Otto febbraio 2022: la Camera approva una modifica all’articolo 9 della Costituzione. All’interno del quale ora viene inserita, fra l’altro, questa frase: “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Da sottolineare che l’articolo 9 è particolarmente significativo perché i primi dodici articoli indicano i “Principi fondamentali” della Carta.
La tutela degli animali dunque entra nella Costituzione della Repubblica italiana. Una novità ineccepibile nella visione degli allevatori degli animali da reddito, da più di dieci anni impegnati in modo rigoroso sul fronte del benessere animale. Osservando protocolli ben precisi e codificati. Spendendo centinaia di migliaia di euro nell’adeguamento di strutture e attrezzature di stalla. Ma da sempre anche pieni di affetto per le creature con le quali convivono e che garantiscono loro un reddito.
Il fatto è ancor più positivo, per gli operatori della filiera agro-zootecnica, perché nell’articolo 9 non è stata inserita solo la tutela degli animali, ma anche altre grandi colonne morali della vita pubblica già ben presenti nell’etica degli allevatori, come la “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi”. Tutti questi ora sono “principi fondamentali” della Costituzione.
Buone notizie, dunque. Ma non bisogna dimenticare che gli allevatori, pur essendo appoggiati e stimati dal 95% degli italiani, hanno anche dei nemici.
Diversi dei quali non hanno problemi a fare anche il gioco sporco, pur di colpire le produzioni animali. Non mancano infatti in Italia gruppi organizzati che si applicano in modo professionale alla diffusione di fake news di ogni tipo sul trattamento degli animali nelle stalle o sulle proprietà nutrizionali di latte e carne. O all’allestimento di improbabili video investigativi, rigorosamente notturni, che denuncino le malefatte dell’unico allevatore scorretto su trentamila normali.
Bene, solo gli ingenui possono scartare la possibilità che i nemici degli allevatori, quelli pronti a giocare sporco, ora non si mettano a cercare in questa novità legislativa un’arma in più, un pretesto in più per rendere ancora più duri i propri colpi.
E quindi attendiamoci entro poche settimane la diffusione, sui social e sugli altri media, di nuovi pregiudizi contro la zootecnia sorretti dalla nuova argomentazione pretestuosa “lo dice la costituzione”. “Non mangiate la carne, perché nella filiera zootecnica non si tutelano gli animali, lo dice la costituzione”. “Chiudiamo le stalle, perché l’unica forma di allevamento etica è il pascolo all’interno di paesaggi bucolici, lo dice la costituzione”. “Il latte è un alimento contro natura, lo dice la costituzione”. “La bistecca nasce da attività criminose, lo dice la costituzione”. “Buonissimi questi hamburger vegani, lo dice la costituzione”.
E così via, ne vedremo anche di migliori perché ai vegani duri e puri e agli animalisti integralisti la fantasia non manca.
Per non parlare della fantasia di chi fa business spendendo migliaia di euro per pagare videomaker e finti addetti di stalla pur di realizzare, e soprattutto vendere, filmati scandalistici. “Guardate, la nostra torcia illumina un topo vicino alle mucche! Vergogna! Questo allevamento deve chiudere, lo dice la costituzione!”.
Stiamo soltanto parlando di un’eventualità, immaginando come potranno evolvere certe dinamiche mediatiche. Si registrerà un’accelerazione in direzione di questo tipo di scorrettezze? Forse non succederà, ma neppure si può escludere.
E se non si può escludere allora diventa opportuno che gli operatori della filiera produzioni animali si rimbocchino le maniche e progettino per tempo contromosse adeguate, almeno sul fronte mediatico. Ma magari anche su quello giudiziario. Per non farsi infilare in contropiede quando l’ondata delle fake news diventerà più alta, pompata da pretestuosi riferimenti al nuovo articolo 9. Raggiungendo i consumatori.
ANCHE L'ARTICOLO 41
Più in dettaglio, cos’è successo l’otto febbraio in Parlamento? Questo: la Camera ha approvato definitivamente una proposta di legge costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente.
Così nell’articolo 9 della Costituzione (che prima prescriveva solo questo: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) viene inserita anche la “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. L’articolo 9 continua poi così: “La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Inoltre la Camera ha modificato, sempre definitivamente, anche l’articolo 41 della Costituzione: stabilendo che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi “in danno alla salute e all’ambiente”, due limiti in più oltre a quelli già vigenti, che sono la sicurezza, la libertà e la dignità umana.
E l’otto febbraio abbiamo sentito il ministro Roberto Cingolani commentare il voto con queste parole: “Una giornata epocale”.