mano è cruciale per determinare quali siano potenziali rischi e identificare i punti di debolezza e di forza nell’ambito delle pratiche di gestione della vitellaia.
Per poter sviluppare azioni correttive mirate, va prima capito come e dove integrarle, avendo nero su bianco i punti da migliorare per fare la concreta differenza per i nostri animali e le nostre aziende.
Ad oggi, in Italia vi sono alcuni preziosi dati inerenti alla gestione della vitellaia: lo studio svolto da Zucali et al. (2013), che ha coinvolto 28 aziende della regione Lombardia, uno studio condotto da Bonizzi et al. (2020), a cui hanno aderito 119 aziende dislocate sul territorio nazionale, e, più recentemente, il lavoro svolto da Berteselli et al. (2023), in cui hanno partecipato 15 allevatori della regione Piemonte. Sebbene i dati raccolti siano in linea tra loro, il numero esiguo di allevamenti italiani coinvolti preclude la possibilità di considerare i risultati rappresentativi dell’azienda italiana di oggi.
Al fine di trarre conclusioni non solo preliminari e parziali e di condurre pertanto un’indagine globale è auspicabile raggiungere un numero elevato di allevatori in varie regioni che sia rappresentativo della realtà odierna. In modo tale da consentire ad ogni allevatore di partecipare alla ricerca, anche dal proprio cellulare, condividendo la propria unica ed indispensabile esperienza, l’Università di Bologna propone un questionario di 7-10 minuti al seguente link:
https://unibodipsa.eu.qualtrics.com/jfe/form/SV_3IZ7KMCnV0MuYQe