Con la pubblicazione del Decreto del ministero delle Politiche agricole, si conclude la fase di revisione del regime dei premi accoppiati. Una revisione che ha soprattutto inciso sugli aiuti alla zootecnia bovina, sia da latte che da carne.
Si tratta del Decreto Mipaaf n. 5602 dell’11 ottobre 2016, con il quale l’Italia ha voluto modificare alcuni aspetti del sistema di aiuti diretti legati a produzioni specifiche.
Il nuovo approccio avrà validità già a partire dal 2017; per l’allevatore è perciò importante considerare bene i cambiamenti e rifare i conti.
Una prima novità riguarda l’aumento del plafond complessivo stanziato a favore dei pagamenti accoppiati, si tratta dell’1% dei fondi totali Pac a disposizione dell’Italia. Che però vengono sottratti ai pagamenti diretti: questo comporterà il ricalcolo da parte di Agea di tutti i diritti all’aiuto diretto e dunque, per ciascun agricoltore e allevatore, una riduzione di quel capitolo della Pac.
Per il settore latte
Per il segmento del latte, i premi accoppiati vengono concessi a ciascuna vacca che abbia partorito nell’anno solare di riferimento, allevata in una stalla il cui latte consegnato possa dimostrare di rispettare almeno due dei tre parametri igienico-sanitari seguenti: tenore di cellule somatiche inferiore a 300mila per ml; tenore in carica batterica inferiore a 40mila per ml (a 30 °C); una concentrazione in proteine superiore al 3,35%.
Come già considerato nel regime precedente, nel caso in cui un parametro non sia nei limiti appena richiamati, dovrà comunque rispettare i seguenti valori: tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 400mila; tenore di carica batterica a 30 °C (per ml) inferiore a 100mila; contenuto di proteina superiore a 3,20%.
La principale novità della revisione per il 2017, riguarda le stalle che risiedono in zona di montagna o il cui latte venga destinato alla produzione di formaggi dop o igp, o comunque a regimi di qualità certificati: per questi allevamenti vale il rispetto di uno solo dei parametri prestabiliti: cellule somatiche, carica batterica o proteine.
Per il settore carne
Per quanto concerne il settore della carne bovina, si confermano due tipi di aiuto: un premio alla macellazione di capi di età compresa tra 12 e 24 mesi, allevati per almeno 6 mesi nelle aziende dei richiedenti; un premio alla macellazione di capi bovini di età compresa tra 12 e 24 mesi, allevati per almeno 12 mesi nelle aziende dei richiedenti o allevati per almeno 6 mesi e aderenti a sistemi di qualità o a sistemi di etichettatura o certificati igp.
C’è infine il capitolo riguardante le vacche nutrici che prevede tre possibili premi a seconda delle seguenti situazioni: vacca nutrice iscritta ai libri genealogici o registri anagrafici; vacca nutrice iscritta ai libri genealogici delle razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Romagnola e Podolica, inserite in piani selettivi Ibr; vacca nutrice presente in stalle non da latte, non iscritta ai libri genealogici o registri anagrafici. Quest’ultima categoria rappresenta la novità della revisione voluta dall’Italia.
Benefici economici scarsi
L’impressione di molti esperti su questa riforma, voluta da alcune regioni e dal Mipaaf, è che i benefici economici siano scarsi, e dunque il bilancio complessivo lasci a desiderare e susciti perplessità.
Bisogna infatti ricordare che il relativo aumento dei premi accoppiati costerà il ricalcolo, al ribasso, dei diritti all’aiuto diretto (-1%), destinati a tutti gli agricoltori, allevatori e non.
Le nuove forme di aiuto accoppiato introdotte appaiono inoltre “a pioggia”, tese ad allargare la platea di beneficiari ma con scarsa tensione all’efficacia.
Infine, si accompagneranno alla solita ulteriore complicazione burocratica.
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