I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella prima settimana di maggio, sono risultati in diminuzione per quanto riguarda il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Poche le variazioni che hanno interessato i listini degli altri prodotti monitorati.
Latte
Rilevazioni assenti in apertura di mese per le quotazioni del latte spot sulle principali piazze di scambio in virtù della festività del primo maggio. La dinamica di fondo sembra rimanere improntata alla debolezza. I prezzi, pur avendo registrato una riduzione di quasi quaranta punti percentuali rispetto ai picchi dell’ultimo trimestre dello scorso anno, continuano a risultare particolarmente elevati rispetto alle medie storiche. Riguardo a ciò, le quotazioni del latte spot si sono mantenute ad aprile su livelli medi inferiori di quindici punti percentuali rispetto ad aprile 2022 e superiori di oltre il 30% rispetto alla media 2017-2021 nello stesso mese di riferimento.
La discesa delle quotazioni appare evidente anche nel resto del continente. Infatti, gli ultimi dati del Milk market observatory evidenziano un prezzo medio del latte alla stalla in Europa in calo a marzo per il terzo mese consecutivo (-6% su base mensile che fa seguito al -4% di febbraio e gennaio).
Materie grasse
Tendenza alla stabilità nella prima settimana di maggio per il comparto nazionale delle materie grasse, seppur in un contesto caratterizzato dalla chiusura per festività di alcune delle principali piazze di scambio. Assenza di variazioni, in particolare, per il burro pastorizzato quotato a Mantova che si mantiene sugli stessi livelli della settimana precedente (2,90 €/kg). In calo il listino di Cremona (-1,1%) che in chiusura di aprile non aveva registrato variazioni, a fronte dei cali osservati sulle altre piazze.
A livello continentale, seconda settimana consecutiva con segno negativo per il burro di centrifuga di Kempten in Germania che arretra del -1,3% portandosi sui 4,55 €/kg. Invariato per la terza settimana consecutiva il burro olandese (4,60 €/kg) che consolida l’equilibrio dopo i ribassi della prima metà di aprile.
Sul fronte dei fondamentali di mercato, si confermano positive in questa prima parte di 2023 le performance produttive dei principali Paesi produttori europei, con volumi in netta espansione rispetto allo scorso anno. In particolare, secondo gli ultimi dati Eurostat, Germania e Francia, che combinano per circa il 45% della produzione continentale di burro, registrano a febbraio una netta crescita su base annua dei quantitativi prodotti. Si registrano, infatti, il +5% per la Germania rispetto a febbraio 2022 e il +6% per la produzione francese, che fanno seguito ai miglioramenti già osservati a partire dall’ultimo trimestre del 2022. In linea con lo scorso anno la produzione italiana (+0,6% a febbraio) che, a differenza degli altri Paesi europei, non è stata interessata nel 2022 da particolari situazioni di deficit.
Grana Padano
I listini all’ingrosso del Grana Padano aprono il mese di maggio all’insegna dei ribassi, in un contesto che si conferma debole per il settore caseario nel suo complesso. Prezzi in calo, in particolare, sulle piazze di Cremona e Mantova, con le brevi stagionature che evidenziano le perdite settimanali più consistenti. Si regista il -1,1% per lo stagionato 9 mesi a Cremona e il -0,7% per l’equivalente a Mantova. Gira in territorio negativo per la prima volta da marzo dello scorso anno la variazione media su base annua delle quotazioni (-0,4% a Mantova).
A livello continentale sostanzialmente stabili le quotazioni dei principali formaggi monitorati dalla Commissione europea. Fa eccezione il Cheddar che nell’ultima rilevazione, relativa all'ultima settimana di aprile, crolla del -10% rispetto alla settimana precedente, rafforzando una tendenza negativa che si protrae da inizio anno.
Parmigiano Reggiano
Nuovi cali per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano che consolidano il trend ribassista in atto da fine gennaio. Il listino di Parma replica in media i cali della settimana precedente (-0,5%). Lo stagionato 12 mesi scende così sui 10,30 €/kg e il 24 mesi sugli 11,90 €/kg.
Debolezza che attraversa tutte le principali piazze di scambio con ribassi settimanali nell’ordine del -0,4% a Mantova, Modena e Reggio Emilia.
Si accentua il calo su base annua che a Parma si avvicina al -6%. Gli ultimi dati del Consorzio per la Tutela del Parmigiano Reggiano certificano una produzione nel primo trimestre dell’anno (1,04 milioni di forme) sostanzialmente in linea con lo stesso periodo del 2022 (-1%) e del 2021 (+0,2%), anni record in termini produttivi per il formaggio duro Dop.
Pecorino Romano
Rilevazioni sospese sulle principali piazze di scambio per le quotazioni del Pecorino Romano in concomitanza con la festività del primo maggio. La tendenza di fondo, ad ogni modo, appare ancora orientata verso la stabilità in corrispondenza di livelli di prezzo storicamente elevati (14,05 €/kg in chiusura di aprile per lo stagionato 5 mesi quotato a Milano), nonostante una fase generalmente debole per il settore caseario nel suo complesso.
Bovini vivi
Equilibrio nella prima settimana di maggio per i listini dei bovini da macello, soprattutto sul versante dei vitelloni da macello. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise restano stabili a Mantova sui 3,54 €/kg (peso vivo) con la crescita tendenziale che si mantiene sotto la doppia cifra percentuale (+8%). Prezzi invariati anche a Modena dove le razze da incroci nazionali si confermano sui 3,15 €/kg (peso vivo) per l’undicesima settimana consecutiva.
Orientate verso il basso, invece, le quotazioni dei vitelli a carne bianca che cedono a Modena il -0,8% su base settimanale.
Complessivamente, il comparto sembra aver aperto le porte, a partire da inizio aprile, ad una fase discendente. Le quotazioni dei principali capi non registravano il segno “meno” sostanzialmente da due anni.
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