È una pesante eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato nei confronti dell’Europa nell’attuazione del regime delle quote latte che è terminato da 2 anni e sette mesi, il 31 marzo 2015. È quanto ha affermato la Coldiretti nel commentare la sentenza della Corte europea di Giustizia che ha respinto un ricorso dell'Italia e ribaltato la decisione del Tribunale Ue che nel 2015 lo aveva parzialmente accolto. La sentenza della Corte di giustizia contro il nostro Paese riguarda – sottolinea la Coldiretti - ben 1,343 miliardi per il mancato recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori che hanno superato le quote latte individuali. Una situazione determinata – sostiene la Coldiretti - da una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani che si sono messi in regola e hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Le pendenze a cui fa riferimento l’Unione europea riguardano pochi produttori che hanno assunto un comportamento che – conclude la Coldiretti – mette a rischio le casse dello Stato e fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 32mila allevatori italiani.
Quote latte, Coldiretti: pesante eredità del passato
Una situazione attuale difficile determinata da una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze