Semaforo verde al nuovo decreto sul biometano 2022 che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 251 del 26 ottobre 2022. Si sbloccano così, ufficialmente, le misure previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) a supporto del settore (Dm del 15 settembre 2022, vedi qui).
Si tratta di una partita da 1,7 miliardi di euro destinati allo sviluppo del biometano nazionale immesso nella rete del gas naturale e prodotto da impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo oggetto di riconversione.
Sono due le linee di azione del decreto: da un lato viene incentivata la riconversione e l’efficientamento degli impianti di biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano destinato sia al settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale, sia ai settori terziario e dei trasporti. Dall’altro il provvedimento sostiene la costruzione di nuove centrali per la produzione di biometano.
«Il decreto rappresenta un provvedimento chiave – ha detto Piero Gattoni, presidente del Cib (Consorzio italiano biogas) – per rilanciare gli investimenti del settore biogas e biometano soprattutto alla luce del perdurare della crisi energetica e degli approvvigionamenti delle materie prime. L’agricoltura può dare un contributo significativo all'aumento della quota rinnovabile nel mix energetico nazionale, in favore di diverse filiere produttive».
Manca un decreto del ministero dell’Ambiente per definire i dettagli
Attraverso un nuovo meccanismo di incentivazione il provvedimento apre alla possibilità di destinare il biometano anche a usi diversi dai trasporti, ma dovrà, come ha ricordato sempre Gattoni, essere ora disciplinato in dettaglio attraverso un ulteriore decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, su proposta del Gse.
«È necessario che il successivo decreto con il quale si dettaglieranno le regole applicative preveda modalità di gestione degli impianti che minimizzino gli effetti dell’aumento dei costi delle materie prime, che supportino la possibilità di sviluppo del mercato del biometano negli usi finali e nel settore dei trasporti e – conclude Gattoni – che consentano di realizzare gli investimenti rispettando le strette tempistiche imposte dal Pnrr anche alla luce delle attuali difficoltà di reperimento di materiali e componentistica».
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