I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, nella terza settimana di dicembre, si sono mostrati in netta diminuzione per quanto riguarda il latte spot e le materie grasse. Stabilità nei listini degli altri prodotti monitorati, ad eccezione del Pecorino Romano le cui quotazioni sono state interessate da nuovi rialzi.
Latte
Si rafforza l’inversione di tendenza delle quotazioni del latte spot nazionale che, dopo due settimane di lievi cali, accelerano al ribasso nella settimana prenatalizia, con variazioni settimanali che sfiorano il -4%. Il listino di Milano perde il 3,8% rispetto alla rilevazione precedente e raggiunge i 632,50 €/t, livello più basso da giugno. Un calo settimanale di simile entità non si registrava da gennaio. Stessa dinamica per i prezzi a Verona (-3,8%). In termini tendenziali scende al +34% la variazione su base annua contro il +40% di inizio dicembre.
I segnali ribassisti emersi in avvio di mese appaiono, dunque, consolidarsi in chiusura di dicembre, con la tendenza alimentata dai miglioramenti sul lato della raccolta che stanno gradualmente ampliando la disponibilità della materia prima a livello continentale.
Perde terreno il latte di provenienza estera, a conferma della fase di recupero dei volumi produttivi a livello europeo, con il prodotto francese che cede il -6,7% su base settimanale e quello tedesco il -6,5%.
In calo anche il latte di origine biologica (-2,2%) che raggiunge i 665 €/t, con il divario rispetto ai prezzi del latte spot che si riporta per la prima volta da agosto sopra i 30 €/t (32,50 €/t).
Materie grasse
Prosegue la discesa dei listini nazionali delle materie grasse con perdite settimanali oltre il -7% su alcune delle principali piazze di scambio. A Milano il burro pastorizzato cede il -7,6% su base settimanale, dopo il -6% della settimana 12–16 dicembre, per attestarsi sui 3,65 €/kg, registrando una perdita superiore al 13% (0,55 €/t in termini assoluti) nello spazio di due settimane. In calo anche i listini sulla piazza di Mantova (-7,5%) e Cremona (-2,2%). Si porta in territorio negativo (-7%) per la prima volta da gennaio 2021 la variazione su base annua, contro il +20% di inizio dicembre e il +100% di inizio ottobre.
La prolungata fase ribassista, che affonda le radici nella prima metà di ottobre, ha portato le quotazioni a perdere circa il 30% nel quarto trimestre dell’anno, a conferma del repentino ribaltamento dello scenario di mercato.
Settimana di maggiore equilibrio a livello continentale con il burro di centrifuga di Kempten in Germania che resta invariato sui 5,20 €/kg dopo il -9% della settimana precedente. Ancora debole il burro olandese che perde l'1% su base settimanale, portando a dodici il numero di settimane consecutive con segno “meno”.
Pesanti a Milano tutti i prodotti del comparto delle materie grasse. Lo zangolato cede il -8% su base settimanale, dopo il -6% della settimana precedente, attestandosi sui 3,45 €/kg, mentre la crema di latte nazionale perde il -6,4% e scende, per la prima volta da marzo, sotto i 3 €/kg (2,94 €/kg).
Grana Padano
Listini all’ingrosso del Grana Padano stabili per la terza settimana consecutiva, con il mercato che si conferma a dicembre in equilibrio dopo i rialzi di ottobre e novembre. Restano invariate a Milano tutte le stagionature, con lo stagionato 9 mesi che si mantiene sui 9,43 €/kg. Stabili tutte le principali piazze di scambio compreso il listino di Cremona che nella settimana 12–16 dicembre aveva rilevato timidi rialzi.
In termini tendenziali, le variazioni medie annue delle quotazioni sulle principali piazze monitorate si attestano tra un minimo di +24% a Mantova e un massimo di +30% a Verona.
A livello continentale prevale il segno “meno” tra i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea, con l’Emmentaler che inverte la tendenza di inizio mese registrando cali su base settimanale fino al -3,1% (6,49 €/kg). Tra i prodotti olandesi ancora debole l’Edamer (-0,4%) che prosegue la fase di graduale correzione rispetto ai massimi di metà novembre.
Parmigiano Reggiano
Prosegue senza soluzione di continuità la fase di equilibrio per i prezzi all’ingrosso del Parmigiano Reggiano. A Parma si mantengono invariate sia le brevi che le lunghe stagionature, con lo stagionato 12 mesi fermo sui 10,73 €/kg e lo stagionato 24 mesi invariato sui 12,70 €/kg.
Quadro di stabilità anche per i listini di Reggio Emilia, Milano e Modena, con il primo che conserva la variazione media tendenziale più alta (+2,8%) tra le principali piazze monitorate.
Pecorino Romano
In chiusura d’anno accelerano le quotazioni del Pecorino Romano che continuano a stabilire di settimana in settimana nuovi valori record all’ingrosso. A Milano lo stagionato 5 mesi cresce del +1,1% su base settimanale attestandosi sui 13,70 €/t, a 30 centesimi dalla soglia dei 14 €/t mai raggiunta in precedenza.
Si avvicina al +40% (+39,1%) la variazione su base annua delle quotazioni, con l’accelerazione nel 2022 quasi interamente verificatasi a partire dallo scoppio del conflitto russo-ucraino (+37,7% dai livelli di inizio marzo).
Bovini vivi
Seconda settimana consecutiva all’insegna della stabilità per le quotazioni dei bovini da macello, dopo i rialzi che hanno caratterizzato il mese di novembre e la prima metà di dicembre. Tra i principali capi, i vitelloni da macello Charolaise si confermano a Mantova sopra i 3,54 €/kg (peso vivo), così come si mantengono stabili tutte le altre razze principali. Stabili a Modena le quotazioni delle razze da incroci nazionali che restano invariate sui 3,11 €/kg (peso vivo).
A livello di fondamentali di mercato è proseguito a novembre il calo delle macellazioni dei bovini dopo la drastica contrazione di ottobre, fattore che ha contribuito ad alimentare i recenti rialzi nel comparto. Secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica, i volumi macellati a novembre sono scesi sotto i 200mila capi per la prima volta da febbraio 2021, in calo del 20% rispetto al dato di novembre 2021.
Invariati i listini dei vitelli a carne bianca sia a Mantova che Modena, con la variazione tendenziale che si conferma al +6%.
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