Come evolve la fienagione

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Falciacondizionatrice posteriore trainata, progettata per ridurre il fabbisogno di potenza e costituire un complesso trattore-attrezzatura leggero e di buona galleggiabilità (Kuhn)
Dalle pratiche agronomiche alle possibilità garantite dalla tecnologia. Una sintesi delle tecniche più moderne e razionali per procurarsi il fieno

Quando lo scopo è quello di rendere conservabile il foraggio fibroso, il mezzo non può che essere la fienagione. Questa si estrinseca in una serie di pratiche che si svolgono in parte sul campo e in parte in azienda.
Il foraggio fibroso è il prodotto che proviene dal prato, o da erbai a ciclo autunno-primaverile raccolti allo stadio di spigatura, e non va confuso con il foraggio energetico prodotto da erbai a ciclo estivo o a ciclo autunno-primaverile, ma raccolti allo stadio di maturazione cerosa.

La qualità del foraggio

Il processo di fienagione non può migliorare la qualità del foraggio, ma solo tentare di salvaguardare le proprietà che il foraggio ha all’atto del taglio, riducendo al minimo le perdite e le degradazioni. A tale riguardo è bene sottolineare come la qualità del foraggio sia innanzitutto il risultato di una strategia aziendale specifica applicata ad un determinato territorio che inizia con l’impianto del prato o dell’erbaio e continua con il modello di gestione applicato.

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Falciacondizionatrice composta da una unità di taglio frontale combinata a due posteriori con sovrapposizione regolabile da cabina. Larghezza di lavoro da 8,83 a 9,93 m - capacità fino a 8-10 ha/h (Kuhn)

Fondamentale in questo percorso è la scelta della specie o delle consociazioni, che a sua volta deve rispondere alle esigenze della mandria, rispettare eventuali disciplinari di produzione e misurarsi col tipo di razione. È evidente poi che la qualità è influenzata dalle pratiche agronomiche, all’interno del quale pesano in modo rilevante la concimazione e l’irrigazione e le modalità di distribuzione di liquami e letami.
Sotto il profilo agronomico fondamentale diventa l’individuazione della fase fenologica per eseguire il taglio del prato perché influenza in misura decisiva le quantità prodotte e soprattutto le caratteristiche nutrizionali e di digeribilità del foraggio.

L’operazione di taglio

La fienagione prende avvio con l’operazione di taglio e prevede una fase più o meno lunga che si svolge sul campo. Questa termina quando è raggiunta l’umidità prevista che può essere quella di conservazione (sistema di fienagione con completa essiccazione sul campo), quella idonea per caricare il foraggio su impianti di essiccazione o disidratazione (fienagione in due tempi), o per l’insilamento in balle fasciate o sili orizzontali (insilamento).

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Falciacondizionatrice con sistema di taglio a tamburo e condizionare a rulli in gomma, azionati da una doppia trasmissione per ridurre il rischio di ingolfamento (Bellon)

La permanenza sul campo del foraggio deve confrontarsi con andamenti meteorologici prevedibili solo con brevissimo anticipo. L’imprevedibilità meteorologica è una delle principali cause della perdita di qualità, ma non l’unica. È quindi indispensabile sfruttare completamente ogni occasione utile allo svolgimento della fienagione.
Prerogative dell’operazione di taglio sono la tempestività e la produttività che si persegue scegliendo attrezzature con ampia larghezza di lavoro, capaci di operare ad elevata velocità senza alterare la qualità dell’operazione, riducendo i tempi per le manovre a bordo campo. Fondamentale per non alterare la cotica erbosa è scegliere falciatrici dotate di opportuni dispositivi che permettano alla barra di taglio di galleggiare sul suolo. Infine la presenza del condizionatore è nella maggior parte dei casi quantomeno appropriata.

Il processo evaporativo

Con il taglio il foraggio inizia il processo evaporativo, una fase di campo che può essere molto lunga e che va opportunamente governata. I francesi indicano con il termine fanage l’insieme di azioni che si svolgono a carico del foraggio e che possono includere lo spargimento, il rivoltamento, la messa in andana e il rivoltamento dell’andana.

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Voltaspandiforaggio dalla proverbiale capacità di lavoro; dispone di 12 rotori del diametro di 1,5 m per una larghezza di lavoro complessiva di circa 13 m (Kuhn)

Ciò che accomuna queste operazioni è lo scopo, favorire l’evaporazione e quindi ridurre la durata della fase di campo, e il modo, dato che, pur con soluzioni diverse, tutte le attrezzature eseguono una rastrellatura del prato.
In questo gruppo di operazioni grande attenzione va posta sull’interazione dente/foraggio, dente/cotica erbosa, dente/suolo, quest’ultima ovviamente è una interazione che non dovrebbe verificarsi mai!
Fra le soluzioni più performanti troviamo il voltaspandiforaggio a rotori, specializzato nell’eseguire il rivoltamento e lo spargimento del foraggio, e il ranghinatore a rotore singolo, doppio o, per grandi superfici, quadruplo, che interviene una volta raggiunto il livello di umidità previsto provvedendo all’andanatura del foraggio.

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Ranghinatore Isobus dalla larghezza di lavoro variabile tra 9,50 e 14,70 metri, dotato di telecamera e fari a led per il lavoro notturno (Kuhn)

Completa il trittico delle tecnologie l’andanatore a tappeto con pick-up, una macchina interessante che può sostituire o in parte integrarsi con le due tecnologie precedenti, e che può essere validamente introdotta in molte linee di fienagione.
I requisiti richiesti a questo gruppo di attrezzature sono l’elevata capacità di lavoro da perseguire incrementando la larghezza di lavoro, che deve essere adeguata a compensare il fatto che non sempre è conveniente operare con elevata velocità, e da perseguire riducendo i tempi accessori come quelli in manovra, di messa in campo (dispiegamento e regolazioni centralizzate) e di trasporto.

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L’andanatore RT 1000 può essere utilizzato per gestire il foraggio lasciato in andana durante l’intera fase di campo o utilizzato in alternativa ai comuni ranghinatori (Roc)

La qualità del lavoro di queste attrezzature dipende dalle soluzioni tecnologiche che possono essere implementate fra le quali citiamo l’architettura della macchina, il numero e la posizione delle ruote di appoggio (ranghinatore), il grado di sovrapposizione dei rotori (voltaspandiforaggio), l’adattabilità del pick-up al profilo superficiale del prato (rivolta andana).
Durante lo svolgimento di queste operazioni è necessario ridurre le perdite per frammentazione meccanica, evitare la contaminazione con la terra, limitare le quantità di foraggio lasciato sul campo, scongiurare il danneggiamento della cotica erbosa.

La raccolta

Quando il foraggio sul campo ha raggiunto il contenuto d’acqua previsto si può provvedere alla raccolta. Il foraggio può essere raccolto imballato, con rotoimballatrice o big baler, o sfuso con rimorchio autocaricante. La scelta della macchina per la raccolta del foraggio dipende però dalla strategia di conservazione adottata.

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Rotoimballatrice dotata di un sistema intelligente di tensione a doppio braccio (balle di elevata densità) che adatta automaticamente la pressione di lavoro in base ai dati forniti da un sensore di umidità (Kuhn)

Fra le attrezzature più evolute ci limitiamo in questa sede a citare le rotoimballatrici a camera di compressione a volume variabile perché consentono di produrre rotoballe idonee a qualsiasi processo di conservazione che preveda l’imballatura e le big baler per la loro proverbiale capacità di lavoro connessione funzionale con i processi di manipolazione e trasporto successivi alla raccolta.
Le rotoimballatrici a camera variabile producono balle possono produrre rotoballe estremamente dense, ad esempio con l’obiettivo di migliorare la capacità di lavoro, o di adattare la conformazione e la densità della balla alle caratteristiche del processo conservativo.

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La Monster 770 è una rotoimballatrice a camera variabile con sistema a cinghie e rulli dotata di un sistema di gestione elettronico avanzato (Mascar)

Molte rotoimballatrici permettono di modificare la struttura della balla, formando un cuore tenero meno pressato di diametro variabile, o di modificare il grado di compressione durante la formazione della balla. Interessante la presenza di sensori di umidità che, quando affidabili, forniscono una informazione preziosa per l’operatore che potrà così decidere come costruire la rotoballa.

Gli impianti di essiccazione

Come accennato all’inizio, il foraggio si può conservare eliminando l’acqua libera e questo obiettivo si può raggiungere sul campo adottando un percorso di fienagione che rispecchia quello tradizionale e convenzionale. Tuttavia la qualità si persegue riducendo la permanenza sul campo del foraggio e provvedendo alla raccolta quando è ancora caratterizzato da una buona resistenza alla manipolazione meccanica.

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Nel segmento delle big baler Kuhn ha perseguito con particolare ostinazione l’obiettivo dell’alta densità, riuscendo a produrre macchine in grado di fornire incrementi di massa volumica anche del 20%

La conservazione in questo caso potrà avvenire dopo il completamento dell’essiccazione in impianti per la ventilazione del foraggio sfuso o imballato. Questi sono impianti che sfruttano in misura elevata la naturale capacità essiccante dell’aria, ma il processo può durare anche 24/48 ore e l’umidità di raccolta ottimale è inferiore al 35%.
Una tipologia impiantistica alternativa prevede l’essiccazione del foraggio imballato all’interno di impianti potenziati che possono completare l’essiccazione in poche ore. L’umidità ottimale di raccolta è sempre inferiore al 40%, ma possono essiccare anche foraggi più umidi.

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Impianto per l’essiccazione del foraggio sciolto in celle di essiccazione che fungono, al termine del processo, da fienile (Noiromec)
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Impianto per l’essiccazione del foraggio raccolto in rotoballe caratterizzato da un flusso d’aria di ventilazione contrapposto (Clim.Air.50)

La temperatura dell’aria di ventilazione è innalzata di circa 25-30°C.
Una terza possibilità è offerta dalla disidratazione del foraggio sfuso in impianti a tappeto che operano a bassa temperatura, un metodo che consente di ridurre la spesa energetica e migliorare la qualità del foraggio rispetto agli impianti di disidratazione rotativi. Non vi sono limiti nell’umidità di raccolta se non lo sproporzionato incremento di costo quando si superano contenuti di umidità del 50%.

La fasciatura

In alternativa all’eliminazione dell’acqua libera abbiamo il metodo di conservazione che prevede l’acidificazione della massa di foraggio dopo parziale essiccazione sul campo mediante compressione e isolamento della massa dall’ambiente esterno. Stiamo ovviamente parlando dell’insilamento che può avvenire sul foraggio sfuso, all’interno di silo orizzontali a trincea, o con la fasciatura del foraggio imballato.

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Fasciatore portato idoneo all’applicazione della tecnica dell’insilamento su foraggio raccolto in rotoballe sia come tecnica di soccorso e sia come principale modalità di conservazione (Mascar)

La fasciatura del foraggio imballato offre una soluzione molto interessante sia sotto il profilo di meccanizzazione che alimentare. In particolare è il classico metodo di conservazione che può essere applicato quando ricorre la necessità. Inoltre è applicabile a foraggi con tenori di umidità molto diversi.
In pianura, per motivi climatici, si presta come tecnica per gli ultimi tagli del prato, in montagna anche come principale metodo di conservazione.

Come evolve la fienagione - Ultima modifica: 2020-11-11T08:58:56+01:00 da Lucia Berti

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