La Cina ha riaperto le frontiere alla carne brasiliana dal 15 dicembre scorso. Lo ha segnalato una nota dell’Ice – Ita (Italian trade agency) che ha specificato come, dopo il blocco delle spedizioni verso il Paese asiatico a partire dal 4 settembre, a causa di due casi atipici di Bse (Encefalopatia spongiforme bovina) rilevati a Nova Canaã do Norte e Belo Horizonte, il ministero dell'agricoltura brasiliano abbia ricevuto nel dicembre scorso il via libera dalla Cina.
Il ministero dell'Agricoltura brasiliano ha reso noto, come riportato l'Ice, che il ritorno al normale flusso di esportazioni verso la Cina, principale destinazione export della carne bovina brasiliana, è stato ottenuto grazie ad una serie di negoziato di natura tecnica tra le autorità sanitaria cinesi e brasiliane. Il paese del Dragone ha di fatto tolto il veto all’import di carne brasiliana certificata a partire dal 15 dicembre.
La chiusura era stata decisa nell'ambito di un protocollo bilaterale stipulato dai due Paesi. Un comunicato del ministero brasiliano dell’agricoltura aveva spiegato, nel settembre scorso, come i due casi di Bse atipica fossero stati riscontrati durante le ispezioni sanitarie negli stati di Minas Gerais e Mato Grosso in bovini anziani.
«Il Brasile non ha mai registrato un caso classico di Bse», aveva chiarito il ministero brasiliano, che ha notificato i due casi di Bse all'Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) spiegando anche come non ci fossero rischi per la salute umana.
La Bse, come informa l’Efsa «si presenta in tre forme diverse: Bse classica, Bse atipica di tipo H e Bse atipica di tipo L. La Bse classica è l’unica forma che può essere trasmessa all’uomo attraverso il consumo di carne contaminata, causando la variante della malattia di Creuzfeldt-Jakob, diagnosticata per la prima volta nel 1996».
Cina blocca l'ingresso alle carni inglesi di bovini di età inferiore ai 30 mesi
La Cina aveva vietato, dal 29 settembre scorso, anche le importazione di carne bovina britannica di bovini di età inferiore ai 30 mesi dopo un caso di Bse scoperto nel Regno Unito. Il caso, riportato dalla Bbc, era stato confermato nel settembre scorso dall'Agenzia britannica per la salute degli animali e delle piante (Apha) in un’azienda agricola del Somerset.
Questo è il quinto caso di Bse confermato nel Regno Unito dal 2014. La decisione è arrivata subito dopo la caduta, nel 2018, del veto alle importazioni di carne inglese durato per due decenni a causa dell’epidemia di Bse che si era diffusa in molti stati europei. Il via libera è arrivato dopo anni di ispezioni in loco e trattative tra funzionari a Londra e Pechino.
Rapporto 2021 dell’Efsa sulla Bse
Nel novembre 2021 l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) aveva pubblicato il rapporto di sintesi sulla sorveglianza relativa ai casi di encefalopatie spongiformi trasmissibili (Tse) nell’Ue.
Il rdocumento, che presenta i dati raccolti nel 2020 in 27 Stati membri dell'Ue nonché da Bosnia Erzegovina, Islanda, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia, Svizzera e Regno Unito (come non stato membro a partire dal °1 febbraio 2020) ha evidenziato come nessun caso di Bse classica bovina sia segnalato dagli Stati membri dell’Ue e dal Regno Unito (su 1 122 671 animali sottoposti a test).
Il report aveva segnalato quattro casi di Bse atipica riferiti da Francia, Irlanda e Spagna. Un ulteriore caso di Bse atipica riferito dalla Svizzera e 688 casi di scrapie in pecore (su 332 579 sottoposte a test) e 328 in capre (su 120 615 sottoposte a test) da Stati membri e Regno Unito;segnalati due casi di deperimento cronico dei cervidi (Cwd) da Finlandia e da Svezia in alci selvatici (su 6 947 cervidi testati da sei Stati membri nell’ambito del programma obbligatorio di sorveglianza triennale). La Norvegia ha riferito due casi di Cwd, uno in una renna selvatica e uno in un alce.
Le misure Ue di lotta alla Bse
Le principali misure adottate nell’Ue per contrastare la Bse comprendono:
- il divieto di usare proteine animali nei mangimi destinati ad animali allevati per la produzione alimentare;
- un sistema di controlli approfonditi, compreso un test post-mortem degli animali a rischio che abbiano superato una certa età;
- rimozione e distruzione obbligatorie dei tessuti a più elevato rischio di infettività da Bse, come il cervello e il midollo spinale dai capi bovini che abbiano superato una determinata età;
- distruzione della carcassa dopo il rilevamento di un eventuale caso positivo alla Bse.