Fondo indigenti, aiuti all’ammasso, trasparenza sulle importazioni, sgravi contributi per i datori di lavoro. Nonostante il decreto filiere, che ha stanziato 90 milioni di euro per la zootecnia nazionale, non abbia previsto misure specifiche per i comparti lattiero-caseario (tranne bufalino) e avicolo, sono diverse le linee di intervento messe in campo dal ministero delle Politiche agricole.
Ad illustrarle oggi in Senato è stato il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate (nella foto), rispondendo a una interrogazione parlamentare in Commissione Agricoltura.
“Nel quadro della distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti – dichiara il sottosegretario – abbiamo previsto di destinare un totale di 64,5 milioni per l’acquisto di formaggi dop. A sostegno del settore lattiero-caseario la Commissione europea, con regolamenti emanati lo scorso maggio, ha introdotto una serie di misure rese immediatamente applicabili a livello nazionale con l’emanazione di apposite circolari ministeriali e di Agea”.
Sono stati previsti aiuti all’ammasso privato di burro (Regolamento 220/597), latte scremato in polvere (Reg. 220/598) e formaggi dop (220/591): in quest’ultimo caso per l’Italia l’aiuto ha interessato 12.654 tonnellate di formaggi dop e igp che ha contribuito a stabilizzare il mercato dei formaggi dopo un’iniziale riduzione dei prezzi dovuta al calo dei consumi per la chiusura del canale horeca.
“A ciò si aggiunge una maggiore trasparenza nelle importazioni di latte e prodotti lattiero-caseari – continua L’Abbate – su cui sono state predisposte le nuove bozze dei decreti ministeriali, previsti dal Decreto Emergenze in Agricoltura: uno per il latte ovi-caprino e uno per il latte bovino. Questi provvedimenti recano l’obbligo di fornire informazioni su importatori e trasformatori di latte, dati che saranno sottoposti all’attenzione della filiera per la prevista consultazione”.
Gli allevatori, infine, sono stati interessati dall’esonero straordinario dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2020, previsto dal Decreto Rilancio.
Per l’avicoltura
Rispetto al settore lattiero caseario, ha aggiunto L’Abbate nel corso dello stesso intervento, ha patito meno le conseguenze economiche del Covid-19 la filiera avicola. Questa filiera, ha sottolineato, grazie alle sue peculiari caratteristiche di cicli di produzione nettamente più brevi, reagisce storicamente meglio alle situazioni di crisi. I prezzi delle uova, infatti, si sono mantenuti sempre sopra i livelli del 2019, specialmente durante il lockdown quando è stato riscontrato un incremento superiore al 25%. Attualmente si riscontrano quotazioni di oltre il 6% rispetto all’anno scorso.
“Il settore avicolo gode dei vantaggi di un mercato nazionale autosufficiente e di una filiera integrata verticalmente – ha concluso il sottosegretario – caratteristiche che lo hanno preservato da problematiche legate alla dipendenza da altri Paesi. Nel quadro della distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti, abbiamo comunque stanziato 10 milioni di euro per l’acquisto di polli interi surgelati, ovvero quei polli leggeri che, a causa della chiusura delle rosticcerie, non sono stati venduti durante il lockdown e sono stati congelati”.