(Nella foto: il tavolo dei relatori, da sinistra: Giuseppe Campanile, Matteo Pasinato, Nildo Cersosimo (moderatore), Antonio Limone, Franco Roperto, Franco Alfieri, Pier Maria Saccani).
Le eccellenze dell’agroalimentare campano, dal 31 gennaio al 3 febbraio del prossimo anno, saranno in vetrina a Fieragricola di Verona, grazie all’iniziativa della Regione Campania che si è avvalsa della collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno (Izsm) e di tutte le organizzazioni di categoria (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, ecc.).
È quanto ha annunciato Franco Alfieri, consigliere del presidente della Regione Campania all’Agricoltura, foreste, caccia e pesca, nel corso di una delle tappe del road show 2017 organizzato da Fieragricola in tutta la penisola, in particolare nel meridione, che si è tenuta lo scorso 23 giugno presso la sede dell’Izsm di Caserta.
Alla platea dei convenuti Matteo Pasinato di Fieragricola ha presentato i numeri dell’ultima edizione della manifestazione (vedi tabella 1), giunta al suo 120° appuntamento, che insieme al Sima di Parigi è l’unica in Europa che interessa il comparto agricolo a 360 gradi.
«Fieragricola ha fortemente voluto la partecipazione della Campania all’evento e sono previste diverse azioni per favorire la presenza degli agricoltori e allevatori meridionali – ha detto Pasinato –. Dalle agevolazioni per l’ingresso in Fiera per gli agricoltori e gli allevatori provenienti dalle regioni interessate ai Roadshow tramite le associazioni di categoria, alle facilitazioni per l’incoming dei visitatori professionali tramite convenzioni con mobility partner che sono in corso di studio».
Le eccellenze campane
Delle eccellenze campane ha parlato Antonio Limone, direttore dell’Izsm che ha sottolineato come l’intero comparto regionale, reagendo alla campagna mediatica che a partire dalla vicenda “Terra dei fuochi” aveva messo in crisi l’agricoltura campana, ha raggiunto un livello qualitativo certificato che non ha pari in altri ambiti nazionali.
«Andremo a Verona a raccontare quanto è stato fatto in questi anni in Campania per garantire la salute del cittadino attraverso la garanzia del cibo – ha riferito il direttore –. Tutto quello che diremo è supportato da dati rilevati in modo scientifico che riferiscono di una regione “trasparente”, sottoposta a un biomonitoraggio ambientale che non ha eguali in altre parti del mondo».
Il sistema di controlli attuato in Campania non teme paragoni, considerato che i dati rilevati sulle produzioni agroalimentari della regione sono nell’ordine delle centinaia di migliaia a confronto con le poche centinaia di altre regioni del nord.
«Tra le produzioni d’eccellenza della regione – ha aggiunto Limone – la mozzarella di bufala rappresenta certamente un prodotto di punta. Nessuna dop può avvalersi della stessa tracciabilità e dello stesso rigoroso disciplinare di produzione».
L’elevata biodiversità del territorio campano, legata alle peculiari caratteristiche pedo climatiche della regione, garantisce un’ampia gamma di prodotti di grande qualità.
«Le migliori realtà dell’agroalimentare campano – ha concluso Limone nel suo intervento – saranno chiamate a fare da “apripista” in questa nuova iniziativa della regione in sinergia con le istituzioni e tutti gli stakeholder, per aprire nuovi spazi di mercato alle produzioni regionali in tutto il mondo».
Il ruolo dell’Izsm
e dell’università
Il ruolo dell’Izsm nel promuovere risposte concrete al mondo produttivo è stato illustrato da Franco Roperto, recentemente nominato presidente dell’Istituto.
«Il compito mio e del neo formato consiglio di amministrazione – ha detto Roperto – sarà quello di affiancare la Direzione per stimolare le specifiche competenze presenti nell’Istituto in modo da favorire creatività e innovazione, le due componenti essenziali per dare risposte al territorio nella direzione della combinazione ambiente – agroalimentare».
Presente all’incontro anche il mondo accademico che si schiera al fianco dei produttori, come ha riferito Giuseppe Campanile ordinario di Zootecnia speciale del dipartimento di Medicina veterinaria e produzione animale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. «Dobbiamo difendere i nostri prodotti contro la disinformazione e ci stiamo riuscendo – ha detto Campanile –. Il 40% del Pil campano è rappresentato dall’agroindustria e per questo dobbiamo evitare che siano trasmessi messaggi non veritieri come quello che gli allevamenti siano tra i maggiori responsabili dell’inquinamento; a esempio nessuno dice che produrre 1 litro di latte inquina molto meno che produrre 1 litro di vino».
Leggi l'articolo completo sul nostro sito web www.informatorezootecnico.it, alle sezione Edicola web.