Il nostro comparto chiude il 2021 con dati positivi per quanto riguarda vendite e prezzi: il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020; al massimo anche il valore generato alla produzione con 1,71 miliardi di euro contro gli 1,52 miliardi del 2020.
Il 2021 è stato un anno record anche per la produzione, che cresce complessivamente del 3,9% rispetto all’anno precedente. I 4,09 milioni di forme (circa 163 mila tonnellate) rappresentano il livello più elevato nella storia del nostro prodotto. Per realizzarle sono state trasformate 2,08 milioni di tonnellate di latte, pari al 16,9% della produzione nazionale.
Questi volumi ci orientano a puntare sempre di più verso l’estero: mercati di grandi opportunità di sviluppo per una produzione in continua, ma programmata, espansione. Negli ultimi quattro anni, la produzione è aumentata da 3,7 milioni di forme a 4,09 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10,6%.
Nei mercati, il Parmigiano Reggiano ha registrato nel 2021 una quotazione positiva e stabile: la media annua è stata di 10,34 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), con oscillazioni di prezzo contenute tra 10,25 €/kg e 10,40 €/kg. Ricordo che nel 2020 la media era stata di 8,57 €/kg e nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, di 10,76 €/kg (fonte: Borsa merci comprensoriale di Parma).
Per quanto riguarda la distribuzione dei consumi, il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più internazionale.
L’Italia rappresenta il 55% del mercato e ha registrato un incremento dei consumi pari al +4,5% rispetto ai livelli pre-pandemia: 89.101 tonnellate nel 2021 contro le 85.258 del 2019. Il dato risulta essere in leggera flessione (-1,3%) se comparato a quello del 2020: anno straordinario in cui, a causa del primo lockdown, si registrò un boom dei consumi domestici del prodotto.
La Gda rimane il primo canale distributivo (51%), seguita dalle vendite dirette dei caseifici che registrano un forte aumento, e dall’industria (14%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi enorme potenziale di sviluppo, ma recupera volumi e si attesta al 7% del totale rispetto al 2% registrato nel 2020. Il restante 8% è distribuito negli altri canali di vendita.
La quota export è pari al 45% (+2,9% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (21% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%).
Nei mercati più importanti, le performance migliori, rispetto al 2020, sono state registrate negli Usa (+10,4%), in Francia (+4,5%) e in Canada (+5,5%). Crescono anche la maggior parte dei mercati europei, in particolare Svizzera (+14,7%) e Svezia (+13,2%). Perde terreno il Regno Unito (-15,6%) a causa di Brexit, e la Germania (-1,9 % ma dopo una crescita importante rispetto al 2019).
La tregua che il Covid sta dando all’Europa potrebbe preludere, secondo l’Oms, alla fine della pandemia. La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid ma in questo anno è riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione.
Ora che stiamo uscendo da questa fase, dovremo fare fronte ai riflessi di un mercato che è stato tonico ma che potrebbe manifestare - a seguito di un aumento produttivo trainato dai prezzi e dalla domanda - dei problemi di eccesso di offerta. Il piano marketing e i nuovi piani produttivi, deliberati in Assemblea a dicembre 2021, sono i due strumenti principali con i quali ci apprestiamo ad affrontare queste sfide di breve e medio termine per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo.
raimondi@parmigianoreggiano.it
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